Dentro lo scontro tra spirito e mondo

papa in terra santa (colored)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
(dal Vangelo di Giovanni 14,15-21)

In questi giorni di elezioni per il parlamento europeo che coinvolgono tutti i cittadini italiani e della Comunità europea, lo scontro politico è alto, come sempre.
Anche spegnendo tutti i mezzi di comunicazione, a meno di non isolarsi su qualche montagna o isola, non possiamo non sentire gli echi di uno scontro sempre più acceso tra posizioni politiche diverse, tra diversi modi di vedere la politica e il modo di governare. E i nomi dei protagonisti al vertice di questo scontro li conosciamo tutti, alcuni nuovi e alcuni meno nuovi e da decenni presenti nello scontro.
E’ assolutamente normale che ad ogni competizione elettorale, che sia per l’Europa o per la nazione o anche per l’amministrazione di un piccolo comune, l’elettore si trovi in mezzo a questo scontro e debba prendere alla fine la sua decisione, che porrà segretamente nell’urna elettorale.
Ovviamente la decisione di stare da questa o quella parte politica assai raramente avviene all’ultimo secondo, al momento di porre il proprio segno sulla scheda. E anche l’eventuale decisione di non votare o votare in modo nullo, è comunque una presa di posizione attiva nello scontro elettorale.
Gesù parla di uno scontro che fin da subito avviene attorno ai suoi discepoli da quando lui è venuto e soprattutto dal momento in cui risorge e sale in cielo, dopo la sua morte. E i discepoli sono chiamati a prendere posizione in questo scontro di opposte fazioni.
Nel Vangelo di Giovanni questa competizione non elettorale ma spirituale è quella tra lo spirito “del mondo” e lo Spirito Santo, tra il progetto di Dio manifestato con Gesù e il progetto senza Dio e che vogliono quelli che hanno deciso di eliminare Gesù.
Il discepolo per Gesù è chiamato a scegliere non solo a parole ma con la vita, con le scelte di ogni giorno.
E’ una scelta di amare o non amare Gesù in modo concreto ed esistenziale.
“Se mi amate osserverete i miei comandamenti”, dice Gesù. E il comandamento di Gesù è quello dell’amore, quello che Gesù ha spiegato con la lavanda dei piedi all’inizio dell’ultima cena, e che sulla croce diventa definitivo.
Lo Spirito Santo, cioè l’amore totale di Dio, ha la funzione di “difensore”, questo è il significato più corretto di “paraclito”. Il discepolo ha in se stesso questo Spirito che difende il lui il progetto di Dio, un progetto che viene messo continuamente alla prova e combattuto da altri progetti che sembrano prevalere nel mondo, tutti progetti che non vogliono la vera felicità dell’uomo, che non prevedono la pace tra i popoli, che non parlano di benessere per tutti…
Nello scontro nel quale come discepoli siamo immersi anche oggi, quando ogni giorno siamo chiamati a seguire il Vangelo o il contrario del Vangelo, abbiamo lo Spirito di Dio che non ci lascia soli ma ci assiste interiormente. Basta saperlo ascoltare…
Vivere nella comunità cristiana, leggere e pregare insieme la Parola di Dio, costruire e rinsaldare i legami tra cristiani, tutto questo ci aiuta ad ascoltare la voce dello Spirito di Dio nostro difensore, senza lasciarsi ingannare e sviare da altre voci.
Papa Francesco che proprio in questi giorni si reca in Terra Santa, sulla scia dello storico incontro di pace tra il suo predecessore Paolo VI e il patriarca ortodosso Atenagora, di 50 anni fa, è proprio nella linea di questo ascolto dello Spirito Santo.
Lo Spirito di Dio ci porta a cercare anche il più piccolo legame tra esseri umani e soprattutto tra cristiani, convinti che nell’unità e nel dialogo, il progetto di amore di Dio si realizza pienamente nella storia, quella del mondo come la nostra storia personale.

Giovanni don

Se tu non vieni

Se tu non vieni,
i nostri occhi più non vedono
la tua luce,
le nostre orecchie più non odono
la tua voce,
le nostre bocche più non cantano
la tua gloria.

Vieni ancora Signore.
Se tu non vieni,
i nostri volti non sorridono
per la gioia,
i nostri cuori non conoscono
tenerezza,
le nostre vite non annunciano
la speranza.

Vieni ancora Signore.
Se tu non vieni,
le nostre spalle sono curve
sotto il peso,
le nostre braccia sono stanche
di fatica,
i nostri piedi già vacillano
sulla via.

Vieni ancora Signore.

(A. M. Galliano)

Gesù.. entrata libera

festa della mamma madonna (colored)

In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
(dal Vangelo di Giovanni 10,1-10)

“a porte aperte… entrata libera…”
Questo tipo di espressione si usa spesso per indicare un giorno o un periodo nel quale un luogo (che di solito ha la porta chiusa e filtra chi entra ed esce) rimane aperto, e chiunque può entrare e uscire liberamente.
Si fa con negozi, con musei e anche scuole, che vogliono essere visitati senza timore di dover firmare o comprare nulla. E’ un ottimo modo per non far sentire chi entra costretto a doversi legare in qualche modo e invece gli si dà la possibilità di valutare, vedere e liberamente decidere.
Gesù si presenta come una porta sempre aperta, in contrapposizione alla porta sbarrata e super controllata dei suoi avversari religiosi che stanno facendo di tutto per chiudere l’accesso a Dio specialmente ai più piccoli e poveri.
Questo lo si capisce bene dal fatto che queste parole di Gesù vengono immediatamente dopo il racconto della guarigione del cieco nato (capitolo 9 del Vangelo di Giovanni) dove chiaramente Gesù appare come colui che accoglie tutti e illumina il mondo, mentre i suoi avversari sono nelle tenebre più profonde del pregiudizio, e in questo buio vogliono chiudere anche coloro che invece dovrebbero guidare a Dio.
Sono loro i ladri e briganti di cui parla Gesù, che invece che guidare il gregge (il popolo di Dio e ogni uomo che cerca Dio), sono peggio dei lupi perché pur presentandosi come guide, in realtà disperdono e danneggiano il gregge.
Mi piace questa immagine di Gesù come porta sempre aperta, attraverso la quale passa in modo sicuro e sereno ogni essere umano che porta dentro di se il desiderio di vita e di felicità.
Gesù è venuto a portare questa vita in abbondanza. Non è venuto per rubare vita ma per donarla, arrivando a donare la sua stessa vita per l’uomo.
La comunità cristiana, che è il Corpo di Cristo sulla terra, oggi è chiamata ad identificarsi con “Gesù-porta delle pecore”.
Siamo una porta aperta? Siamo una porta sicura che non mette filtri e barriere con troppi ticket e pagamenti da fare? Le porte della comunità cristiana sono aperte in modo che chiunque possa entrare e uscire senza sentirsi sottoposto a giudizio e controllo?
Chi mi avvicina senza in me un accesso a Dio libero, o mi avverte come una porta chiusa che non fa intravedere Dio ma lo nasconde?
Forse sulla porta della chiesa dovremmo scrivere “entrata libera… uscita libera”, con il desiderio che chi legge si senta sempre accolto e amato, qualsiasi strada prenda. Ma quel messaggio “entrata libera… uscita libera” può diventare anche un impegno per chi entra spesso in chiesa (a cominciare da me prete che ci vivo) a uscire più spesso, con il desiderio di incontrare altri che hanno lo stesso desiderio di Dio nel cuore e lo cercano, ma sono spesso sperduti come pecore senza pastore e nel pericolo di trovare dei briganti che approfittano di loro…

Giovanni don

 

 

Sorridete a voi stessi

Se vi sentite di mancare di coraggio o di fiducia, sorridete a voi stessi e vi ritemprerete. Sorridete all‘incontro con ogni persona, così la incontrerete davvero. Chi vi vede sorridere vi si avvicinerà tanto più amichevolmente quanto più aperto sarà il vostro sorriso e quindi il vostro cuore. Sorridetevi quando siete soli così facendo vi migliorerete dentro e migliorerete tutto anche fuori. Il sorriso vi libera dalle angustie, vi apre, vi eleva e vi raffina‖ (Louis Chapuis, L‘arte della