Tu Attraverso me

All’angolo della strada c’è qualcuno, o Signore 
che aspetta Te che sei la vita. 
Intorno alla tavola della famiglia c’è qualcuno 
che aspetta Te che sei l’amore. 
Sul banco della scuola c’è qualcuno 
che aspetta Te che sei la verità. 
Nella fabbrica c’è qualcuno 
che aspetta Te che sei la giustizia. 
Nell’ufficio c’è qualcuno 
che aspetta Te che sei la porta. 
Nelle miniere c’è qualcuno 
che aspetta Te che sei la luce. 
Ma Tu o Signore 
puoi essere ovunque presente attraverso me. 
Conducimi su tutte le strade dell’uomo 
a seminare il tuo messaggio. 
Fammi capire che devo essere presente, 
non soltanto per vivere accanto ai poveri 
quanto per essere povero, 
non soltanto per evangelizzare 
quanto per essere evangelizato 
perché sei Tu che attraverso me, 
devi andare avanti 
e io devo restare nell’ombra. 

Amen.

(A. Dini)

Il tempo

E un astronomo disse:

Maestro, parlaci del Tempo

Il tempo è senza inizio nell’ordito di un tessuto dove il silenzio, nell’affaticare dell’universo tace e voi vorreste misurare il ritmo dell’universo, l’incommensurabile e l’immenso.

Vorreste regolare il vostro comportamento e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni.

Del tempo vorreste fare un fiume per sostare presso la sua riva e guardarlo fluire.

Ma l’eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo.

E sa che l’oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi.

E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto entro i confini di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello spazio.

Chi di voi non sente che la sua forza d’amore è sconfinata?

E chi non sente che questo autentico amore, benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere, e non passa da pensiero d’amore a pensiero d’amore, né da atto d’amore ad atto d’amore?

E non è forse il tempo, così come l’amore, indiviso e immoto.

Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre, e che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l’attesa.

(K. Gibran)

Pace è un grido di silenzio

Pace è un grido silenzioso, 
un sentiero invisibile 
tra i rovi dell’odio. 

Pace è la carezza impalpabile 
della speranza 
negli occhi dei bambini 
che guardano sempre a un domani. 

Pace è il sogno 
che vuole essere realizzato, 
l’abbraccio dell’anima 
all’anima, 
è un volo verso terre 
sconosciute 
governate solo dall’amore. 

Non si può spiegare, 
la pace. 
Dobbiamo inventarla, 
nuova e incrollabile, 
in questo arcobaleno di albe 
senza fine. 

La pace 
è un marchio del cuore. 
Tempo da paradiso sulla terra; 
amore, 
sentimento bello tra persone, città e stati. 
Quando la pace 
come ora, è solo un desiderio 
l’odio macchia di nero i cuori. 
Io credo in un futuro 
in cui una stella si illuminerà 
e quando su di noi si sarà fermata 
la pace ritrovata 
porterà un mondo di vita.

(Anonimo)

Solidali nel dolore

Chi partecipa al tuo piacere
ma non al tuo dolore
perde la chiave
di una delle sette porte
del paradiso.

Puoi dimenticare
la persona con cui hai riso,
mai quella
con cui hai pianto.

(K. Gibran)

In te il pianto


Per la giornata della memoria ho scelto questa poesia di Don Vanio Garbujo

Ad Auschwitz – Birkenau

Toccai con le mani
il tuo corpo di legno
Sono entrato in te e
tu mi hai condotto
in vicoli bui

Dentro di te passeggiavo
mentre sentivo la vita entrare in me
ma alle tue radici scorsi dei pallidi volti e dolore all’intorno

Annaspai con le unghie
per risalire alla luce
tu albero piangevi e
mi ritrovai seduto a te
appoggiato e
visioni d’abissi aggredirono
il mio volto che rimase sfregiato

(D. Vanio Garbujo)

 

Si Può Giocare A Calcio Senza Pallone?

Gesù a Nazareth (colored)

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e discriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
(dal Vangelo di Luca 1,1-4; 4,14-21)

Anche ieri all’inizio dell’ora di catechismo con i ragazzi di terza media, che si stanno preparando al sacramento della Confermazione tra meno di un mese, ho chiesto se tutti avevano portato con se il libro del vangelo. Volevo leggere un passo per introdurre le attività che sarebbero seguite nei singoli gruppi. Risultato: su 60 ragazzi presenti forse solo una decina lo avevano con se. Non è la prima volta che dico loro che venire al catechismo senza libro del Vangelo è come voler giocare a calcio senza pallone o ballare senza musica. Non ha senso nessuna formazione cristiana che non trovi nelle pagine del Vangelo il punto irrinunciabile di riferimento.
Quanto è presente il Vangelo nelle nostre mani? Quanto lo leggiamo e conosciamo?
Il Vangelo di Luca, che durante le domeniche di quest’anno sarà ampiamente letto durante la messa, inizia in un modo particolare: l’evangelista stesso narra di se e del lavoro che lo ha portato a stendere le pagine che seguono.
In queste poche righe possiamo trovare il significato del Vangelo per ogni cristiano di allora come di oggi.
Il Vangelo non nasce a tavolino, dalla fantasia di uno scrittore che in modo solitario inventa una storia bella ed edificante. Il Vangelo, prima di essere uno scritto, è una vita vissuta, quella di Gesù, che ne è protagonista, ed è la vita di coloro che ne hanno raccolto il testimone e ne sono diventati annunciatori.
Luca va alla ricerca di testimonianze di coloro che hanno conosciuto direttamente Gesù e di coloro che erano con lui fin dall’inizio. L’intenzione è quella di farne un resoconto ordinato in modo che non vada persa l’esperienza di Gesù e la sua straordinaria testimonianza di vita. E mentre scrive il suo racconto, davanti a se Luca non ha persone anonime (come può capitare ad uno scrittore di romanzi che non conosce affatto coloro ai quali verrà venduto il proprio libro), ma ha una comunità concreta di amici di Dio (il nome Teofilo significa proprio questo “amico di Dio”), che lui conosce. L’evangelista scrive questi racconti su Gesù in modo che questa comunità non perda il contatto vivo con la persona di Gesù, con le sue parole e i suoi gesti.

Il Vangelo dunque nasce per chi già conosce Gesù, ne ha sentito parlare e ne vuole approfondire la conoscenza in modo vero e non “per sentito dire”. Conoscendo bene chi è Gesù, la fede ne esce rafforzata e si rafforza anche la testimonianza di vita.
Oggi forse il libro del Vangelo è un po’ latitante nelle nostre case e soprattutto tra le mani di noi cristiani. Queste antichissime pagine che nel corso dei secoli sono state spiegate e rispiegate, attualizzate e vissute da tanti altri cristiani, pare che non abbiamo un posto importante tra i vari libri e tra le fonti di ispirazione della nostra vita di cristiani. Luca ne sarebbe un po’ deluso, lui che si è dato da fare moltissimo perché noi, che dal battesimo siamo “amici di Dio”, venissimo rafforzati negli insegnamenti ricevuti. C’è stato anche un Concilio 50 anni fa che ha fatto la scelta molto forte di rimettere al centro la Parola di Dio, facendone il perno attorno al quale ruota tutta la vita della Chiesa.
Sta dunque ora a noi rimetterci alla ricerca. La prima ricerca da fare è quella concreta del libro del Vangelo, se non è ancora sul nostro comodino o in uno spazio ben visibile e raggiungibile. Poi siamo chiamati a ritrovare il tempo per leggerlo magari aiutandoci gli uni gli altri a capirlo e attualizzarlo.
Quei ragazzi di terza media, che ho richiamato perché non avevano con se il libro del Vangelo, hanno bisogno di tutta una comunità, a partire dalla loro stessa famiglia, che tiene per davvero in mano e nella mente il libro che racconta le vicende di Gesù e ne riposta le parole. In questo modo diventerà per loro normale associare un cristiano prima di tutto a uno che legge e conosce il Vangelo quotidianamente. E quando verranno a catechismo senza Vangelo gli sembrerà davvero di essere come uno che vuole assurdamente giocare a calcio senza pallone o mettersi a ballare senza musica.

Giovanni don

Sentirsi vivi è immenso

Vivere è bello, ma sentirsi vivi è immenso. Molte persone vivono, ma poche si sentono vive cioè poche riescono a dare un senso pieno al loro vivere, gioire, soffrire. Impariamo a gioire della vita che scorre nelle vene, che esplode nel cuore e si riversa sul mondo. Sei un piccolo uomo, una piccola donna ma con la possibilità di dilatare il tuo cuore fino ai confini dell‘Universo per contenere più vita. Non lasciare che i giorni fluiscano, concentra il tuo amore in ogni esperienza perché la vita ne scaturisca più intensa e poi non accumulare, non trattenere, non chiudere ma trasmetti perché la vita si rinnova proprio quando la si trasmette e dona.

(D. Franco)

Occasioni

Non rinunciare alla speranza,
non abbandonarti
alla disperazione
per ciò che è stato:
piangere l’irrecuperabile
è la peggiore delle debolezze umane.

Non essere come colui
che siede a lato del fuoco,
guarda la fiamma estinguersi,
poi soffia sulle ceneri.

Chi cerca di afferrare un’opportunità
quand’è passata
è come chi la vede avvicinarsi
ma non le va incontro.

(K. Gibran)

Un vero amico

Un vero amico è l’unico che cammina dentro quando tutti gli altri camminano fuori.

Non camminare davanti a me, potrei non seguirti. Non camminare dietro a me, potrei non guidarti.

Cammina di fianco a me e sii mio amico.

(C. C. Conton)