Giovedì santo

Questa sera capisco Pietro e la sua riluttanza 
senza mezzi termini: “Tu non mi laverai mai i piedi!”. 
Nella sua frase intravedo 
il rispetto e l’amore per te, Gesù: 
non voglio che ti inginocchi qui davanti a me, 
non posso tollerare che tu, il Maestro, 
ti comporti in questo modo. 
Nelle parole di Pietro io riconosco la mia vergogna 
nell’apparire come sono, 
nella mia nudità, con le mie ferite, 
nella mia sporcizia, con i miei sbagli, 
nella mia piccineria, con le mie ambiguità. 
Non mi piace, Gesù, che tu mi veda così come sono veramente… 

Ma tu mi ripeti le stesse parole che hai detto a Pietro, 
tu mi inviti ad abbandonarmi, a lasciarmi andare, 
a lasciarmi accogliere da te così come sono: 
non c’è nessun bisogno di fingere… 

Non è facile lavare i piedi a qualcuno, 
ma è ancor più difficile lasciarseli lavare. 
Non è sempre facile amare, 
ma è ancor più difficile lasciarsi amare. 
Questa sera intendo quello che tu vuoi da me: 
non cerchi il discepolo perfetto, 
ma solo un essere che si lasci amare da te, 
che si lasci purificare dalla tua bontà, 
guarire e salvare dalla tua misericordia.

(Anonimo)

04 Tintoretto - la lavanda dei piedi

 

Siete lì

Oggi fra i giovani del mondo, Gesù vive la propria passione nei giovani sofferenti, affamati, handicappati… in quel bambino che mangia un pezzo di pane, briciola dopo briciola, perché sa che, quando quel tozzo di pane sarà finito, non ce ne sarà più e avrà di nuovo fame. 
Ecco una stazione della Via Crucis. Siete lì con quel bambino? 
E quelle migliaia che muoiono, non solo per un tozzo di pane, ma per un po’ d’amore, di considerazione… 
Ecco una stazione della Via Crucis. Siete lì? 
E quando i giovani cadono, come Gesù è caduto più e più volte per noi, noi siamo lì come Simone il Cireneo, a risollevarli, a prendere su di noi la croce? I barboni, gli alcolizzati, i senzatetto vi guardano. Non siate come quelli che guardano senza vedere. Guardate e vedete. 
Possiamo iniziare a percorrere la Via Crucis, passo dopo passo, con gioia. 
Gesù si è fatto pane della vita per noi. Abbiamo Gesù, sotto forma di pane della vita a darci forza.

(M. Teresa di Calcutta)

Incommensurabile

Vivere è più che lottare: 
è dare come un albero dà i suoi frutti: 
i passeri i loro canti; 
il ruscello quanto dà ai prati. 
Vivere è più che credere 
È dare uno scopo e dire, ad alta voce, 
che si porta una croce. 
Vivere è raccogliere all’infinito 
Come raccolgono i colori dalla luce 
In una fonte qui per terra! 
Chi ha dato del suo agli altri 
E ha diviso il suo essere 
Ha visto che nel cesto del suo cuore 
Si è moltiplicato il pane 
E sempre ne rimane in resto. 
Io stesso tendo le mani a Dio ed esclamo: 
“Signore, 
guarda ciò che la vita ha fatto di me!” 
E tuttavia, ogni volta 
Che mi siedo di fronte al foglio 
Nuoto tra le rocce difficili di questa mia vita 
E strappo una stella o un diamante 
Mentre nella superficie 
Mi crescono dolori 
E una desolazione di pianto.

(Lino)

Dare

Ogni uomo che ti cerca, viene per chiederti qualche cosa; 
il ricco annoiato, la dolcezza della tua conversazione; 
il povero, il tuo danaro; il triste, un po’ di consolazione; 
il debole, uno stimolo; colui che lotta, uno stimolo morale; 
l’ammalato, un vero sollievo. 
Ogni uomo viene per chiederti qualcosa. 
E tu, ti permetti di perdere la pazienza! 
Tu osi pensare: “Che fastidio!”. Che infelice! 
La legge nascosta che distribuisce misteriosamente 
le cose eccelse si è degnata di donarti 
il privilegio dei privilegi, il bene dei beni, 
la prerogativa delle prerogative: dare! 
Tu puoi dare! Per quante ore ha il giorno tu dai; 
benché sia un sorriso, benché sia una stretta di mano, 
benché sia una parola di sollievo. 
Per quante ore ha il giorno, tu rassomigli a Lui, 
che altro non è se non donazione perfetta, 
diffusione perfetta e regalo perpetuo. 
Dovresti inginocchiarti davanti al Padre e dirgli: 
“Grazie perché posso dare, Padre mio! 
Mai passerà sul mio volto l’ombra dell’impazienza!”. 
“In verità vi dico che vale più dare che ricevere!”.

(Anonimo)

Quando dai, aggiungi sempre

Quando dai, aggiungi sempre 
un po’ di te a ciò che dai: 
un pizzico della tua mente, 
un battito del tuo cuore, 
una vibrazione della tua anima. 
E avrai dato di più. 
Quando dai, 
fallo sempre col sorriso sulle labbra, 
aggiungici poi una manciata di gioia e d’allegria, 
e porgi il tutto con la mano dell’amore. 
E avrai dato di più. 
Quando dai non pensare di ricevere 
e riceverai tanto, e subito; 
la gioia di aver dato 
e la vittoria sul tuo egoismo. 
Se quando dai, 
dai anche te stesso darai di più, 
e riceverai di più.

(anonimo)

Codice delle piccole buone azioni

Sorridi alla monotonia del dovere quotidiano. 
Taci quando ti accorgi che qualcuno ha sbagliato. 
Elogia il fratello che ha operato il bene. 
Rendi un servizio a chi ti è sottoposto. 
Partecipa al gioco dei fanciulli, i prediletti di Dio. 
Stringi cordialmente la mano al fratello che è nella tristezza. 
Parla con dolcezza agli impazienti e agli importuni. 
Guarda con affetto chi nasconde un dolore. 
Riconosci umilmente il tuo torto. 
Saluta affabilmente gli umili. 
Abbi un pentimento sincero per il male fatto.

(P. Lacordaire)

Per servire

Che io sia come Te, 
perché, se sono come Te, 
non posso fare che della mia vita un dono. 
Che il dono della mia vita sia il Tuo. 
Che il mio servizio sia il Tuo. 
Che il mio essere servo degli altri 
sia il Tuo essere servo degli altri, 
come il Figlio dell’Uomo 
che non è venuto per essere servito, 
ma per servire.

(G. Moioli)