Lucca, arte, archeologia e fumetti

Per la gioia dei miei 25 lettori ricomincio i miei diari di viaggio, cercando di essere più costante nella scrittura. Lo scorso marzo ho deciso di recarmi per la prima volta a Collezionando Lucca, per riassaporare dopo anni il piacere di recarmi ad una mostra. Ma, dal momento che erano tantissimi anni che non mi recavo a Lucca (dai tempi delle medie), ho preso alcuni giorni e mi sono fatto alcuni bei giri della città. Il primo giorno dopo aver poggiato la valigia nel bed & breakfast posto all’interno della città, mi sono recato a visitare la Pinacoteca di Palazzo Mansi, camminando veloce perché la pinacoteca è aperta a turni. Ma sono arrivato in tempo e ho iniziato a visitare quello che è un vero e proprio museo – residenza, voluto da questa nobile famiglia di Lucca che dovette la sua fortuna al commercio della seta. Il palazzo, costruito nel Cinquecento unendo delle case-torri preesistenti, fu acquistato dai Mansi nel Seicento e poi modificato a più riprese fino agli anni Sessanta del secolo scorso, quando fu venduto allo Stato per diventare un museo. Dall’androne d’accesso, decorato con ritratti di membri della famiglia, si entra negli ambienti dell’appartamento estivo, oggi usati per ospitare conferenze e mostre. Saliti al piano superiore, si apre la serie degli ambienti di parata, tra cui spicca la Galleria degli specchi , ma soprattutto il Salone della Musica, con con una decorazione pittorica risalente alla fine del Seicento, con una serie di affreschi ispirati alla leggenda di Enea e un soffitto con finta architettura. Tra le altre stanze particolarmente belle sono le camere da letto decorate con una serie di 18 arazzi fiamminghi raffiguranti le storie di Aureliano e Zenobia. Successivamente abbiamo le sale dove è collocata la Pinacoteca con la raccolta formata dagli ottantatre dipinti donati alla città nel 1847 da Leopoldo II di Lorena dopo l’annessione di Lucca al Granducato di Toscana. Le opere che giunsero a Lucca, tutte realizzate tra il XVI e il primo XVIII secolo, forniscono una significativa campionatura di scuole pittoriche diverse, dalla toscana alla veneta fino alla napoletana. Il percorso termina con una serie di sale che contengono quadri e statue che ci raccontano la vita culturale ed artistica della Lucca dell’Ottocento e del Novecento.
Terminata la visita, mi sono spostato dall’altra parte della città per visitare il Museo nazionale di Villa Guinigi, anch’esso ospitato in un palazzo nobiliare, realizzato da Paolo Guinigi, signore di Lucca nel quattrocento. Il percorso espositivo inizia con i materiali provenienti da alcuni siti etruschi risalenti all’VIII sec. a.C. con una serie di corredi funebri. Andando avanti nel percorso spicca il corredo di una tomba da Rio Raletta, con degli splendidi orecchini a bauletto. Al periodo della dominazione ligure (IV-III secolo a.C.) risalgono i frammenti di un elmo, fibule e borchie di cintura in bronzo, e quattro tombe a cassetta, provenienti da Marlia. Le ultime sale presentano oggetti in ceramica e, in gran parte, frammenti architettonici, provenienti da contesti pubblici, abitazioni private e necropoli di età romana di Lucca e del suo territorio. Tra i reperti esposti due pavimenti frammentari uno in coccio pesto e l’altro in mosaico, una base di ara marmorea con bucrani e festoni (I sec.) e un’urnetta marmorea di età augustea. Al piano superiore inizia la sezione dedicata alla Lucca cristiana, con una serie particolarmente ricca di materiali dedicati ai contesti tardoantichi e paleocristiani. Successivamente si passa alla fase longobarda che ha restituito una serie straordinaria di materiali che ci confermano l’altissimo livello raggiunto dall’arte orafa del tempo. La sezione termina con alcuni degli esiti più alti della scultura sacra dell’epoca, provenienti dalle chiese di Lucca e del territorio. La sezione riguardante il periodo gotico coincide con il grande salone centrale, con un allestimento che vuole rievocare la struttura della navata di una chiesa, con una serie di affreschi staccati e la grande ‘macchina’ ideata dal senese Priamo della Quercia che riesce a combinare armoniosamente architettura, pittura e scultura. Passando al rinascimento numerose sono le suggestioni stilistiche, in parte provenienti dal mondo fiammingo, in parte da altri contesti sia locali che esterni, come testimoniano le opere di Fra Bartolomeo. In questa sezione si passa dalle tarsie lignee raffiguranti scene di Lucca alle grandi pale d’altare, opera di Federico Zuccari e  del Passignano. L’ultima sezione ci porta in pieno Barocco con alcuni capolavori di Guido Reni a cui si affiancano opere di autori locali, fino ad arrivare a Pompeo Batoni, le cui opere costituiscono il punto di collegamento con quelle di Palazzo Mansi.

Si tratta di due musei particolarmente interessanti, purtroppo poco visitati e in entrambi i casi senza bookshop dove acquistare qualcosa.

Adesso alcune foto di entrambi i musei e alla prossima!

 

Berlina Palazzo Mansi
Sala degli Specchi Palazzo Mansi
Pinacoteca Palazzo Mansi
Arazzo Palazzo Mansi
Sala della Musica Palazzo Mansi
Esterno Palazzo Guinigi
Corredo Etrusco
Orecchini a Bauletto
Orecchini a Bauletto
Ricostruzione di una tomba ligure
Ricostruzione di una tomba ligure
Pavimento a mosaico di età romana
Rilievo con sedia curule
Mosaico di età romana con personaggi marini
Corredo di età longobarda
Leone che attacca un uomo, statua di età romanica
Croce lignea
Allestimento salone centrale
Tarsie lignee
Immacolata Concezione
Estasi di Santa Teresa