Seminare speranza

Signore, donami degli occhi 
per vederti nudo e affamato, 
delle orecchie per ascoltarti 
mentre supplichi e implori. 
Donami delle mani per curarti 
quando sei malato e prigioniero. 

Donami un cuore aperto per accoglierti 
quando sei straniero e senza tetto 
nella casa della fraternità, alla mensa della condivisione. 
Donami l’intelligenza per costruire dei ponti, 
un cuore per frantumare le frontiere, 
l’audacia per denunciare ogni chiusura 
e ogni muro di divisione. 
Donami forza per il cammino, sostegno nelle tribolazioni, 
l’audacia nella profezia. 

Donami il coraggio di accorciare le distanze, 
globalizzare le solidarietà, 
riaccendere i sogni, 
seminare dei fiori e dei sorrisi, 
per un avvenire di speranza.

(Rivista Il cenacolo)

Padre, ti prego

Padre, oggi sono davanti a te, tu mi conosci, sai tutto di me,
mi conosci meglio di me stesso e meglio di me sai di cosa ho bisogno.

Spesso cerco da te quello che forse non puoi darmi perché non è nel tuo progetto e forse non sarebbe la cosa giusta per me.

Ti prego, dammi la forza di sopportare la mia quotidianità con le miserie e le sconfitte, con rari attimi di serenità e di accettare le piccole croci, sapendo che tu non mandi mai le croci che non riesco a portare.

Dammi la possibilità di riconoscere davvero il mio prossimo in chi mi sta accanto. Apri i miei occhi affinché io possa vedere l’ignudo, e i miei orecchi che possa ascoltare il grido di aiuto dei miei fratelli.Fammi piccolo, l’ultimo, ai tuoi occhi, umile e mite e donami la Grazia della Carità.

(Anonimo)

Signore, amante della vita

Signore, amante della vita 
aiutaci a scegliere con coraggio e verità 
sempre e comunque la vita. 
Donaci di desiderare e accogliere 
ogni vita che nasce come segno preferenziale del tuo amore. 
Insegnaci ad amare la vita fino a donarla senza riserve e con gratuità. 
Donaci di essere profeti di umanità, 
quando sofferenza e malattia spezzano le nostre esistenze. 
Insegnaci ad essere creativi e pronti a far spazio al bambino, all’anziano, al malato. 
Donaci di credere che la nostra esistenza trova in te il suo inizio e in te il suo compimento. 
Insegnaci, Signore amante della vita, 
a riconoscerci umili custodi del tuo dono più grande.

(Anonimo)

L’altro

Il tuo prossimo 
è lo sconosciuto che è in te, reso visibile. 
Il suo volto si riflette 
nelle acque tranquille, 
e in quelle acque, se osservi bene, 
scorgerai il tuo stesso volto. 
Se tenderai l’orecchio nella notte, 
è lui che sentirai parlare, 
e le sue parole saranno i battiti 
del tuo stesso cuore. 
Non sei tu solo ad essere te stesso. 
Sei presente nelle azioni degli altri uomini, 
e questi, senza saperlo, 
sono con te in ognuno dei tuoi giorni. 
Non precipiteranno 
se tu non precipiterai con loro, 
e non si rialzeranno se tu non ti rialzerai.

(K. Gibran)

Alfabeto dell’amore

Accetta il Signore nella luce e nel buio. 
Bussa alla porta di chi sta soffrendo. 
Cerca in tutto e in tutti il lato positivo. 
Dimentica presto il torto ricevuto. 
Evita il diverbio con chi ti contrasta. 
Fa compagnia a chi vive sempre solo. 
Gioisci quando uno riprende la strada del bene. 
Hai un cuore e due mani per aiutare chi ha bisogno. 
Imita chi sa fare le cose meglio di te. 
Lenisci col tuo sorriso la tristezza degli altri. 
Mantieni la calma nei momenti di difficoltà. 
Non far pesare sugli altri la tua sofferenza. 
Offri il perdono a chi vedi pentito. 
Prega con fede nel silenzio del cuore. 
Quieta con la tua calma l’esacerbato e l’insofferente. 
Rispetta chi pensa e vive in modo diverso dal tuo. 
Sopporta con pazienza la persona molesta. 
Taci gli sbagli e le debolezze degli altri. 
Usa sempre intelligenza con chiunque ti avvicina. 
Vivi in te il dolore di chi piange.

(Anonimo)

L’Amante, l’Amato e l’Amore

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In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà»
(dal Vangelo di Giovanni 16,12-15)

Chi è Dio?
La dottrina della Chiesa ci insegna che è Trinità, unico Dio in tre Persone: Padre Figlio e Spirito Santo.
Il Credo che recitiamo sempre nella messa festiva ci mette sulle labbra uno scritto frutto di un lungo lavoro nei primi secoli della storia della Chiesa, con il quale, a volte molto faticosamente (e spesso con dolorose lotte teologiche fatte di scismi e scomuniche…), si è arrivati a definire Dio così come lo crediamo oggi.
Il problema è che questo lungo lavoro di presa di coscienza della natura di Dio-Trinità, è così lontano da noi, cristiani del terzo millennio, da apparirci quasi inutile e tutto sommato senza grandi ricadute nella vita.
Ci viene quasi da pensare che tutto questo ragionamento su Dio Uno e Trino sia superfluo nel nostro rapporto con Dio, e non fa altro che complicare le cose…
Cosa cambia sapere che Dio è Trinità o meno? Dio è uno solo, e questo basta…no?
Parlare di Dio in modo assoluto e astratto è molto difficile e forse non è la strada migliore per poterlo conoscere meglio e quindi capirne la natura.
Il metodo giusto per conoscere Dio è quello del Vangelo: entrare in una storia…
Il Vangelo ci racconta di un uomo, Gesù, che attraverso gesti d’amore e parole di speranza, mostra pian piano la sua vera origine e chi siamo noi per Dio. Proprio nel momento del massimo fallimento umano, la croce, mostra il suo volto d’amore per tutti e la sua origine divina.
Anche gli apostoli hanno faticato a capire chi era Gesù e da dove proveniva. Lo hanno capito con il tempo, e poi lo hanno predicato e scritto in modo che rimanesse vivo nel ricordo delle generazioni successive. Dimenticare Gesù significa dimenticare chi è veramente Dio e così come Dio ha voluto rivelarsi agli uomini. Senza Gesù, Dio rimane forse il motore immobile origine dell’universo e un oscuro personaggio che sta in alto… ma non ha una vera ricaduta nella vita degli uomini, che finiscono per dimenticarlo.
Gesù ci ha mostrato di essere prima di tutto un Figlio amato, profondamente amato da un Padre che sta all’origine di tutto, e che lo ha inviato per una missione di amore: e la missione era dire al mondo che Dio è prima di tutto Amore.
Dio è Amore unico che si esprime in tre modalità: un Padre che ama, un Figlio che è amato, e lo Spirito Santo che unisce i due nell’Amore.
E’ Sant’Agostino che trova in questa sintesi una delle più belle spiegazioni della Trinità: L’Amante, l’Amato e l’Amore. Questo è Dio, ed è così che il Vangelo ci racconta di Dio.
Dio prima di essere Creatore, Potente, Onnisciente… è Amore.
E se noi siamo fatti a Sua immagine, è proprio in questo dinamismo che troviamo il senso della nostra vita. Se vogliamo conoscere Dio, dobbiamo amare e vivere dell’amore. Il nostro amore sarà sempre limitato, ma anche in un solo frammento di amore possiamo intravedere chi è Dio.
Nel Vangelo di questa domenica, Gesù promette ai suoi il dono dello Spirito che li guiderà alla verità tutta intera.
Mi piace pensare che la strada della verità non è mai finita, e camminare verso la verità significa camminare amando il più possibile, perché è amando che conosco Dio. Lo Spirito Santo è quel dono che esce da Dio per rendere comprensibile Dio anche oggi, non come dato mentale per pochi eletti studiosi, ma come esperienza di vita che è possibile a tutti, dal più dotto al più ignorante.
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Questo sabato viene proclamato beato Padre Pino Puglisi (detto amichevolmente da chi lo conosceva “3P”… come le 3 Persone della Trinità… è un caso?). Questo prete, ucciso dalla mafia 20 anni fa ci ha mostrato la Trinità, non con un discorso teologico, ma con la testimonianza di vita. Ha mostrato che Dio ama i più poveri e piccoli, e che questo amore è possibile anche in quei luoghi, come il degradato quartiere Brancaccio di Palermo, che sembrano destinati solo alla violenza e all’abbandono. Non a caso ha intitolato il centro giovanile della sua parrocchia “Padre Nostro”, come segno di speranza. E la sua volontà e la sua fiducia in Dio e nelle persone non si sono fermate nemmeno davanti alle minacce e persino alla morte. Come Gesù anche Padre Puglisi è rimasto fedele perché si è sentito Amato da Dio e da Lui sorretto. Per questo è oggi proclamato testimone (martire) della fede.
Non tutti abbiamo una storia così forte e intensa come quella di Padre Pino Puglisi, perché ognuno di noi ha percorsi diversi di vita e di fede. Ma tutti possiamo amare, almeno un po’… e in questo amore conosciamo Dio veramente, e mostriamo Dio, Trinità d’amore, a coloro che lo cercano e lo vogliono conoscere.
“Dio non ci ama perché siamo buoni e belli, ma ci rende buoni e belli perché ci ama” (San Bernardo)

Giovanni don

Dio tre volte Santo, Trinità divina,
aiutami a confessare con le labbra e col cuore
l’infinita bellezza del Tuo amore:
di Te Padre, eterno Amante
da cui proviene ogni dono perfetto,
di Te Figlio, eterno Amato
che tutto riceve e tutto dona,
di Te Spirito Santo,
Amore ricevuto e donato,
vincolo della carità eterna
ed estasi dell’eterno dono.
In Te, Trinità Santa vorrò nascondermi,
per essere amato nell’Amato
ed imparare ad amare
qui nell’umile fedeltà del tempo
e per sempre nel giorno dell’amore
che non muore. Amen! Alleluia!

(Bruno Forte, vescovo)

Chi sono io?

Io, in realtà sono ciò che gli altri dicono di me? 
O sono solo ciò che io so di me stesso? 
Inquieto, 
nostalgico, 
malato come un uccello in gabbia, 
bramoso di un respiro vivo, come mi strozzassero la gola, 
affamato di colori, di fiori, di voci d’uccelli, 
assettato di parole buone, di presenza umana, 
tremante di collera davanti all’arbitrio e alla più meschina umiliazione, 
roso per l’attesa di grandi cose, 
impotente e preoccupato per l’amico ad infinita distanza, 
stanco e vuoto per pregare, per pensare, per creare, 
esausto e pronto a prendere congedo da tutto. 
Chi sono io? 
Domandare solitario che m’irride; 
chiunque io sia tu mi conosci, tuo sono io, o Dio!

(D. Bonhoeffer)

Il risveglio

Qualunque fiore tu sia, 
quando verrà il tuo tempo, sboccerai. 
Prima di allora 
una lunga e fredda notte potrà passare. 
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento. 
Perciò sii paziente verso quanto ti accade 
e curati e amati 
senza paragonarti 
o voler essere un altro fiore, 
perché non esiste fiore migliore di quello 
che si apre nella pienezza di ciò che è. 
E quando ciò accadrà, 
potrai scoprire 
che andavi sognando 
di essere un fiore 
che aveva da fiorire.

(D. Ikeda)

Quando manca l’amore

L’onestà di coscienza senza amore diventa intransigenza. 
La forza di volontà senza amore diventa prepotenza. 
La franchezza senza amore diventa insolenza. 
L’amabilità senza amore diventa diplomazia. 
La precisione senza amore diventa pedanteria. 
La competenza senza amore diventa saccenza. 
L’autorità senza amore diventa arbitrio. 
Il potere senza amore diventa dittatura. 
La dignità senza amore diventa disprezzo. 
La ricchezza senza amore diventa cupidigia. 
La religiosità senza amore diventa fanatismo. 
La prudenza senza amore diventa scaltrezza. 
La semplicità senza amore diventa imprudenza. 
La vita senza amore diventa notte assurda.

(Anonimo)

O Dio mandaci dei matti!

O Dio, mandaci dei matti,
di quelli che siano capaci di esporsi,
di quelli che siano capaci di scordarsi di loro stessi,
di quelli che sappiano amare con opere e non con parole,
di quelli che siano totalmente a disposizione del prossimo.

A noi mancano matti, o Signore,
mancano temerari, appassionati,
persone capaci di saltare nel vuoto insicuro,
sconosciuto e ogni giorno più profondo della povertà;
di quelli che sono capaci di guidare la gente
senza il desiderio di utilizzarla come sgabello per salire loro;
di quelli che non utilizzano il prossimo per i loro fini.

Ci mancano questi matti, o mio Dio!
Matti nel presente, innamorati di una vita semplice,
liberatori del povero, amanti della pace,
liberi da compromessi, decisi a non tradire mai,
disprezzando le proprie comodità o la propria vita,
totalmente decisi per l’abnegazione,
capaci di accettare tutti i tipi di incarichi,
di andare in qualsiasi luogo per ubbidienza,
e nel medesimo tempo liberi, obbedienti,
spontanei e tenaci, allegri, dolci e forti.

Dacci questo tipo di matti, o mio Signore.

(L. J. Lebret)