ECCOMI SONO LA SERVA DEL SIGNORE

Crediamo dunque in Gesù Cristo, nostro Signore, nato da Spirito santo e da Maria vergine. Infatti la stessa beata Maria credendo concepì colui che credendo generò. Quando infatti le fu promesso un figlio, domandò come questo sarebbe avvenuto, poichè non conosceva uomo — evidentemente le era noto un unico modo di conoscere un uomo e di partorire, e cioè che l’uomo nasce dal maschio e dalla femmina, modo del quale non era esperta ma che aveva appreso dal contatto con le altre donne — e dall’angelo ottenne questa risposta: « Lo Spirito santo scenderà  su dite, e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà ; pertanto chi da te nascerà  santo, sarà  chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,35). Dopo che ebbe detto tali cose ella, piena di fede e concependo Cristo prima nel cuore che nel ventre, disse: «Ecco la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
Avvenga, disse, che nella vergine uno sia concepito senza seme virile; che nasca da Spirito santo e da donna integra lui nel quale possa rinascere da Spirito santo la Chiesa integra.

Agostino d’Ippona, Sermone 215,4

La grotta dell'Annunciazione a Nazareth

FELICITA' E GIOIA

La felicità non può realizzarsi senza la gioia. E la gioia ha come elemento fondamentale la benedizione che viene da Dio. Solo chi è benedetto da Lui possiede la gioia anche nel dolore ed è quindi felice.

Paul Tillich

FRAGILITA'

Vi è stato detto
che, come una catena, siete fagili
quanto il vostro anello più debole.
Questa è soltanto mezza verità.
Siete anche forti
come il vostro anello più saldo.
Misurarvi dall’azione più modesta
sarebbe come misurare la potenza dell’oceano
dalla fragilità della schiuma.
Giudicarvi dai vostri fallimenti
è come accusare le stagioni
per la loro incostanza.
E voi siete come le stagioni,
e anche se durante il vostro inverno
negate la vostra primavera,
la primavera, che in voi riposa,
sorride nel sonno e non si offende

K. Gibran

BUONA FESTA DI S. GIUSEPPE!

Ecco il servo saggio e fedele
che il Signore ha posto a capo della sua famiglia.

Ti onoriamo, o glorioso San Giuseppe! perché sei il Santo più onorato del cielo e della terra. Dio Padre ti onorò affidando alla tua custodia il suo Figlio Gesù e la sua Figlia Maria, i due tesori più amati del suo cuore. Dio Figlio ti onorò chiamandoti Padre, obbedendoti e affidando la sua vita e la sua cura nelle tue mani. Lo Spirito Santo ti onorò consegnandoti la sua Sposa, la Vergine Maria, come tua sposa. Gesù e Maria, dopo averti onorato standoti sottomessi per trent’anni consecutivi, assistettero alla tua preziosa morte. La Chiesa ti onora istituendo feste in tuo onore, chiamandoti Patrono della Chiesa Universale, assicurando che degno di sommi onori e lodi. I Santi e i fedeli, tutti ti invocano con perseveranza, con entusiasmo e amore sempre crescente, come Santo senza eguali, che soccorre in tutte le necessità, che difende in tutte le difficoltà, consola in tutte le tribolazioni, e protegge in tutte le disgrazie della vita, e in modo speciale, nell’ora della morte.

In dignità e grazia, in santità e gloria, non troveremo nessun altro Santo, dopo Maria, più onorato da Dio e dagli uomini che Te, glorioso Patriarca. Cosa non potresti ottenere, benedetto Santo, in favore dei tuoi devoti? Le tue suppliche hanno la forza di un comando con Gesù e Maria. Chi è come Te, che in cielo può chiamare Figlio il Re della gloria e Sposa Maria, Regina del cielo e della terra? Tutti speriamo e confi­diamo in Te, perché in vita possiamo conoscere, amare e servire Gesù, Maria e Te, e dopo la nostra morte godere in Vostra compagnia la misericordia eterna dell’Altissimo. Amen.

DEDICATO A TUTTI I MIEI AMICI

Ho amici che non sanno quanto sono miei amici.
Non percepiscono tutto l’amore che sento per loro né quanto siano necessari per me.
L’amicizia è un sentimento più nobile dell’amore. Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l’amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità.
Potrei sopportare, anche se non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se morissero tutti i miei amici!
Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza…
Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono. Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita. Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami. Loro non mi crederebbero.
Molti di loro, leggendo adesso questa "crônica" non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici. Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco.
E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita.
Se uno di loro morisse io diventerei storto.
Se tutti morissero io crollerei.
E’ per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita.
E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere. Essa è forse il frutto del mio egoismo.
A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro. Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere…
Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei amici.
Un amico non si fa’, si riconosce.

Vinicius de Moraes