Come i narcisi a primavera

Sono passati tanti anni da quel giorno. Da quando mi sono ritrovato seduto sulla corriera in partenza dalla piazzetta principale di Lughi. Avevo la macchina dal carrozziere, ma non sarebbe stata quella una ragione sufficiente per mancare al compleanno di ‘Gi. Così avevo preso quello scomodissimo mezzo, un dinosauro caracollante che sembra sempre perdersi tra tutti i paesini della valle d’Argea, prima di rammentarsi la strada giusta per tornare in città.
Stavo pensando a tutto ciò che avrei dovuto sbrigare nel corso di quella giornata quando, guardando dal finestrino alla mia sinistra, vidi all’interno di una macchina parcheggiata poco distante, un uomo e una donna che stavano litigando. A ben vedere, era piuttosto l’uomo che sbraitava agitandosi in modo scomposto, mentre la donna, sul sedile più vicino a me, se ne stava in silenzio, immobile, con gli occhi bassi. Lui urlava  gesticolando e dai muscoli tesi del collo e dall’espressione stralunata degli occhi, si capiva che era fuori di sé. Passarono alcuni minuti. Poi, forse perché si sentiva fissata, lei si girò nella mia direzione senza che l’uomo se ne accorgesse. I suoi erano occhi carichi di una tristezza stanca. C’era una rassegnazione profonda, di quelle che incatenano l’anima per l’eternità. Mi fissò per un tempo che mi sembrò lunghissimo senza che io riuscissi a staccare il mio sguardo da lei. Poi la corriera accese il motore e cominciò a muoversi. Lei mi seguì piano piano ruotando appena quel suo corpo che mi appariva fragile e minuto. Poi, con la stessa inattesa meraviglia dei primi narcisi a primavera, aprì lentamente le labbra ad un sorriso dolcissimo e liberatorio, regalandomi tutta la sua solitudine e infelicità.

Alla ricerca del mestolo perduto

Oggi ho provato un nuovo supermercato. Vedevo le indicazioni scritte su di un cartellone monumentale ogni volta che prendevo l’autostrada. Ed oggi era il giorno giusto. Un bel centro commerciale, non c’è che dire, anche se l’entrata pare più simile ad una stazione ferroviaria tanto che vien voglia di fare il biglietto. Prendo il carrello, mi avventuro fiducioso percependo subito tutta la copiosità straripante delle libagioni e dell’oggettistica varia attorno a me. Giro di qua, giro di là. Poi, non so perché, comincio a sentirmi a disagio. ‘E’ perché l’ambiente è nuovo’ penso io. Ma poi mi accorgo, invece, che è per il fatto che le merci sono state disposte non per categorie (cioè tutta la cancelleria da una parte, il vestiario dall’altra, gli alimentari più in fondo, i libri nel centro) ma secondo associazioni di acquisto. La mia razionalità è sconvolta. I giocattoli per bambini sono vicini alla cioccolata, la birra si trova di fronte ai giornali, gli spaghetti accanto agli scolapasta. Insomma tutto è disposto secondo un ordine subliminale studiato a fondo chissà da quali e quanti esperti di marketing che avranno faticato non poco per mettere tutto al posto ‘giusto’. Il problema è che se hai poco tempo e non hai intenzione di girar tutto lo store e ti serve, che so? la mozzarella, non devi commettere l’errore di andare diritto al settore alimentare, ma devi pensare a quale associazione l’addetto al marketing ha creduto che tu possa avere quando pensi alla mozzarella di bufala. La mangi a morsi quando fai il giardinaggio? Pensi alla sua freschezza quando guardi estasiato un cesto di pomodori a grappolo? Hai bisogno di rigirartela tra le dita quando telefoni alla tua bella? Ma poi devo pensare alle associazioni mentali maschili o a quelle femminili oppure ad un essere asessuato che prende paga e se ne va? Mah… E’ che non ho mai visto tanta gente chiedere informazioni come in quel posto, dove i classificatori li trovi dappertutto: vicino agli champagne di marca che, a loro volta, sono appena sopra l’ultimo libro di Grisham, o accanto alle calze di lana seminascoste dai barattoli di fagioli cotti al fiasco. Vuoi vedere che ho sempre desiderato archiviare tutti i legumi in ordine alfabetico e non lo sapevo?

Viandanti.
Io, te, noi siamo viandanti
nel momento in cui siamo chiamati
a uscire dalle nostre certezze
e a muoverci , camminare
lungo sentieri sconosciuti
portandoci appresso le nostre
paure, speranze, gioie e dispiaceri,
guidati verso l’unica Meta
che da un senso alle nostre esistenze.

Luca Mazzocco

Dentro di te

L’uomo era seduto sul bordo del letto. Non gli riusciva di guardare in faccia il vecchio. Gli faceva impressione vederlo con le guance così infossate e quel colorito così pallido da sembrare una sfumatura del cuscino candido.
«Ma perché non abbiamo mai parlato io e te…?» sbottò ad un certo punto l’uomo con aria di rimprovero.
Il vecchio portò l’indice smilzo alla propria bocca per zittirlo. Poi gli mormorò:
«Ho messo tutto in quella stanza…»
«Quale stanza?» domandò seccato l’uomo.
«La stanza, lassù al Borgo» rispose cercando vanamente di deglutire.
«Quella stanza non c’è più da tempo e neppure la casa. Persino il Borgo è completamente disabitato» sbottò l’uomo con un tono che solo qualche anno prima non si sarebbe neppure sognato di usare.
«No…» riprese dopo un po’ a dire il vecchio inumidendosi le labbra «non hai capito. Quando sei stato concepito in quella stanza, al Borgo ho messo tutto quello che avevo da dirti dentro al cuore» e così dicendo gli toccò appena il petto. «Le risposte sono tutte dentro di te, devi solo cercarle. Mi porterai dentro anche se non ci siamo capiti, anche se abbiamo sbagliato e pensi che non ti abbia amato abbastanza.»
Poi il vecchio girò la testa verso la finestra per nascondere due grossi lucciconi che avevano preso ad annebbiargli la vista.

Dopo un bel pò di tempo ho fatto alcuni micro-cambiamenti.. tra cui ricordiamo l’aggiunta dei feed e la risistemazione del fotoblog dopo mesi di incuria… nei prossimi giorni aggiungeremo molte altre foto!!!!

L’operazione è andata bene e il decorso post-operatorio
procede bene per entrambe …
vi ringrazio per le vostre preghiere e vi terrò aggiornati!!!!

RICHIESTA DI PREGHIERA

Vi chiedo una preghiera per una ragazza del mio oratorio che domani riceverà il fegato dalla madre , tramite un intervento chirurgico molto complesso in quanto si tratta di prelevare una parte del fegato dalla madre e trapiantarla nel corpo della figlia. Le vostre preghiere sarebbero molto gradite sia per loro due che per il resto della famiglia.
 
Luca Mazzocco

AMARE SIGNIFICA:
ACCETTARE con infinita pazienza,
TACERE con infinita fiducia,
SORRIDERE con infinito coraggio,
GUSTARE AMAREZZE con infinito silenzio,
IMPEGNARSI NEL PROPRIO DOVERE con infinita nostalgia,
AMARE IL PROSSIMO con infinita tenerezza,
ATTENDERE con infinita letizia,
DONARSI con infinita speranza,
PREGARE con infinita confidenza,
GIOIRE con infinito affanno;
L’AFFANNO DEL CUORE macerato dal bisogno
di AMARE INFINITAMENTE DIO E L’UMANITA’» (Mons. Luigi Bosio)

“Se è vero che la Chiesa è una grande famiglia, succede in essa come in tutte le famiglie: i genitori formano i figli, ma anche i figli modellano i loro genitori. Così nella Chiesa: se è vero che il pastore modella il gregge, come dice san Pietro (1Pt 5,3), non è meno vero che il gregge, attraverso la propria carità, il proprio affetto e la propria lealtà, modella il pastore. Ciò che sarà il nostro Papa per noi dipende anche da ciò che noi saremo per lui”.

(Card. Danneels)