Andando per mostre (prima parte)

Come i miei 25 lettori sanno, oltre a lavorare in un museo, ho la passione di visitare mostre (anche se talvolta alla fine del periodo di esposizione) e voglio condividere con voi le impressioni ricevute. Nel mese di gennaio si sono chiuse alcune mostre che hanno avuto un successo di pubblico abbastanza elevato e che casualmente o meno si possono raggruppare in due gruppi, essendo due di queste legate al mondo giapponese (e a breve si attende la terza mostra sull’argomento), mentre le altre due sono legate al genio di Pablo Picasso.

Oggi parliamo del primo blocco che mi ha portato a visitare due mostre, quella dedicata ad Hokusai nello spazio espositivo dell’Ara Pacis e quella dedicata al mondo dei Manga, ospitata presso il Palazzo delle Esposizioni. In realtà il legame tra le due mostre è più stretto di quanto si possa pensare, perché il termine Manga, che oggi indica i fumetti,  in origine indicava i quaderni di schizzi realizzati dagli artisti, in particolare da Hokusai, usati come insegnamento per gli allievi.

La mostra su Hokusai presentava più di 200 disegni (divisi in due parti a causa della fragilità delle opere, fattore che logicamente influenzava anche l’illuminazione), realizzati sia dall’artista vissuto tra il 1760 e il 1849, che da altri autori dell’epoca, tra cui il più importante era Keisai Eisen (1790-1848), che non era suo allievo ma era stato influenzato da lui. L’opera più importante, anche per il suo influsso sull’arte europea contemporanea (Manet, Toulouse Lautrec, Van Gogh e Monet) è la grande onda di Kanagawa, per la quale avrei preferito una collocazione più centrale, mentre era quasi di passaggio, posta tra due vedute del monte Fuji che erano riportate allo stesso numero dell’audio-guida, costringendoti a passare davanti per seguire il discorso. Di particolare bellezza è la presenza della serie quasi completa delle 36 vedute del monte Fuji, oltre ad un altra serie di opere che indicano la sua bravura nel filone delle opere dell’ukiyoe, la cosiddetta “pittura del mondo fluttuante”.
La mostra si suddivide in diverse sezioni, con un approccio di tipo tematico, partendo dal tema più diffuso delle vedute di località famose da visitare, dove si vede il gusto per la rappresentazione di Hokusai che descrive con precisione i diversi luoghi che un giapponese dell’epoca Edo doveva conoscere, con una serie di opere che poi vengono riprese da Eisen in chiave parodica, sostituendo alle località le diverse locande con le rispettive fanciulle. Alla bellezza femminile è dedicata la seconda sezione dove sono esposti una serie di rotoli dove si confrontano le raffigurazioni delle cortigiane fatte da Hokusai con quelle dei suoi allievi ed in particolare con le opere di Eisen. A questa sezione si aggiunge una sala dove sono esposte le immagini erotiche, con le opportune avvertenze, tra cui spiccano le rappresentazioni di Hokusai dove le donne hanno rapporti erotici con le piovre. La terza sezione è dedicata al tema della fortuna con l’esposizione di 11 rotoli di Hokusai dove sono raffigurate delle divinità tradizionali con le loro caratteristiche. La quarta sezione è dedicata al tema della natura, affrontato sia da Hokusai che da Eisen, con i grandi rotoli in cui sono presentati gli animali tradizionali, come la carpa, il dragone e la tigre, mentre la mostra si chiude con i quaderni di schizzi. Si tratta di una mostra interessante, che permette di conoscere a fondo queste figure non sempre note al pubblico italiano. La struttura del piano inferiore dell’Ara Pacis permette un’accessibilità agevole per i disabili motori, mentre la mostra, vista anche la tipologia degli oggetti esposti (stampe e disegni) non prevede elementi di accessibilità per i non vedenti. L’illuminazione risente delle necessità di preservare le stampe ed è quindi molto soffusa, mentre i pannelli sono di colore scuro. Le didascalie sono molto semplici e bilingue. L’audio-guida si noleggia a parte e presenta un numero discreto di ascolti, con alcuni approfondimenti sugli autori. Come ormai è comune, oltre al catalogo (di grandi dimensioni e ad un prezzo contenuto) era presente un ricco merchandising incentrato principalmente sulla grande onda.


(continua….)

3 Risposte a “Andando per mostre (prima parte)”

  1. Ciao Luca! Io amo l’arte giapponese… peccato non aver avuto un attimo di tempo per visitare queste mostre. So però che presso l’Istituto Giapponese di Cultura organizzano vari eventi, anche esposizioni temporanee. Se non lo conosci, dai un’occhiata sul loro sito.

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