Diventare Santi

Già gli uomini nuovi sono sparsi in tutta la terra. Alcuni sono ancora difficilmente riconoscibili; ma altri possiamo riconoscerli. Di tanto in tanto li incontriamo. Le loro voci e le loro facce sono diverse dalle nostre: più forti, più calme, più liete, più raggianti. Questi uomini partono da dove i più di noi si arrestano. Sono riconoscibili, ma dobbiamo sapere cosa cercare. Non attirano l’attenzione su di sé. Tu immagini di far loro del bene, mentre sono loro a fartene. Ti amano più di quanto ti amino gli altri uomini, ma hanno meno bisogno di te. Sembrano, di solito, avere una quantità di tempo a disposizione, e tu ti domandi da dove gli venga. Quando abbiamo riconosciuto uno di essi, riconoscere il successivo ci riesce molto più facile. E io sospetto molto fortemente (ma come faccio a saperlo?) che essi si riconoscano tra loro immediatamente e infallibilmente, al di là di ogni barriera di colore, sesso, classe, età, e anche dottrina. Diventare santi è un po’ come aderire a una società segreta. Per dirla in termini molto riduttivi dev’essere un gran divertimento.

(C.S. Lewis)

Pastori e buon Pastore

Gesù Risorto spalanca il cuore di Tommaso e scioglie la sua durezza e il suo dolore; presente in mezzo ai suo apostoli, apre loro la mente all’intelligenza delle Scritture, per capire la profondità del Mistero, per svelar loro che egli è l’unico Pastore, che sa dove condurci, che lo fa seriamente, che lo fa con passione. La sua morte non è stata un incidente di percorso, ma l’offerta della sua vita per le sue pecore.

Gli apostoli hanno vissuto con Gesù per tre lunghi anni. Solo dopo la resurrezione superano l’approccio superficiale che hanno avuto a Gesù e cominciano ad esplorare le profondità del Mistero. Come noi, cristiani di antica data, che necessitiamo della luce del Risorto per scoprire chi è veramente Gesù.

Pastori

Chi conduce la tua vita, amico lettore?

Non credere alla favola dell’autonomia e dell’indipendenza: siamo impregnati di pregiudizi, distratti dalle attese di chi ci sta intorno, sedotti dal modello di vita che ci raggiunge attraverso i media. Sono molti i pastori della nostra vita: il temperamento, l’educazione, ciò che gli altri si aspettano da noi, i modelli sociali…

È normale, inevitabile che sia così: rendersene conto è il primo passo per scegliere e cambiare. Per scegliere quale pastore ci convenga seguire.

Gesù è caustico e ci offre un criterio di giudizio: gli altri pastori ci guidano per un loro tornaconto, sono mercenari. Lui, invece, offre la sua vita per amore delle sue pecore. Il sospetto è più che legittimo: chi mi chiede di adeguarmi agli standard della contemporaneità molto spesso mi vende le soluzioni, chi si aspetta da me delle cose lo fa più per sé che per me.

Gesù no, il suo interesse è il mio bene, il suo unico desiderio è che io possa pascolare in prati erbosi e dissetarmi a sorgenti d’acqua. Egli è morto per indicarmi la strada, ha donato la sua vita per la mia.

Non so voi, amici, io ho deciso da tempo e mai mi sono pentito di questa scelta: scelgo Gesù come mio pastore, il Vangelo come metro di giudizio, l’amore (concreto, possibile, autentico) come percorso per arrivare a Dio.

Mercenari

Gesù dice di essere l’unico pastore che mi ama, che mi conosce e mi valorizza. Gli altri padroni sono mercenari, mi amano per avere un tornaconto. Vero, molto vero: al mio datore di lavoro sto simpatico se produco, a volte anche i miei amici e i miei parenti mi amano a patto di comportarmi secondo ciò che essi si aspettano.

I nostri oratori e le nostre proposte saranno sempre perdenti rispetto alla squadra di calcio o la polisportiva di sci, se non per una cosa: ad un allenatore vai bene se diventi un campione. A me i ragazzi stanno a cuore anche se sono incapaci e inabili a fare qualunque cosa.

Dio ci ama gratis, quando lo capiremo?

Non ci ama perché siamo buoni ma, amandoci, ci rende buoni.

Il suo amore senza condizioni è vero e serio: Gesù sceglie di donare la sua vita, non vi è costretto, lo desidera e lo fa’, perché davvero mi ama…

Anche noi, fatti a sua immagine, siamo chiamati ad amare, a dire ai fratelli che non credono quale è il vero volto di Dio, ad allontanare i mercenari che ci considerano validi solo se produciamo o consumiamo. Vivere da pecore (non da pecoroni!) significa prendere sul serio le parole di Gesù, riferirsi a lui nelle scelte quotidiane, amare e amarci come lui ci ha chiesto, insomma vivere da risorti, da salvati.

Non si tratta di salvare il mondo, il mondo è già salvo, è che non lo sa. Quello che possiamo fare è prendere sul serio questa pagine: siamo chiamati a creare delle zone franche, degli spazi di verità nelle nostre città isteriche in cui ognuno sia.

Nel realizzare questo grande sogno, aspettando che il Regno contagi ogni uomo e lo renda felice, aspettando il ritorno glorioso del Maestro, ognuno scopre di essere amato e di avere un progetto (grande) da realizzare. Che sia un premio Nobel o una colf poco importa, ognuno ha un destino da realizzare, una vocazione da vivere.

In questa domenica tutta la Chiesa prega per le vocazioni: che ogni uomo scopra il suo ruolo e la sua chiamata a diventare santo cioè come Dio, amante come lui.

Preti

In questo progetto alcuni fratelli sono chiamati da Dio e dalla comunità a rendere presente il Cristo nel ministero della Parola (spiegare le Scritture) e nella celebrazione dell’Eucarestia e del Perdono.

A esempio del Buon Pastore, con tutti i loro difetti e i loro limiti, diventano i pionieri di questo cammino verso il Regno.

Vogliate bene ai vostri preti! Belli o brutti, simpatici o scontrosi, giovani o attempati! Chiedetegli ciò che di più prezioso hanno: Cristo.

Per il resto, aiutateli a camminare nella serenità del Vangelo e, soprattutto, non giudicateli male perché il mistero di una chiamata al sacerdozio è quanto di più coinvolgente e totalizzante accada in una persona e non può mai essere banalizzato dalla nostra superficialità. Perché ogni prete, anche il più incoerente, almeno una volta ha detto di sì totalmente e passionalmente al Progetto di Dio su di lui e per questo è degno di grande rispetto.

È Cristo che ci conduce, è lui che ci porta, fidiamoci della sua Parola, lasciamoci condurre verso Dio.

(Paolo Curtaz)

 

Bramo la tua voce, o Dio

Quando mi fermo
stanco sulla lunga strada
e la sete mi opprime sotto il solleone;
quando mi punge la nostalgia di sera
e lo spettro della notte copre la mia vita,
bramo la tua voce, o Dio,
sospiro la tua mano sulle spalle.

Fatico a camminare
per il peso del cuore
carico dei doni che non ti ho donati.

Mi rassicuri la tua mano nella notte,
la voglio riempire di carezze,
tenerla stretta:
i palpiti del tuo cuore
segnino i ritmi del mio pellegrinaggio.

(Rabindranath Tagore)

Mandati nel mondo

Ciascuno di noi ha una missione nella vita.
Gesù prega il Padre per i suoi seguaci, dicendo: «Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo» (Giovanni 17,18).
Di rado ci rendiamo pienamente conto che siamo mandati per adempiere i compiti che Dio ci ha dato.
Agiamo come se fossimo noi a scegliere come, dove e con chi vivere.
Agiamo come se fossimo gettati allo sbaraglio nella creazione e dovessimo decidere come passare il tempo finché moriremo.
Ma siamo stati mandati nel mondo da Dio, proprio come Gesù.
Quando cominciamo a vivere con questa convinzione la nostra vita, scopriamo subito che cosa siamo stati mandati a fare.

(Henry Nouwen)

Preghiera di un pupazzo di stracci

 

Se per un istante Dio dimenticasse che io sono un pupazzo di stracci e mi regalasse un poco di vita, forse non direi tutto quello che penso ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per ciò che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, sapendo che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano, e come gusterei un buon gelato di cioccolata.
Se Dio mi concedesse un poco di vita, vestirei leggero, mi appiattirei al sole, lasciando scoperto non solo il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore…
Scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei il sorgere del sole.
Dipingerei sulle stelle una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh, e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che dedicherei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle spine e il bacio incarnato dei petali.
Dio mio, se avessi un poco di vita…
Non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei ogni donna o uomo che sono i miei preferiti e vivrei innamorato dell’amore.
Agli uomini dimostrerei quanto si sbagliano a pensare che si smette di innamorarsi quando si invecchia, senza sapere che si invecchia quando si smette di innamorarsi.
A un bambino darei ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con il dimenticare.
Tante cose ho appreso da voi uomini…
Ho appreso che ognuno vuole vivere in cima alla montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho appreso che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene intrappolato per sempre.
Ho appreso che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall’alto in basso soltanto quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma alla fine non potranno servirmi molto, perché, quando mi riporrete dentro la valigia, purtroppo io starò morendo…

(Gabriel Garcia Marquez)

Le nuvole (Clouds)

LE NUVOLE (di Roberto Billi)
…c’è tanta gente in questa città, 
tante vite ….tante storie che ogni giorno si sfiorano …a volte scoprendosi …spesso ignorandosi.
Non ho mai smesso di guardare le nuvole ….non ho mai smesso di cercarle 
….di inseguirle con lo sguardo …di accompagnarle con il battito del mio cuore.
A volte immagino di essere lì …insieme a loro …in quel cielo sconfinato 
…Immagino di allargare le braccia e di raggiungere l’orizzonte volteggiando al loro fianco …ma anche un po’ più in alto.
Ma le nuvole continuano il loro cammino e non fanno neanche caso a me 
…sembrano ignorarmi …come questa gente che mi passa accanto per le vie della città.
Una vita tra tante …un sogno perduto tra migliaia …tra milioni di altri sogni.
Eppure, in questo mare di gente …qualche volta nasce la magia dell’incontro 
…nasce la scintilla dell’amicizia …dell’amore 
…nasce quella voglia di alzare lo sguardo e di inseguire quelle nuvole insieme ad altri occhi 
…nasce quella voglia di accompagnare il loro viaggio sincronizzando il battito del cuore ….con il battito del cuore a fianco 
…ma loro sono sempre lì …impassibili a tutti i nostri sguardi …sorde ai nostri sospiri e ai nostri battiti.
Eppure se non ci fossimo noi ad ammirale ….a stupirci …a sorprenderci davanti al loro spettacolo 
…perderebbero la bellezza …smetterebbero di colpo di essere il tramite …l’unico tramite visibile …tra noi e il cielo.
Perché la bellezza delle cose, non esiste in valore assoluto …ma sta nello sguardo di chi, quelle cose, sa apprezzarle …e questo vale per tutto …anche per le nuvole.
Forse dovrei smetterla di fare considerazioni del genere 
…forse dovrei semplicemente confondere il mio pensiero in mezzo al numero indefinito di pensieri che mi sfilano accanto 
…ma non ce la faccio …mi accorgo che questo istinto è più forte di me 
…è prepotente …è vitale …come respirare …bere …mangiare …fare l’amore.
Lo so …non potrò mai realmente raggiungere quelle nuvole …ne potrò mai imparare a volare 
…ma non per questo smetterò sognarlo…

 

Saluto alle virtù

Ave, regina sapienza, il Signore ti salvi con tua sorella, la santa e pura semplicità.
Signora santa povertà, il Signore ti salvi con tua sorella, la santa umiltà.
Signora santa carità, il Signore ti salvi con tua sorella, la santa obbedienza.
Santissime virtù, voi tutte salvi il Signore, dal quale venite e procedete.

Non c’è assolutamente uomo nel mondo intero,
che possa avere una sola di voi, se prima non muore [a se stesso].
Chi ne ha una e le altre non offende, tutte le possiede,
chi anche una sola ne offende, non ne possiede nessuna e le offende
tutte e ognuna confonde i vizi e i peccati.
La santa sapienza confonde Satana e tutte le sue insidie.
La pura santa semplicità confonde ogni sapienza di questo mondo e la sapienza della carne.
La santa povertà confonde la cupidigia, l’avarizia e le preoccupazioni del secolo presente.
La santa umiltà confonde la superbia, tutti gli uomini che sono nel mondo,
similmente tutte le cose che sono nel mondo.
La santa carità confonde tutte le diaboliche e carnali tentazioni e tutti i timori carnali.
La santa obbedienza confonde tutte le volontà corporali e carnali e ogni volontà propria,
e tiene il suo corpo mortificato per l’obbedienza allo spirito e per l’obbedienza al proprio fratello;
e allora l’uomo è suddito e sottomesso a tutti gli uomini che sono nel mondo,
e non soltanto ai soli uomini, ma anche a tutte le bestie e alle fiere,
così che possono fare di lui quello che vogliono, per quanto sarà loro concesso dall’alto dal Signore.
E saluto voi tutte, sante virtù, che per grazia e illuminazione dello Spirito
S
anto venite infuse nei cuori dei fedeli, perché da infedeli fedeli a Dio li rendiate.
(S. Francesco d’Assisi)

Ti amo fratello

Ti amo fratello/sorella
per le piccole attenzioni d’ogni giorno
e ti amo per quello che sei
e in ricchezza e in povertà mi doni.

Ti amo fratello/sorella
anche se sei distante
perché non amo di te
la tua presenza fisica,
amo invece il camminarti a fianco
come amo di te
il fatto che tu mi cammini a fianco.

Ti amo fratello/sorella
perché sei dono di Dio
al mio piccolo cuore
che ti riscalda
e ti ripara dal freddo in nome Suo
anche quando, a volte,
Lo senti meno vicino
o senti vacillare la tua forza
oppure ti ritrovi tu più debole e stanco.

Ti amo fratello/sorella
per le cose minuscole
che sollevano la mia e la tua solitudine
e ti amo perché ti fai bagnare gli occhi di lacrime
quando vedi i miei,
offuscati e socchiusi, annebbiare la fiducia costruita a fatica.

Ti amo fratello/sorella
per il sorriso pacato e forte
delle tue labbra,
come ti amo per il tuo viso preoccupato e affaticato
che mi permetti di vedere.

Ti amo fratello/sorella
per il sole e la luna
che in te fai baciare,
per il cielo e la terra
che fai incontrare,
per il dolore e la gioia
che non allontani
e stringi forte
con le tue mani ed il tuo corpo:
respiro ristretto della tua anima.

Ma sopra le maree ed ogni cielo
che all’orizzonte si perde ad occhio umano, io ti amo
perché sei mio fratello/sorella
e, come tale,
l’altra parte di me che mi abita,
ti amo come tu ami me
e con i nostri corpi protesi in alto
noi siamo l’eredità più bella
lasciata da nostro Padre in terra.

(Angela Natilla)

il sorriso

 

Il sorriso è una grande fedeltà interiore a se stessi… E’ un’arte che bisogna praticare con ostinazione e costanza. Non facendo le smorfie di fronte allo specchio, perché il risultato di simili tentativi non è il sorriso, ma la maschera.

Bisogna impararla vivendo, lasciando che l’allegria interiore illumini tutto ciò che ci accade quotidianamente e imponendo ad ognuna delle nostre parole l’obbligo di non uscire dalla bocca senza prima essersi impregnata di un sorriso.

 

(Descalzo)

In cammino… prendiamo il largo

Donaci, Signore, il coraggio di lasciare gli ormeggi delle nostre sicurezze, delle nostre abitudini per iniziare a metterci in cammino.
Non abbiamo da temere, Signore: getteremo le reti sulla Tua Parola. Fino ad ora vane sono state le fatiche, confidando sulle nostre sole forze.
Ci chiami a metterci in cammino per seguire le Tue orme. Orme a volte stanche, ma sicure. Quieta i nostri cuori, perché possa venire la Tua Parola e possa illuminare i nostri passi.
Dacci più fede, Signore, e il coraggio di saper osare anche quando tutto intorno a noi frena gli slanci dell’annuncio.
Ti chiediamo, Signore, il tuo aiuto perché la Chiesa sia sempre in mare aperto e non in tranquille acque che danno sentore di morte.
Ti ringraziamo di averci scelti e averci dato fiducia. Manda ancora, Signore, uomini e donne che abbandonano tutto per mettersi in cammino verso terre sconosciute.
Molti versano il loro sangue sui passi dei lieti annunzi. Ti preghiamo per loro, Signore. Dà anche a noi lo stesso coraggio.
Signore, compagno del nostro cammino, metti in noi l’impazienza per allungare il passo e raggiungere i solitari della strada.
Rimettici in cammino, quando i nostri passi si fanno stanchi e ci trovi delusi ai bordi della strada per non aver pescato nulla. Continua ad essere il nostro buon Samaritano, versando l’olio della speranza.
Nel nostro essere pellegrini, riempi ancora le bisacce col Pane del cammino e il Vino dei salvati.
Accompagna i passi dei “pescatori di uomini” che hanno scelto di condividere il pane duro dei poveri della Terra.
Infine, Signore nostro Dio, facci annunciatori di pace, là dove tutto parla di vendetta e di odio, di guerra e di violenza. Siano le nostre vite a parlare, sicuri che nulla è impossibile con Te e per Te.

(fra Antonino M. Clemenza)