Imparare per vivere

Tu vivi. Un giorno sei nato. 
Nessuno ti ha chiesto di vivere. 
Ma ora vivi. 
Talvolta è bello. Talvolta sei triste. 
Molte cose ancora non le comprendi. 
Vivi, ma perché? 
Non è un caso che tu vivi. 
Ti ha dato mani, occhi, intelletto. 
Altrimenti non potresti avere tutto ciò. 
Vuole avere te. 
Con le tue mani tu devi collaborare 
a ordinare il mondo. 
Con il tuo intelletto 
devi cercare di distinguere 
il bene dal male. 
Con il tuo cuore devi amare gli uomini 
e aiutarli quandi puoi. 
Sono tanti i compiti che ti attendono. 
Che attendono le tue mani e i tuoi occhi, 
il tuo intelletto e il tuo cuore.

(H. May)

Come vuoi vivere: felice o infelice?

Voi sarete la generazione più disgraziata 
che sia mai esistita 
se stupidamente entrate nella vita 
con il desiderio mostruoso 
che noi abbiamo avuto prima di voi: 
«Io, io, io, la mia carriera, la mia ricchezza. 
Che mi importa degli altri?». 
Sarete infelici, 
se metterete il vostro benessere 
a vostro esclusivo servizio, indifferenti degli altri. 
Sarete invece la più felice generazione 
che sia mai esisitita nel mondo, 
se capirete che soltanto l’amore 
è capace di mettere il benessere 
al servizio di tutti. 
Ma per far questo, 
abbiate cura di non vivere neppure un giorno 
nella prosperità, nella comodità, 
nel benessere, nei piaceri, 
senza che il dolore degli altri 
sia venuto fino a voi.

(Abbé Pierre)

La grazia del dialogo

Signore Dio, ti lodiamo e ti glorifichiamo per la bellezza di questo dono che si chiama dialogo.
E’ un “figlio” prediletto di Dio perché è simile alla corrente alternata che rifluisce incessantemente in seno alla Santa Trinità.
Il dialogo scioglie i nodi,
dissipa i sospetti,
apre le porte,
risolve i conflitti,
fa crescere la persona.
E’ vincolo di unità
e fonte di fratellanza.
O Signore Gesù, quando appare la tensione concedimi l’umiltà necessaria per non vler imporre la mia verità contrastando la verità del mio fratello, fa’ che io sappia tacere al momeno opportuno e aspettare che egli abbia completato il suo pensiero.
Dammi la saggezza per capire che nessun essere umano è in grado di possedere l’intera verità assoluta, e che non c’è errore o stravaganza ai miei occhi che non racchiuda qualche elemento di verità.
Dammi la saggezza per riconoscere che anch’io, posso sbagliare su qualche aspetto della verità, e che dalla verità del fratello posso invece arricchirmi.
E infine dammi la generosità di pensare che anch’egli ricerca onestamente la verità, e di accogliere senza pregiudizi e con benevolenza le opinioni degli altri.
O Signore Gesù, dacci la grazia del dialogo. Amen

(I. Larranaga)

Cristo Re senza trono e senza scettro

le primarie della croce (colored)

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
(dal Vangelo di Giovanni 18,33-37)

La domenica che precede l’inizio dell’Avvento, per tradizione, è dedicata a Cristo Re. Ho provato a cercare qualche immagine a riguardo, e mi sono venuti tra le mani alcuni piccoli santini che rappresentano Gesù con un’alta corona d’oro e pietre preziose, solennemente seduto su un trono e dall’aspetto veramente regale, e che in mano ha uno scettro o il globo terrestre. Nel nostro immaginario è così che deve essere un sovrano, e se Cristo è Re dell’universo, uno dei modi più giusti è proprio questo.
Il Vangelo scelto dalla Chiesa per questa domenica invece ci dà un’altra immagine. Gesù è alle soglie della condanna a morte. Rifiutato dai capi religiosi del suo popolo, si trova a confrontarsi un impiegato dell’impero, mandato di malavoglia in questa instabile regione ai margini del grande impero romano.
Gesù è nudo, solo e indifeso difronte a Pilato, senza alcun segno di potere e sottomesso al volere di questo governatore. Ma è proprio qui che si manifesta la regalità di Gesù, e sulla croce sarà ancora più evidente. Ma non per tutti. Per capire la regalità di Cristo bisogna conoscere il Vangelo…
Pilato, servo di Roma e schiavo delle sue stesse paure, si domanda chi è Gesù e non riesce a capire che tipo di re può essere. Non può capirlo, perché il tipo di potere che lui ha in mente e che ha in mano, non è lo stesso potere che ha in mente Gesù.
Gesù non è re. Non lo è nella misura e logica umana di Pilato e di coloro che lo hanno consegnato. Non è un re dal potere militare, economico e religioso. Il potere di Gesù è il potere del servizio e dell’amore.
Gesù è re non su un alto trono, ma quando si piega ai piedi dei discepoli per lavarli.
Gesù è re non con lo scettro stretto tra le mani, ma quando ha le mani forate dai chiodi, nel momento in cui dona se stesso e proclama la vittoria dell’amore.

Penso che Gesù nel vedere i santini che lo ritraggono come un re e imperatore umano, storcerebbe il naso e non riconoscerebbe se stesso. E penso che non sarebbe nemmeno molto contento nel vedere la sua Chiesa (che è il suo Corpo nella storia) quando indugia troppo nei segni del potere umano e non sceglie le strade dell’umiltà e del servizio.
“Il mio regno non è di questo mondo”, dice Gesù. Non intende che il suo regno è rintracciabile solo in un lontano aldilà dopo la morte. Quando dice che “non è di questo mondo”, intende che il suo regno non è nel mondo di Pilato e di quelli che sono come lui, ma si trova la dove c’è un altro stile di vivere le relazioni umane e anche il servizio alla società: il mondo di Gesù è il mondo dove gli uomini cercano l’unità e la pace, dove chi governa le nazioni lo fa con spirito di servizio vero, dove ogni essere umano vive per l’altro e non solo per se stesso. Questo è il mondo dove possiamo trovare Gesù re.
Noi siamo qui a guardare Gesù e Pilato che conversano e si confrontano. Non possiamo non domandarci dove stiamo, in quale dei due regni stiamo…

Giovanni don
guerra in nome di Dio (colored)

Invocazione allo Spirito Santo

Spirito Santo, noi vogliamo parlare con te e invocarti, anche se facciamo fatica a capire chi sei e a riconoscerti.
Noi crediamo che ci sei vicino e ci vuoi bene, perché Gesù stesso ti ha mandato a noi per farci conoscere e capire le sue parole. Tu ci aiuti a vivere i suoi insegnamenti.
Tu sei con noi dal giorno del Battesimo e ogni momento guidi la nostra vita. Ci vieni donato in modo speciale nella Cresima per renderci testimoni di Gesù.
Ti chiediamo di offrirci i tuoi santi doni per arricchire la nostra vita quotidiana.
Donaci l’intelletto, per capire chi è Dio e quanto è grande il suo amore per noi.
Donaci la scienza, per guardare la vita e tutto ciò che ci circonda con gli occhi stessi di Dio, e riconoscere la sua presenza d’amore in ogni cosa.
Donaci il consiglio, perché tra le tante proposte di ogni giorno possiamo scegliere ciò che piace a te.
Donaci il timor di Dio, per sentire la sua presenza piena di tenerezza e vivere come suoi amici.
Donaci la fortezza, per vivere le grandi scelte della vita, come figli di Dio e fratelli di Gesù.
Donaci la pietà, così che sappiamo orientare il nostro cuore e tutta la nostra vita verso l’amore di Dio, che, come stella polare, ci indica la vera gioia.
Donaci la sapienza, per imparare a misurare ogni gesto con il metro dell’amore di Dio, con la sua bontà e tenerezza di Padre.

(Centro Pastorale Ragazzi di Verona)

L’altro

L’altro 
è un fratello 
per mezzo del quale 
Dio ci parla. 
Per mezzo del quale 
Dio ci aiuta 
e ci consola, 
Dio ci ama 
e ci salva. 
L’altro – ogni altro – 
è un fratello da amare. 
Egli è in cammino 
con noi 
verso la casa del Padre. 
L’altro è Gesù.

(M. Quoist)

Pentimento

Tu sai, mio Dio, 
che sono debole e impreparato al buon uso del tempo. 
Non ti fidare troppo della mia resistenza alla tentazione, 
non mi lasciare a lungo esposto nella prova. 

Perché io voglio sinceramente 
benedire il Tuo Nome, 
desidero realmente entrare nel tuo Regno, 
sono certo che la tua volontà 
è il compimento del mio bene. 
Credo con tutto il cuore 
che tu custodisci le cose buone 
per le quali riesco a trovare il tempo, 
affinché non vadano perdute. 
E che sei pronto a sciogliermi dal tempo che ho perduto 
nel momento stesso in cui riesco a vincere la mia paura 
e a confessare la mia colpa. 

Quando io ti rendo disponibile il tempo che mi affidi, 
e lo arrischio per venire in soccorso 
della mancanza del mio fratello, 
io so che il mio tempo si arricchisce 
fino a cento volte, fin d’ora: 
e molto mi viene perdonato. 
E quando infine riconosco la stupidità della mia colpa, 
e mi rivolgo contrito a te, Padre, 
non incontro l’ombra del tuo risentimento, 
ma soltanto la tenacia della tua fedeltà. 
Scopro che il tempo perduto 
fu per te il tempo dell’attesa 
e il tempo insperabilmente ritrovato 
è subito il tempo della festa.

(C.M. Martini)

Padre, tu mi ami

Padre, tu mi ami: 
tu sai ciò che fai, 
tu hai esperienza 
e non sbagli i colpi… 

Tu sei l’artista; 
io sono la pietra da scolpire, 
tocca a te fissarmi 
nella tua forma. 

Le prove sono un sacramento 
della tua volontà: 
fa’ che io non renda inutili 
questi tuoi gesti, 
con le mie impazienze.

(E. Quinn)

Fammi vivere

Liberami, o Signore, 
dalla pigrizia che ho 
e dalla paura che mi prende, 
dal comodo compromesso 
e dal facile disimpegno. 

Aiutami, o Signore, 
ad essere come non sono 
e come vorresti che io fossi. 
Non importa ciò che muore in me, 
m’interessa ciò che nasce 
insieme a te. 

Aiutami, o Signore, 
a prendere sul serio il tempo, 
a rispettare la vita, 
a conservare l’amore; 
ho bisogno di te 
per vivere come tu vuoi. 

Donami, o Signore, 
la tua forza per agire, 
la costanza dell’impegno, 
la gioia di una fede che cresce, 
la speranza e l’abbandono fiducioso 
al tuo amore.

(P. Maior)

Preghiera per abbellire la faccia

O Signore, 
intervieni con urgenza 
per colorare le facce scure, 
lagnose, troppo sicure. 
Ma a che serve esser tristi? 
I salici piangenti 
non hanno mai avuto fortuna! 
Ti prego, Signore, 
dammi il mio buon umore quotidiano; 
liberami dai mugugni e dai sospiri; 
non permettere mai che mi dia 
troppe preoccupazioni per quella cosa 
ingombrante che si chiama “io”. 
Fa’ che il riso sia 
il mio modo di fare il segno della croce; 
che l’allegria sia la benzina 
dell’anima mia. 
E così un giorno 
(il più lontano possibile, per favore!) 
ti sentirò dire: 
“Ero il tuo bambino, 
ero la tua moglie, 
ero il tuo marito… 
tu mi hai rallegrato col tuo sorriso: 
entra nella gioia eterna del mio paradiso!”.

(anonimo)