Dall’ immagine tesa


  


Dall’ immagine tesa


vigilo l’ istante


con imminenza d’ attesa –


e non aspetto nessuno :


nell’ ombra accesa


spio il campanello


che impercettibile spande


un polline di suono –


e non aspetto nessuno :


fra quattro mura


stupefatte di spazio


più che un deserto


non aspetto nessuno :


ma deve venire


verrà


se resisto


a sbocciare non visto,


verrà d’ improvviso


quando meno l’ avverto:


verrà quasi perdono


di quanto fa morire,


verrà a farmi certo


del suo e mio tesoro,


verrà come ristoro


delle mie e sue pene,


verrà


forse già viene


il suo bisbiglio.


 


( Clemente Rebora 1920 )


 


…” Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te “.


…” L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore..”


per te Luke e gli amici tutti….

Caro Luke, stasera posso lasciarti solo una immagine. Nel mio spazio dedicato alla poesia mi sto incantando con trionfi di Madre Natura.


Ho deciso di dedicarne uno, in particolare, a te e agli amici che passano di qua.’Notte


Scusate il ritardo , ma dopo un paio di giorni passati saltanto da una parte all’altra ho il tempo per riflettere sulle visite fatte ieri… abbiamo deciso di fare assieme ai ragazzi una visita alle catacombe di San Callisto avendo un giovane salesiano che ci accompagnava per la guida. Siamo partiti dal nostro oratorio e dopo un viaggio tranquillo in autobus siamo arrivati alle catacombe… che abbiamo visitato … ormai è la terza o quarta volta che vi vado ma mi piace comunque tornarci…


Finita la visita, siamo usciti dalle catacombe e abbiamo attraversato la strada per recarci alle Fosse Ardeatine ( strano, ma vero ma ancora non ci ero andato…) e devo dire che è stata un esperienza forte entrare nella cava , vedere il luogo dove le 335 persone sono state uccise, vedere il memoriale con le tombe, pregare per loro… sperando che cose simili non si ripetano mai più… E’ necessario ricordare quel messaggio scritto sul muro di una cella di segregazione di Via Tasso da un martire delle Fosse Ardeatine: “Quando il tuo corpo non sarà più, il tuo spirito sarà ancora più vivo nel ricordo di chi resta. Fa’ che possa essere sempre d’esempio.”


” Una cosa è credere nella sopravvivenza dell’anima quanso stiamo bene, una cosa è affermarla, con calma, nel momento he precede il trapasso.” (da ” I Luoghi dell’Infinito ” – R.Mussapi ).


Digito questa importante affermazione per una serie di ragioni.


Senz’altro perchè mi colpisce l’ autore che Mussapi porta a testimonianza di quanto sopra : Platone. Nel suo ” Fedone ” , egli  discetta sull’immortalità dell’anima con una modernità sconertante. Nel farlo tira in ballo il momento estremo della vita di Socrate.


Mentre, questi, attende la fine impostagli dagli ateniesi attraverso la cicuta afferma :


E a nostro parere, non rischiano certo di passare per degli ingenui quelli che istituirono i riti misterici,anzi,a dire il vero,essi da tempo,dicono in forma di enigma che chiunque vada nell’Ade senza aver intrapreso e compiuto la suia iniziazione giacerà nella melma, mentre chi vi giunge dopo la purificazione e l’ inizazione,avrà dimora fra di dei. Del resto , secondo la mia opinione, questi non sono nient’altro che quanti hanno fatto filosofia come si deve. E anch’io….se ci ho messo il giusto impegno e ho combinato qualcosa , lo sapremo chiaramente, se Dio vuole, una volta giunti laggiù…”


Nasce spontaneo il desiderio di visitare questo Tempio del Barocco europeo.


 


Ermetica per antonomasia, la cinquecentesca Cappella Sansevero …cela una forte valenza simbolica.


Impreziosita dalle opere geniali di artisti napoletani e non, l’edificio sacro appare subito come un ottimo biglietto da visita per Napoli.


Nato in odore di miracolo, esso sacro lega il suo nome e la sua vicenda a quelle di Raimondo dè Sangro, VII Principe di Sansevero.



 


Situata nel centro storico di Napoli , fu sistemata definitivamente tra il 1749 e il 1770, la Cappella di Santa Maria della Pietà rimane un ‘must’ per i turisti che scelgono il capoluogo partenopeo come mèta.


Nasce come ‘Pietatella’ , nel 1590 ,ad opera del Duca Giovan Francesco Paolo dè Sangro .


 


Cosa lo spinge a destinare una parte del Palazzo , in piazza S.Domenico Maggiore a luogo di culto ?


Un accadimento in odore di miracolo a cavallo, accaduto tra la fine del ‘500 e la prima metà del ‘600.



 


Le cronache riportano la vicenda di un carcerato, di origini ragusane, che da innocente rischia la galera.


Accanto al muro del giardino di Palazzo dè Sangro eleva una supplica alla Madonna.


Alle preghiere dell’uomo il muro crolla : ecco apparire il Volto della Vergine della Pietà. Promette una lapide d’argento per voto . Ottiene la libertà.


Molte sono le opere di pregio da ammirare, opere dei migliori artisti presenti sulla piazza.


Tra le altre spicca per mistero e misticismo “Il Cristo Velato” del Sammartino…


 





..da Marzia per Luke e gli amici…

Dedicato a tutti gli amici che sono lontani…

“la luna splende fuoco di torcia puro
e col bagliore suo riesce ad abbracciare
due amici con il corpo già lontani
ma stretti dall’affetto della mente”
Valafrido Strabone



stasera voglio condividere un brano di neruda…




























































Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni


giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e


cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.


Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.


Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco


e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle


che fanno


brilllare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle


che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.


Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e’ infelice sul lavoro,


chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi


non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli


sensati.


Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,


chi non trova grazia in se stesso.


Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare.


Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna


o della pioggia incessante.


Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa


domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli


chiedono qualcosa che conosce.


Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo


richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di


respirare.


Soltanto l’ardende pazienza portera’ al raggiungimento di una splendida


felicita’.


Pablo Neruda