MADRID GMG2011 – 1

Dopo un pò di giorni, ho fatto sedimentare le impressioni dell'esperienza e inizio a volerla raccontare ai miei amici. Il mio viaggio ha avuto inizio in una calma domenica di agosto, quando, armato con il mio fedele zaino che già avevo portato a Colonia, ho preso il treno che mi avrebbe portato a Fiumicino, per il volo Iberia di partenza. La presenza sul volo di altri pellegrini mi faceva già entrare nell'atmosfera della GMG, come la lettura dei  giornali spagnoli. Dopo un volo tranquillo, sono atterrato a Bajeres, dove una volontaria mi ha portato presso la parrocchia dei giuseppini del Murialdo, dove mi sono ricongiunto al mio gruppo, giunto il giorno prima. Dopo essermi sistemato, nella parrocchia, abbiamo fatto un momento di preghiera e poi cenato in parrocchia. Dopo cena c'è stato un bel momento di festa non organizzato in cui abbiamo partecipato a bans e ballato assieme, assieme a ragazzi di diversi paesi del mondo. Dopo ci siamo preparati per la notte …

SI PARTE!

Fa, o Signore, 
che il nostro partire sia anzitutto  uscire da sè, 
rompere quella crosta di egoismo
che tenta di imprigionarci 
nel nostro "io".
Rendici capaci di capire
che il partire è smetterla di
girare in tondo a noi,
come se fossimo al centro
del mondo e della vita.
Partire è non lasciarsi chiudere
negil angusti problemi del
piccolo mondo cui apparteniamo:
qualunque sia l'importanza di questo
mondo l'umanità è più grande
ed è essa che dobbiamo servire.
Partire non è divorare chilometri,
attraversare i mari,
volare a velocità supersoniche,
arrivare primi.
Partire è anzitutto LASCIARE:
alcune certezze,giudizi sulle persone,
sulla nostra storia,
è PERDERE
ciò che non ci permette
di andare, di essere liberi:
ricordi, ferite, pregiudizi…
Partire è permettere
alla Novità di Dio
di scriversi in noi!
Partire è aprirci agli altri,
farci loro incontro.
Aiutaci a comprendere che nel viaggio
non siamo soli, ci sei Tu
e ci sono altri come noi:
ricordaci che un buon camminatore
si preoccupa dei compagni scoraggiati
e stanchi, li attende e li sprona, li ascolta
e in questo incontra
Te Signore Eterno Viandante,
che ci accompagni per via.
Fa che il nostro camminare
non sia un girovagare a vuoto,
ma un andare verso…
Che il nostro partire sia
un mettersi in marcia e
aiutare gli altri a cominciare
la stessa marcia con la
convinzione che ogni sera
è la promessa di un'aurora . 
Tu Signore sei la VIA. 
Amen.

(recitata durante il momento di preghiera
in preparazione alla GMG) 

 

Preghiera Strampalata

Signore, tutti urlano! 

Aiutami… 

Ad abbassare il tono della mia voce. 
A trovare il silenzio dentro e fuori di me. 
Ad ascoltare le parole appena sussurrate. 
A sentire il profumo di un fiore appena sbocciato. 
A discernere il bene dal male. 
Ad usare sempre parole buone. 
A benedire e non a maledire. 
A comprendere i sogni e i desideri nascosti nel cuore della gente. 
Ad inginocchiarmi davanti al tuo Santissimo Corpo. 
Ad essere un uomo dalle mani dure ma dal cuore buono. 
A riconoscere sempre i miei errori.
A togliere l'orgoglio dalla mia vita. 
A portare ogni giorno la mia croce. 
A riconoscerti nel volto di ogni persona. 
Ad amare mia moglie di un amore eterno e sempre nuovo. 
Ad accettare che i miei figli non sono "cosa mia". 
Ad essere in ogni luogo espressione della tua felicità. 
Aiutami, Signore, a riconoscere sempre la tua voce. 
Amen!

(Adolfo Rebecchini)

S. CHIARA

O Chiara,

che con la luce della tua vita evangelica 
rischiarasti l’orizzonte del tuo secolo, illumina anche
noi che, oggi più che mai, siamo assetati di verità e di vero amore.
Con la testimonianza della
tua vita, tu hai da dire anche a noi, dopo 7 secoli, 
una parola di speranza e di fiducia che attinge
la sua forza dal Vangelo, verità eterna.

Guarda, o Chiara, alle tue figlie che sparse in tutto

il mondo vogliono continuare silenziosamente
la missione di Maria, Vergine e Madre, nel cenacolo

dove sotto il soffio dello Spirito Santo nasceva e si sviluppava la Chiesa.


Guarda a tutta la

gioventù che cerca attraverso le vie più disparate
di realizzare se stessa e guidala verso quella

pienezza di vita che solo Cristo ci può dare.

Guarda, o Chiara, anche chi è
verso il tramonto della

vita e fagli sentire che nulla è perduto
quando ancora rimane il desiderio di ricominciare da capo

per fare meglio, per essere più buoni…

E fà, o Chiara, che tutti, quando
saremo giunti alla soglia

dell’Eternità, possiamo come te
benedire Dio che ci ha creato per il suo amore!

Amen.

Alleluja!

S. CHIARA

Restami vicino, o Signore!

Gesù, è facile scoraggiarmi
quando lotto per la santità 
e mi sembra di non migliorare. 
Fa' che io ponga 
la mia fiducia in te 
e non nei miei poveri mezzi. 

La tua vita sembrò 
un fallimento sulla croce, 
ma tu sei venuto 
per amarci fino alla fine. 

Donando te stesso 
nel pane e nel vino, 
hai indicato il modo in cui 
vuoi che ci amiamo a vicenda. 

Signore Gesù Cristo, 
accoglimi nel tuo splendore; 
colmami del tuo Spirito, 
purifica il mio cuore.

Elizabeth Ruth Obbard
 

IN MARE APERTO

 Il mare mi affascina e sgomenta.
La distesa delle acque
mi fa sentire solo
di fronte a Te.
M’inebrio d’infinito.
E quasi ne sento il profumo.

Ti prego, Signore: 
Tu, che nel Verbo
hai tratto dal nulla tutto ciò che esiste
e hai messo ordine nel caos primordiale,
metti ordine nella mia vita,
zattera in balia dei flutti.

Spirito di amore, 
respiro del mio respiro,
rafforza in me il tuo soffio di vita
che orienta i desideri e la volontà
verso la sconfinata bontà del tuo abbraccio.

(C. Menghini – P. Righero)

IN MARE APERTO

Preghiera Semplice

Dammi semplicità, Signore, 
la giusta ingenuità per correrti incontro senza timori. 
Dammi il mio sorriso, Signore, 
l'unica ricchezza che posso donare a mio fratello. 
Dammi la disponibilità, Signore, 
rendimi sereno davanti al tuo progetto. 
Dammi autenticità, Signore: 
fa' che io sappia baciare il lebbroso. 
E infine, Signore, dammi coraggio, 
perché sento le gambe tremare 
e il cuore battere forte. 
Ho tanta paura Signore, 
ma so che tu sei vicino a me.

Don Ivan Bodrozic

Voce del Silenzio

Ci sono momenti nella vita in cui ci rimettiamo in marcia dopo avere riscoperto il Signore. 
Un prete in gamba, un'esperienza travolgente, un'intuizione, sono in grado di farci scoprire o riscoprire la fede e la bellezza del volto di Dio. 
Prima tentennando, poi con crescente convinzione, approfondiamo la fede e scopriamo un orizzonte diverso, altro, splendido. 
La Chiesa non è solo quella struttura irrigidita ed antipatica che pontifica su tutto, ma la comunità dei discepoli che credono nel risorto. 
La preghiera smette di essere una noiosa e ripetitiva giaculatoria per diventare il luogo dove incontro Dio e me stesso. 
La vita non è più una caccia grossa senza regole in cui vince il più forte, ma l'opportunità per scoprire una dimensione altra, altrove, in cui tutto si illumina. 
È la conversione del cuore: improvvisa, per alcuni, lenta e inesorabile, per altri. 
Come il seme delle Parola che cresce, nonostante la zizzania, come il tesoro trovato nel campo, come i pochi pani che sfamano l'umanità. 
Poi, ad un certo punto, scopriamo che il dubbio e la sofferenza entrano a far parte della nostra nuova vita. 
Al discepolo il dolore non è evitato. 
Uffa. 

Un silenzio assordante 
Nove secoli prima di Cristo il profeta Elia scopre che il popolo segue ogni novità, anche in campo della fede. Onri, con un colpo di stato, conquista la Samaria e fa sposare suo figlio Acab a Gezabele, una regina straniera che porta con sé il culto dei Baal. Alla gente, in fondo, quella novità non dispiace. 
Elia è pieno di zelo per il Dio dei padri e non riesce a trovare altri che, come lui, difendano la fede autentica. 
Si trova come noi, attorniato da persone che non si preoccupano molto della verità e che seguono le proprie emozioni correndo dietro al veggente (anche cattolico) di turno. 
Allora sfida i sacerdoti di Baal in un'ordalia sul monte Carmelo e dimostra al popolo che Dio è l'unico, facendo scendere dal cielo un fuoco che consuma un sacrificio, sacrificio che invano i 400 sacerdoti di Baal avevano tentato di far consumare invocando il proprio Dio. 
Ma Elia si fa prendere la mano e fa uccidere tutti i sacerdoti dalla folla entusiasta: la regina di Gezabele, livida di rabbia, lo vuole uccidere. 
È qui che troviamo Elia, spaventato e consumato, desideroso di morire nel deserto. 
L'illusoria vittoria intrisa di sangue non ha fatto che peggiorare le cose. 
No, Dio non è nella violenza, questo ora ha capito Elia che si ritrova sul monte dell'alleanza. 
E qui, sull'Oreb, Elia capisce e ci fa capire qualcosa di splendido. 
Dio non è nella violenza, né nei grandi eventi naturali o nei prodigi, ma nell'intimo di ciascuno di noi. 
Nella brezza del mattino anzi, come più precisamente, nella voce del silenzio. 
Abbiamo disimparato l'ascolto del silenzio. 
Il luogo dove incontriamo Dio. 

Tempeste 
Succede sempre così. 
Quando pensi di avere capito tutto, quando pensi di essere lanciato sulla nuova strada della fede, ecco che scopri l'assenza di Dio. Sono lontane le emozioni della preghiera, la fede entusiasta che fa cantare e gridare di gioia, lontana la comprensione della Parola che sembra essere tornata un insieme di parole senza significato. Dio c'è, d'accordo, ma è lontano, non sembra più occuparsi di noi. 
Allora tutto diventa faticoso, dolorante, inutile. 
Dov'è quel Dio che avevamo scoperto? 
E i dubbi crescono: ci siamo sbagliati? 
Non dobbiamo avere paura del dubbio: il dubbio è salubre, una fede senza dubbi è inutile e non ci cambia il cuore. Perché il dubbio spinge alla comprensione, al confronto, all'abbandono fiducioso. 
L'episodio descritto dal vangelo, più teologico che storico, dice che la barca era agitata dalle onde. 
In greco l'evangelista usa un verbo che, letteralmente, indica il sottoporre alla prova e che richiama una pietra durissima usata a Lidia per verificare la qualità di un metallo. 
Ci spaventa la prova, ma ci aiuta a capire quanto è robusta la nostra fede. 

Eccolo 
Proprio quando l'onda è alta su di noi, proprio quando ci sembra di essere sconfitti, qualcosa accade. Gesù cammina sulle acque tempestose e ci ripete: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». 
Israele è sempre stato un popolo da terraferma: il mare in tempesta rappresenta il peggior incubo immaginabile per un ebreo. 
Gesù viene camminando sulle acque, padroneggiando proprio le paure più terribili che possiamo immaginare, quelle che ci impediscono di gioire, che ci tagliano il fiato. 
La malattia, la morte di qualcuno che amiamo, l'abbandono, la solitudine. 
Pietro si tuffa', anche lui vuole camminare sulle acque, sulle difficoltà: si fida, muove i primi passi e poi miseramente sprofonda nel lago agitato. 
Non basta il coraggio per camminare sulle acque del dubbio, Pietro ancora deve attraversare il deserto per crescere. Non si getterà più dalla barca, non vorrà più per sé un futuro eroico con una fede eclatante, starà seduto a guidare il timone per portare i fratelli all'altra riva. 
Davanti ai dubbi di fede, davanti alle tempeste della vita, il discepolo è chiamato, come Elia, ad ascoltare nel suo cuore il silenzioso mormorio di Dio, recuperando quella dimensione assoluta che è il silenzio, la preghiera, l'ascolto meditato del grande e quieto oceano della presenza di Dio, per vedere il volto di Dio che si nasconde nel vento, che pare evanescente come un fantasma. 

Paolo Curtaz
 

Trasfigurazione

Che meraviglia che la sua faccia sia diventata come il sole, se egli è il Sole? Che c'è di strano che la faccia del Sole diventi come il sole? Era il Sole, ma nascosto sotto una nube; rimossa la nube, ecco che splende. 

Che cosa è questa nube che viene rimossa? Non proprio la carne, ma la debolezza della carne, che viene rimossa per un istante. Della contemplazione di questo Sole anche tu, Città beata, godrai in eterno, quando, discesa dal cielo, sarai ornata come sposa preparata da Dio per il suo sposo. 

Questo Sole non ti acceca, ma ti aiuta a vedere, t'invade di divino fulgore. Qui lo credi per fede, lì lo vedrai. 
Allora davvero, com'egli ti conosce, sarai irraggiato dal suo eterno splendore, ne sarai felicemente illuminato, gloriosamente illustrato.

(Pietro il Venerabile)

BUONA FESTA
DELLA
TRASFIGURAZIONE !

Trasfigurazione