La pietra azzurra

Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio.
Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina.

I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli oggetti esposti.
Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri.
“È per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?”.

Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: “Quanti soldi hai?”.
Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò.
Né vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina.

“Bastano?” disse con orgoglio.
“Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c’è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa.
Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice.

Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi”.
L’uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l’astuccio.
“Prendilo” disse alla bambina. “Portalo con attenzione”.

La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo.
Un’ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri.
Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioiellerie aveva confezionato e dichiarò:

“Questa collana è stata comprata qui?”.“Si signorina”.

“E quanto è costata?”
“I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me”.

“Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo!”
Il gioielliere prese l’astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza.
“Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva”.

Qualche fumetto da leggere – Il funambolo

Riprendo possesso del mio blog dopo alcuni problemi tecnici e lo faccio facendo una recensione ad un graphic novel uscito l’anno scorso e dedicato alla grande figura di Charlie Chaplin.

L’opera, scritta da Emiliano Barletta e disegnata da Alessandro Buffa per la casa editrice NPE, costituisce un omaggio a una delle figure più importanti del cinema di tutti i tempi. Essa si apre con l’immagine che fa da riferimento al titolo dell’opera, ovvero “Il funambolo”, in cui lui sogna di trovarsi in equilibro sul vuoto, infastidito da delle scimmie, in quello che si rivela essere un sogno del Chaplin anziano che, nella sua villa svizzera, seduto accanto alla moglie Oona O’Neill, ricorda gli avvenimenti del suo passato.

Da qui parte il flash back che ci rivela le sue origini, con diversi salti indietro nel tempo, per dirci come egli provenisse da una famiglia di attori, con diversi problemi, tra cui l’alcoolismo del padre, e che si era trovato a stare per un periodo all’ospizio dei poveri. Ma questo non gli aveva impedito di appassionarsi al mondo del teatro e iniziare a recitare. Bel presto era entrato in una compagnia di Londra e nel 1910, a 21 anni compie il primo viaggio in America, dove ritornerà alcuni anni dopo per dedicarsi alla carriera cinematografica, creando la figura di Charlot, che diventerà il suo personaggio di spicco.

Ed è un film in particolare che rimanda la storia in questione, quella della lavorazione del film Il circo, in cui la scena del funambolo riveste un ruolo fondamentale; un film che ebbe una lavorazione molto travagliata, sia per una serie di eventi che colpirono la produzione, tra cui un tornado che distrusse il tendone, luogo principale delle riprese e un incendio del set. Ma il problema principale era connesso alla vita privata di Chaplin, che in quel momento si stava separando dalla seconda moglie, Lita Grey, cosa che diede vita ad uno degli scandali più forti per la Hollywood del tempo.

Lita infatti, oltre a bloccare la produzione del film, lo accusò di averla costretta a pratiche di dubbia moralità; la situazione si risolse soltanto dopo il pagamento alla ex-moglie della somma di un milione di dollari. Chaplin, come conseguenza di questa vicenda, ebbe a soffrire di un esaurimento e di un precoce incanutimento e sviluppò un rapporto di amore-odio con questo film, che peraltro gli fece vincere un Oscar alla Carriera, al punto da non citarlo nella sua autobiografia.

Passando all’analisi dell’opera, si tratta di un graphic novel di grande spessore, dove, a una precisione nei dettagli biografici e a una sceneggiatura di spessore, si unisce una splendida realizzazione grafica, che porta il lettore direttamente sul set del film, con una serie di vignette inserite nei negativi dell’epoca e con la scelta di sostituire i fumetti con le didascalie tipiche del cinema muto; altro espediente scenico di grande effetto è, secondo me, la scelta di disegnare due tavole affiancate con colori opposti, per indicare il passaggio tra il presente dello Chaplin anziano e il passato di quello giovane.

Concludo questa breve recensione con il link, dove poter trovare l’opera