Preghiera per la Shoah


Preghiera per la Shoà di padre Antonio Rungi, passionista.

27 gennaio 2014

Signore Gesù Cristo, Messia atteso dai secoli,
unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre,
ci rivolgiamo a te, in questo giorno della memoria,
durante il quale, con profondo dolore,
ricordiamo le tante vittime dell’olocausto,
consumato ai danni dei nostri fratelli ebrei,
nei lager della Germania di Hitler.

Non permettere più che nel mondo
ci siamo stragi di persone innocenti,
di qualsiasi razza, religione, popolo,
nazione, condizione sociale e personale
o colore degli occhi o della pelle.
Mai più olocausti del genere,
ma solo pace e speranza per il mondo intero.

In questo giorno, in cui sentiamo forte l’appello
a fare memoria di quanti sono stati uccisi
nei lager nazisti e bruciati vivi,
quali veri martiri del ventesimo secolo,
nei forni crematori di Auschwitz,
Ti eleviamo la nostra umile preghiera,
perché possa illuminare le coscienze e i progetti
dei potenti di oggi e di sempre
di quella vera luce che viene dal cielo
e che Tu hai rivelato a Mosé sul Monte Sinai
e Gesù Cristo ha portato a compimento
sul Monte Calvario, ove tuo Figlio
si è sacrificato ed è morto per i peccati dell’umanità.

Noi rinnoviamo la nostra fede
nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe,
e ci impegniamo a vivere in comunione con tutti
i nostri fratelli e sorelle del mondo intero,
specialmente con i nostri cugini e predecessori
nella fede nell’unico Dio,
che a tutti ha lasciato come quinto comandamento
quello di Non uccidere e di amare e difendere la vita.

Perdona quanti hanno massacrato fratelli e sorelle
in umanità, durante la seconda guerra mondiale.
Mostri, come i tanti dittatori del secolo scorso,
non abbiano più spazio e possibilità di affermarsi,
in questa umanità del terzo millennio dell’era cristiana,
ma vengano abbattuti con la forza della ragione e della fede
prima che compiano crimini di ogni genere.

Mai più Signore, esaltati e prepotenti che uccidono
e distruggono la vita della gente,
azzerando la speranza e la gioia dell’umano genere.
Mai più crimini contro l’umanità. Mai più per l’eternità!
Te lo chiediamo per l’intercessione di Maria, Regina della pace
e consolatrice degli afflitti e dei disperati,
Te lo chiediamo, inoltre, per intercessione di San Massimiliano Kolbe,
vittima sacrificale sull’altare dell’olocausto
della Germania hitleriana.
Te lo chiediamo, infine, per intercessione
di Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein,
la monaca carmelitana, convertita al cristianesimo,
che ha visto gli orrori infiniti della Shoà. Amen.

 giornata della memoria

 

Linguaggio del creato

Quando io pregavo interiormente, tutto il mondo intorno mi appariva sotto un aspetto meraviglioso: alberi, erbe, uccelli, terra, aria, luce, ogni cosa sembrava dirmi che esisteva per l’uomo e testimoniava l’amore di Dio per lui, implorando e cantando la gloria del Signore. E io capivo da questo mirabile concerto ciò che nella Filocalia si chiama “linguaggio del creato”. Ravvisavo il mezzo attraverso cui si può parlare con le creature di Dio.

(Il pellegrino russo)

Vivere per non sopravvivere e basta!

uguali davanti a Dio (colored)

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
(dal vangelo di Giovanni 1,29-34)

Questo passo del vangelo di Giovanni è davvero singolare: anche se al centro della scena c’è Giovanni il Battista, e anche se tutte le battute sono sue… non è lui il protagonista. Al centro del racconto come protagonista assoluto e unico, anche se non appare in primo piano ma rimane sullo sfondo, c’è Gesù.
Giovanni Battista è lì per lui, non per se stesso o metter in mostra le sue buone azioni.
In un famoso quadro di Leonardo da Vinci, custodito al Louvre, Giovanni Battista viene rappresentano con il volto in primo piano mentre alza la mano e con il suo dito indica verso l’alto, da dove viene la luce che illumina la scena. Indica Gesù… anche se non si vede e non è dipinto…
In quel quadro è rappresentato Giovanni con la sua missione e la sua stessa ragione di vivere, cioè indicare Gesù presente nel mondo come segno di Dio.
Giovanni è il testimone che ci presenta la “carta d’identità” profonda di Gesù: è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
L’evangelista Matteo e soprattutto Luca, ci raccontano i fatti della nascita di Gesù, l’evangelista Giovanni, attraverso la testimonianza del Battista, va più in profondità e ci presenta chi è realmente questo uomo apparso nella storia umana.
E’ l’Agnello di Dio, secondo le parole di Giovanni Battista, e qui richiama nella tradizione ebraica quell’agnello che fu mangiato in fretta dagli israeliti in Egitto e il cui sangue fu messo sulle porte. Quell’agnello pasquale fu all’inizio della liberazione del popolo dalla schiavitù d’Egitto, e fu all’inizio di quell’Esodo che trasformò degli schiavi in un popolo libero.
Ecco il senso della storia di Gesù, di ogni suo gesto e parola, e soprattutto il senso della sua morte in croce e resurrezione. Egli è la nuova e definitiva liberazione dell’umanità intera.
Su Gesù scende e rimane lo Spirito di Dio per tutto il percorso della sua vita, e sulla croce, lo Spirito viene di nuovo donato al mondo da Gesù morente. La forza di Dio, cioè il suo amore che ha creato il mondo, è nell’uomo di Nazareth, che va conosciuto, amato e seguito come liberatore.
La nostra dunque è la fede in questa liberazione dal peccato, cioè dalla lontananza da Dio e dalla nostra vera felicità e realizzazione umana. Non si parla di una semplice liberazione da “i peccati”, ma “dal peccato”, cioè la condizione di lontananza da Dio e di schiavitù del cuore, che ci rende piccoli e tristi e spesso intenti a seguire piccole gioie.
In un bel film di Ferzan Opzetek, “La finestra di fronte”, il protagonista anziano vicino alla morte, esorta la giovane protagonista amica a non limitarsi di sopravvivere nelle piccole gioie, ma di pretendere la felicità, con una fiducia maggiore in se stessa, nella vita, nel mondo (“non si accontenti di sopravvivere, lei deve pretendere di vivere in un mondo migliore!”). Gesù ci libera dal peccato del mondo… da quella forma di egoismo personale e storico che porta il singolo e la comunità umana a non sognare più in un mondo migliore e a non fa nulla per costruirlo, come lo sogna e lo costruisce Dio, come lo ha sognato e messo in pratica Gesù stesso nei suoi anni di vita terrena.
Ecco quindi il cristiano vero: non quello ripiegato su se stesso, pauroso in un fantomatico dio giudice o pauroso dei giudizi umani…. Il cristiano vero si sente illuminato da Gesù e di Gesù diventa testimone, indicandolo presente nella propria vita e nel mondo.

Giovanni don

Dio ama ciò che è perduto

Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro (…) Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”; dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”. 
Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e incomparabile. Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”. 
Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima. 
Lì egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua vicinanza e della sua grazia.

(D. Bonhoeffer)

Un’ora

Figlio: “Papà, posso farti una domanda?” 
Papà: “Certo, di cosa si tratta?” 
Figlio: “Papà, quanti soldi guadagni in un ora?” 
Papà: “Non sono affari tuoi. Perché mi fai una domanda del genere?” 
Figlio: “Volevo solo saperlo. Per favore dimmelo, quanti soldi guadagni in un ora?” 
Papà: “Se proprio lo vuoi sapere, guadagno 100 dollari in un ora” 
Figlio: “Oh! (con la testa rivolta verso il basso) 
Figlio: “Papà, mi presteresti 50 dollari?” 
Il padre si infuriò. 
Papà: “La sola ragione per cui me lo hai chiesto era per chiedermi in prestito dei soldi per comprare uno stupido giocattolo o qualche altra cosa senza senso, adesso tu fili dritto per la tua stanza e vai a letto. 
Pensa al perché stai diventando così egoista. Io lavoro duro ogni giorno per questo atteggiamento infantile. 

Il piccolo bambino andrò in silenzio nella sua stanza e chiuse la porta. 
L’uomo si sedette e diventò ancora più arrabbiato pensando alla domanda della ragazzo. Come ha avuto il coraggio di farmi una domanda simile solo per avere dei soldi? 
Dopo un ora o poco più, l’uomo si calmò, e cominciò a pensare: 
Forse c’era qualcosa di cui aveva davvero bisogno di comprare con 50 dollari, non chiede dei soldi molto spesso. 
L’uomo andò nella stanza del piccolo bambino e aprì la porta. 
Papà: “Stai dormendo, figlio?” 
Figlio: “No papà, sono sveglio”. 
Papà: “Stavo pensando, forse sono stato troppo duro con te prima. È stato un giorno faticoso per me oggi e mi sono scaricato su di te. Questi sono i 50 dollari che mi hai chiesto”. 

Il piccolo bambino si sedette subito e cominciò a sorridere. 
Figlio: “Oh, grazie papà!” 
Dopo, da sotto il suo cuscino ha tirato via delle banconote stropicciate. L’uomo vide che il bambino aveva già dei soldi, e inizio ad infuriarsi di nuovo. Il piccolo bambino iniziò lentamente a contare i suoi soldi, e dopo guardò il padre. 

Papà: “Perché vuoi altri soldi se ne hai già”? 
Figlio: “Perché non ne avevo abbastanza, ma adesso si”. 
“Papà, ho 100 dollari adesso. Posso comprare un ora del tuo tempo? Per favore vieni prima domani. Mi piacerebbe cenare con te.” 

Il padre rimase impietrito. Mise le sue braccio attorno al suo bambino e lo implorò di perdonarlo. 

Questa è solamente una storia per ricordare a tutti noi che non bisogna sempre lavorare così duramente nella vita. Non ci rendiamo conto che il tempo ci scivola via tra le dita senza averne speso un po’ con le persone più importanti della nostra vita, quelle vicino ai nostri cuori.
Ti ricorderai che 100 dollari valgono il tuo tempo con la persona che ami? Se noi morissimo domani, la società per cui lavoriamo ci potrà facilmente sostituire in qualche giorno. Ma la famiglia e gli amici che ci lasciamo dietro sentiranno la mancanza per il resto delle loro vite. E iniziamo a pensarci, noi mettiamo tutto ciò che abbiamo sul lavoro piuttosto che sulla nostra famiglia.
Alcune cose sono più importanti.

Fiori di campo

“Guardate come crescono i gigli dei campi”. Matteo non scrive come sono belli, ma come crescono i gigli dei campi. Un fiore di serra ha tutto prestabilito: seme, calore, acqua, concime. Ad un fiore di campo il seme lo porta il vento, prende acqua e calore quando viene. La differenza è che un fiore di serra prende la vita come qualcosa di dovuto, un fiore di campo come un dono. Essere come i gigli dei campi vuol dire aprirsi alla bellezza del creato, vivere la vita come un miracolo che si ripete. È riuscire a dire ogni giorno al tuo compagno di viaggio: “È meraviglioso che tu esista”.

(L. Verdi)

Sia la nostra vita santa

Far ritornare la società attuale alla carità dei primi cristiani non sarà mai possibile se i membri della conquista non siano essi stessi lesempio pratico. Si legge nelle prime storie del cristianesimo che i pagani si convertivano non tanto per i miracoli, quanto piuttosto per il disprezzo che i primi cristiani avevano della gloria e del denaro. Allora, se i miracoli non sono bastati per convertire il mondo pagano, occorrerà trovare i mezzi più adatti. E il mezzo più adatto, anzi il più efficace, credo sia la santità della nostra vita. Sia dunque la nostra vita santa, ma di quella santità che si presenta come modello da imitare.

(L. Monza)

Battezzati perchè immersi in Gesù

Battesimo 2014 (colored)

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
(dal Vangelo di Matteo 3,13-17)

Questa domenica sono invitato a partecipare ad un battesimo. E’ la prima figlia di una coppia di carissimi amici, che mi hanno chiesto, non solo di esser presente al rito, ma di prepararlo insieme una sera.
Posso affermare che il battesimo della bambina è iniziato già ancor prima dei segni previsti dalla liturgia.
E’ stata davvero una bella serata, alla quale erano presenti anche il padrino e la madrina. Abbiamo parlato di fede, del modo di intendere il nostro battesimo e di quello che ci ha insegnato la nostra vita cristiana. Abbiamo letto passi del vangelo e abbiamo pregato.
La parola battesimo, significa letteralmente “immersione”. Il battesimo attraverso il rito fondamentale dell’acqua immerge nella realtà di Dio e nella storia di Gesù, della quale si diventa parte.
Anche Gesù ha vissuto questo rito di immersione, che al suo tempo ovviamente aveva un significato un po’ diverso. Era un rito di purificazione che prevedeva un pentimento dai propri peccati e la promessa di conversione. Gesù lo vive manifestando così la sua immersione nel mondo. Lui è Dio e ha deciso di immergersi nella realtà umana fino in fondo, fino alla morte.
Giovanni Battista, che ha un idea un po’ diversa di Messia, vorrebbe impedire a Gesù di compiere questo gesto. Per il Battista il Messia deve venire a scacciare con decisione i peccatori e a ristabilire il bene sul male con forza e potenza. Non ha quindi senso questo gesto di umiliazione di Gesù. Ma è qui la novità che Gesù manifesta proprio con il gesto di mettersi in fila con gli altri peccatori. Gesù solidarizza con loro, non nel peccato, ma nella condizione umana di fragilità. La salvezza verrà da questo amore infinito e totale.
Tutta la storia di Gesù in seguito mostrerà questa totale immersione di Gesù nel genere umano, fino a diventare quasi scandalosa (tocca i lebbrosi, mangia con i peccatori, trasgredisce il sabato…).
E proprio nel momento più “basso” del rito, quando Gesù si è immerso nell’acqua “sporca” dei peccati umani, la voce dal cielo arriva a confermare Gesù: “…il lui ho posto il mio compiacimento”
Dio abita proprio in questo Gesù, così umano e umile, così in basso e così vicino ai peccatori da esser scambiato quasi come loro… La Salvezza viene dall’amore, dal perdono, dalla misericordia…
Chi viene battezzato oggi nella comunità cristiana, viene immerso in questo stile e progetto di vita, quello di Gesù. Se non abbiamo scelto il giorno del battesimo perché eravamo troppo piccoli, come la figlia dei miei amici, possiamo però scegliere di rimanere o meno in questo Gesù con le scelte di ogni giorno e con la ricerca continua di conoscere Gesù e il suo messaggio.
La figlia dei miei amici riceve due nomi, quello che i suoi genitori hanno scelto e che finisce sui documenti della chiesa e della società, e riceve il nome di Cristo che porta scritto nel suo spirito e nella sua storia.
Viene immersa in Gesù e chiamata a rimanervi per la vita, ma con piena libertà.
Ho detto prima che il suo battesimo è iniziato molto prima del rito di domenica, perché ho visto davvero una comunità attorno a lei, composta dai suoi genitori e dalla madrina e padrino, che sono in un vero cammino di fede, aperti a conoscere e amare Gesù, non come tradizione sociale, ma come scelta di vita. La bambina è immersa in una comunità cristiana che le testimonia fin da subito l’amore per il Vangelo.
E’ questo il compito nostro di cristiani quando pensiamo ai bambini che vengono battezzati e anche a tutti coloro che crescono come cristiani attraverso le varie tappe della vita. Siamo chiamati a rimanere tutti immersi in Gesù e nel suo Vangelo.
Ed è bello pensare che Dio, dal cielo, guardando in basso verso di noi può ripetere come fece su Gesù: “Ecco gli amati, in loro ho posto il mio compiacimento…”

Giovanni don

Dacci il tuo futuro

Tu ci hai dato la vita per vivere insieme 
e noi tutto lo trasformiamo in morte, guerra, 
competizione e indifferenza. 

Tu ci hai dato alberi e boschi 
e noi li stiamo abbattendo. 

Tu hai dato la primavera agli uccelli e i fiumi ai pesci, 
e noi li stiamo contaminando 
con i residui delle nostre industrie. 

Tu ci hai dato l’equilibrio della creazione 
e noi l’abbiamo sconvolto 
e ci avviamo alla distruzione. 

Il nostro tempo va passando, Signore. 
Dacci il tuo tempo perché possiamo vivere. 

Dacci la capacità di servire la vita e non la morte. 
Dacci il tuo futuro, a noi e ai nostri figli. Amen.

(J. Moltmann)

Fate il bene

Fate tutto il bene che potete
con tutti i mezzi che potete,
in tutti i modi che potete,
in tutti i luoghi che potete,
tutte le volte che potete,
a tutti quelli che potete,
sempre, finché potrete.

(J. Wesley)