Mi auguro che tutti voi abbiate trascorso una bella giornata dell’Assunta. Intendo oggi tirare le fila delle mie riflessioni di questi ultimi giorni (spero di non avervi ammorbato: immagino che molti staranno rimpiangendo Luke…. torna, torna, non vi preoccupate!). Il risultato delle mie riflessioni è stato in sostanza che il blog è divenuto un potente, potentissimo mezzo di comunicazione molto intima e personale. Al blog si affidano pensieri, sensazioni ed emozioni che altrimenti terremmo per noi e che invece abbiamo il desiderio di comunicare e condividere. Ecco… comunicare, il punto è proprio qui. Siamo persone troppo spesso incapaci di comunicare, di metterci in contatto con chi ci è vicino, nonostante, grazie ai moderni mezzi di comunicazione, le distanze siano compresse e ridotte al massimo. Non riusciamo più ad entrare in empatia ed in simpatia con gli altri. Questo fenomeno, purtroppo, è palesemente davanti ai nostri occhi. Non ci si parla più, “non si ha tempo”, si ha sempre “altro” da fare. E in questa smania di comunicare abbiamo perso una grandissima ed importantissima capacità, quella di ascoltare. Sentiamo, ma non ascoltiamo! Si ergono così dei muri di incomprensione e dei fossati tra le persone creando, intorno agli uomini un grande e profondo vuoto. Siamo come tanti ripetitiori che emettono segnali ma senza che vi sia un apparecchio ricevente. Tutto ciò è quanto di più snaturante e disumanizzante possa esserci. Quando Aristotele definiva l’uomo come “animale da città” (il famoso “zoon politikòn”) voleva esprimere proprio questa necessità intrinseca al genere umano, quello di vivere rivolto alla collettività, rivolto verso gli altri: abbiamo necessità di interagire tra noi. Invece no, il comunicare oggi deve essere rapido, stringato ed efficace, in questo nostro mondo dove il consumismo è una realtà anche nei rapporti personali, ecco che il mezzo preferito per comunicare è un sms, un messaggio breve che in 160 caratteri assolve (o meglio, dovrebbe assolvere) alla funzione comunicativa. Ecco dunque che l’ultima frontiera del comunicare, l’ultimo sfogo di un bisogno naturale (quello della comunicazione) oggi sembra essere rappresentata dai blog, un “luogo-non-luogo” dove poter essere sè stessi perchè, spesso protetti dall’anonimato garantito da un soprannome, si è al riparodai giudizi impietosi e dagli attacchi di altri che all’amore preferiscono la sopraffazione o la prevaricazione, frequentemente per motivi alquanto bassi. Se solo riuscissimo a recuperare anche un pò di questa capacità di ascoltare e di capire chi abbiamo accanto, forse questo mondo, spesso così triste, progressivamente acquisterebbe una luce migliore. Spero di essere stato chiaro e di aver espresso con chiarezza e completezza il mio pensiero, ma soprattutto, di non avervi annoiato.