” Una cosa è credere nella sopravvivenza dell’anima quanso stiamo bene, una cosa è affermarla, con calma, nel momento he precede il trapasso.” (da ” I Luoghi dell’Infinito ” – R.Mussapi ).


Digito questa importante affermazione per una serie di ragioni.


Senz’altro perchè mi colpisce l’ autore che Mussapi porta a testimonianza di quanto sopra : Platone. Nel suo ” Fedone ” , egli  discetta sull’immortalità dell’anima con una modernità sconertante. Nel farlo tira in ballo il momento estremo della vita di Socrate.


Mentre, questi, attende la fine impostagli dagli ateniesi attraverso la cicuta afferma :


E a nostro parere, non rischiano certo di passare per degli ingenui quelli che istituirono i riti misterici,anzi,a dire il vero,essi da tempo,dicono in forma di enigma che chiunque vada nell’Ade senza aver intrapreso e compiuto la suia iniziazione giacerà nella melma, mentre chi vi giunge dopo la purificazione e l’ inizazione,avrà dimora fra di dei. Del resto , secondo la mia opinione, questi non sono nient’altro che quanti hanno fatto filosofia come si deve. E anch’io….se ci ho messo il giusto impegno e ho combinato qualcosa , lo sapremo chiaramente, se Dio vuole, una volta giunti laggiù…”


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