Pace con Dio, festa con i fratelli

Tutti i giorni al mattino intorno alle otto andavo ad insegnare alla scuola vicina; incontravo per strada Roberto ed Enrico: Roberto, il papà, ed Enrico, un bambino di due anni e mezzo. Li salutavo sempre cordialmente: “ciao, ciao, buongiorno” e, agitando la mano, salutavo il bambino che, a sua volta, sorrideva ed agitava la manina.
Così tutte le mattine. Un mattino saluto come il solito il papà che risponde al mio saluto. Poi mi rivolgo al piccolo con il solito “ciao,ciao!”, agitando la mano; ma il bambino non mi guarda, anzi si gira dall’altra parte, immusonito. Lo saluto, ma per risposta ho lo stesso gesto, la stessa reazione.

Allora domando al papà cos’è successo; il papà mi risponde:” quando il mio bambino bisticcia con il fratellino non ha coraggio di avvicinarsi al papà, e quando è inquieto con il papà, è inquieto con il mondo intero. Quando è in armonia con il papà fa festa con tutti”.

Gli odi e i rancori tra gli uomini nascono perchè non c’è unione con Dio, non c’è pace con Dio e, per converso, è la mancanza di unione con i fratelli che causa allontanamento con Dio.

Quando si è pace con Dio si è festosi con i fratelli.

(A. Panont)

Apprezza ciò che sei

La pace tornerà

La pace tornerà se credi che il sorriso è più di un’arma, che quanto unisce è più di quanto divide, che la diversità è un arricchimento.

La pace tornerà se preferisci la speranza al sospetto, se fai tu il primo passo verso l’altro, se ti rallegri per la gioia del vicino.

La pace tornerà se stai dalla parte del povero e dell’oppresso, se l’ingiustizia che colpisce questi ti ferisce quanto quella che subisci tu.

La pace tornerà se sai donare con amore un po’ del tuo tempo, accettare il servizio che l’altro ti offre, condividere con cuore il tuo pane.

La pace tornerà se rifiuti di battere la tua colpa sul petto degli altri, se accetti la critica e ne trai profitto; se valorizzi l’opinione diversa dalla tua.

La pace tornerà se ritieni la collera una debolezza e non una forza; se vedi nell’altro anzitutto un fratello, se credi che la pace è possibile.

…Allora la pace tornerà.

(Anonimo)

viaL’angolo dei Ritagli – QUMRAN NET – Materiale pastorale online.

Un pensiero di pace

Io la Pace la penso così, 
come una terra immensa, 
senza frontiere, 
senza confini: 
una terra feconda 
che produca frumento 
per tutte le bocche, 
una terra allietata 
da chiari corsi d’acqua. 

Io la pace la penso così, 
come un abito azzurro; 
azzurro come il manto della nostra Madre Maria, 
azzurro come le speranze 
di tutti i popoli oppressi, 
azzurro come un cielo senza confini spaziali, 
azzurro come lo sguardo della Natura 
quando era immersa nel giardino dell’Eden, 

Io la pace la penso così, 
come un padre che ama, che guida, che corregge, 
che raduna dalle varie lontananze 
il suo gregge, 
chiama per nome ogni figlio e ogni figlia, 
perché la Chiesa è come una famiglia. 

Io la Pace la penso così e Voi?

(A. Marinelli)

Semina

Semina sorriso fin dal mattino, 
e nel tempo fiorirà un giardino. 
Semina grani di certa speranza 
ci sarà molta esultanza. 
Semina nella fede e con l’ardore 
e l’angolo più grigio avrà colore. 
Semina parole e fatti d’amore 
e nel mondo avrà senso il cuore. 
Semina entusiasmo e semplicità 
e sarà facile la felicità. 
Semina sempre con forza e coraggio 
e la paura avrà nuovo linguaggio. 
Semina in pazienza e perseveranza 
e la terra avrà frutti in abbondanza. 
Semina gesti di vera dolcezza 
perché la violenza genera tristezza. 
Semina dovunque germi di pace 
e di certo l’urlo di guerra tace. 
Semina, semina il bene: crescerà 
ed ogni seme nuova vita darà.

(Anonimo)

Preghiera per la pace

Ascolta la mia voce perché è la voce delle vittime di tutte le guerre e della violenza tra gli individui e le nazioni;

Ascolta la mia voce, perché è la voce di tutti i bambini che soffrono e soffriranno ogni qualvolta i popoli ripongono la loro fiducia nelle armi e nella guerra;

Ascolta la mia voce, quando Ti prego di infondere nei cuori di tutti gli esseri umani la saggezza della pace, la forza della giustizia e la gioia dell’amicizia;

Ascolta la mia voce, perché parlo per le moltitudini di ogni Paese e di ogni periodo della storia che non vogliono la guerra e sono pronte a percorrere il cammino della pace;

Ascolta la mia voce e donaci la capacità e la forza per poter sempre rispondere all’odio con l’amore, all’ingiustizia con una completa dedizione alla giustizia, al bisogno con la nostra stessa partecipazione, alla guerra con la pace.

O Dio, ascolta la mia voce e concedi al mondo per sempre la Tua pace.

(Giovanni Paolo II)

Sulla pace

E allora, o fratelli, osserviamo i comandamenti che ci danno la vita; la fraternità sia tenuta ben unita con i legami di una pace profonda; sia tenuta ben stretta con il vincolo salutare dell’amore che copre un gran numero di peccati. Noi dobbiamo abbracciare con tutti i nostri desideri l’amore che ha un premio speciale per ognuno dei suoi aspetti buoni. La pace si deve custodire più di tutte le altre virtù, perché Dio é sempre nella pace. Amate la pace e tutto sarà tranquillo. La vostra pace per noi sarà un premio, per voi una gioia e la Chiesa di Dio, fondata nell’unità della pace, potrà godere di una coesione perfetta in Cristo.

(S. Pietro Crisologo)

Aiutaci ad essere profeti

Quant’è difficile essere profeta della pace!

Se alzo il dito verso un futuro gonfio di speranze, i realisti mi trattano da idealista; e se lo abbasso sul presente affranto da sconfitte, gli utopisti mi tacciano di disfattismo.

Signore, donami il coraggio di accettare solo da Te la rude vocazione di profeta e di essere ogni volta un perdente tra gli uomini!

Quant’è difficile essere pedagogo della pace!

In mezzo alle tortuosità di un cammino scosceso, come far capire che un male minore anche se tollerato, rimane un male e che bisogna far di tutto per allontanarsi dall’orlo dell’abisso in cui a ogni istante l’umanità rischia di precipitare?

Signore, donami l’abilità di spiegare chiaramente che la pace non è così semplice come se l’immagina il cuore, ma è più semplice di come stabilisce la ragione!

Quant’è difficile accogliere l’evangelo della pace!

Da qualunque parte ci si trovi, all’ovest come all’est.

In una giungla di belve con missili per dentatura, come far capire che perdere l’anima è ancora più pericoloso che lasciarci la pelle?

Signore, donami la forza di aiutare tutti quelli che attingono alla linfa delle beatitudini per spezzare l’assurda logica e l’infernale spirale della violenza!

Signore, tutti questi tiri incrociati sulla pace non mi fanno paura, non mi scoraggiano. Al contrario, mi rivelano che il minimo strappo alla tunica della pace fa gridare l’uomo.

Toccare la pace è più che toccare un problema, e ancor più che toccare l’uomo: è toccare Dio, colui che san Paolo ci presenta come la pace stessa.

“E’ Lui la nostra pace” (Ef.2,14).

Signore, insegnaci a vincere la pace!

(E. Bianchi)

E la pace tornerà

La pace tornerà se credi che il sorriso è più di un’arma, che quanto unisce è più di quanto divide, che la diversità è un arricchimento.
La pace tornerà se preferisci la speranza al sospetto, se fai tu il primo passo verso l’altro, se ti rallegri per la gioia del vicino.
La pace tornerà se stai dalla parte del povero e dell’oppresso, se l’ingiustizia che colpisce questi ti ferisce quanto quella che subisci tu.
La pace tornerà se sai donare con amore un po’ del tuo tempo, accettare il servizio che l’altro ti offre, condividere con cuore il tuo pane.
La pace tornerà se rifiuti di battere la tua colpa sul petto degli altri, se accetti la critica e ne trai profitto; se valorizzi l’opinione diversa dalla tua.
La pace tornerà se ritieni la collera una debolezza e non una forza; se vedi nell’altro anzitutto un fratello, se credi che la pace è possibile.
…Allora la pace tornerà.

(anonimo)

La pace come cammino

A dire il vero non siamo molto abituati a
legare il termine PACE a concetti dinamici.
Raramente sentiamo dire:
“Quell’uomo si affatica in pace”,
“lotta in pace”,
“strappa la vita coi denti in pace”…

Più consuete, nel nostro linguaggio,
sono invece le espressioni:
“Sta seduto in pace”,
“sta leggendo in pace”,
“medita in pace” e,
ovviamente, “riposa in pace”.

La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia
da camera che lo zaino del viandante.
Più il comfort del salotto che i pericoli della strada.
Più il caminetto che l’officina brulicante di problemi.
Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli.
Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato.
Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.

Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire
che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.

La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”.

Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici,
i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.

Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi
parte.

Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista,
anche se mai – su questa terra s’intende – pienamente raggiunta.

(T. Bello)