La guerra più consistente

Bisogna fare la guerra più consistente
che è la guerra contro noi stessi.

È necessario giungere a disarmarci.
Io ho combattuto questa guerra per molti anni.
È stato terribile. Molto terribile.
Ma posso affermare che adesso sono disarmato.
Non ho paura di niente e di nessuno;
l’amore allontana la paura.

Sono disarmato
dal voler avere ragione,
dal giustificarmi
screditando gli altri.
Non mi chiudo nel mio castello
né m’inorgoglisco delle mie ricchezze.
Accolgo e condivido.
Non mi aggrappo assolutamente
alle mie idee e ai miei progetti.

Se mi si presentano
proposte migliori o almeno buone
Le accetto senza alcun impedimento.
Ho rinunciato a fare confronti.
Ciò che è buono, vero, reale, per me è sempre il meglio.
Per questo non ho paura.
Quando non si possiede nulla
non si ha paura di nulla.
Se uno si disarma,
se smette di possedere,
se si apre al Dio fatto uomo
che fa nuove tutte le cose,
allora Egli fa sparire
il passato negativo
e ci apre il panorama
di un tempo nuovo
in cui tutto è possibile.

(Atenagora di Atene)

Succede

La vita è così… Sono cose che capitano. Succede…

Sì.

Succede che io stia bene e quell’altro languisce in un sanatorio. Succede che io rischi l’indigestione e l’indiano muore di fame.
Succede che io tenga il mio bravo conto in banca e il vicino di casa vada a impegnare una coperta al Monte di Pietà.
Succede che io mi preoccupi per scegliere la villeggiatura e la famiglia di fronte si disperi per il pagamento dell’affitto (due camere in otto).
Succede che io vada in ufficio con l’utilitaria – è più maneggevole della coupé – e lo scaricatore si presenti alle 6 di mattino sulla banchina del porto a vedere se qualcuno ha bisogno delle sue braccia.
Succede che i miei figli ricevano per Natale dei doni favolosi e quella bambina sarda scriva: “Caro Gesù Bambino, vorrei una mela…”.
Succede.

Succede che io sia un buon cristiano e quegli altri no.
Succede che io faccia l’elemosina e quegli altri la ricevano.
Succede che io abbia (o mi illuda di avere) Cristo senza la Croce, e quegli altri la croce senza il Cristo.

Succede.

Il gioco della vita è bizzarro. “A chi tocca tocca” (purché tocchi sempre agli altri).
Ma ho già i miei fastidi, io! Perché occuparmi di quelli degli altri?
Che c’entro io?
C’entri, eccome! Dal momento che c’entra anche Dio.
Ecco, ora mi sembra sia possibile rispondere a una semplicissima domanda del catechismo: “Dov’è Dio?”.
“Dio è all’altro capo della croce”.
La mia croce. Proprio questa. E anche quella dell’altro.
Dovunque ci sia una croce, non c’è che da afferrarla con le mie mani. Da un lato qualsiasi. Dall’altro c’è sempre Lui.
D’ora in poi so dove trovarlo.

(Alessandro Pronzato)

Dalla paura la guerra

Alla radice di ogni guerra sta la paura: non tanto la paura che gli uomini hanno gli uni degli altri, quanto la paura che essi hanno di tutto. Non è soltanto che non si fidino gli uni degli altri: non si fidano neppure di se stessi. Se dubitano che qualcuno possa voltarsi ed ucciderli, ancor più dubitano di poter essi stessi voltarsi ed uccidere. In nulla possono riporre la loro fiducia perché hanno cessato di credere in Dio.

Porrete fine alle guerre chiedendo agli uomini di fidarsi di uomini che evidentemente non meritano fiducia? No. Insegnate loro ad amare Dio e ad aver fiducia in Lui; allora essi saranno in grado di amare gli uomini in cui non possono avere fiducia ed oseranno far pace con loro, fidandosi non di loro ma di Dio.
Perché soltanto l’amore – che significa umiltà – può scacciare il timore che sta alla radice di ogni guerra.

Se gli uomini volessero davvero la pace, la chiederebbero a Dio ed Egli la darebbe loro. Ma perché Egli dovrebbe dare al mondo una pace che in realtà il mondo non desidera? Perché quella pace che il mondo sembra desiderare non è affatto pace.

Per alcuni, pace significa semplicemente libertà di sfruttare altri senza pericolo di rappresaglie o di interferenze. Per altri, pace significa la possibilità di derubarsi continuamente a vicenda. Per altri ancora significa facoltà di divorare i beni della terra senza essere costretti a interrompere i propri piaceri per nutrire coloro che vengono affamati dalla loro avidità. E per la grande maggioranza, pace significa semplicemente l’assenza di ogni violenza fisica che possa gettare una ombra su vite dedite alla soddisfazione dei propri appetiti animali di comodità e di piacere.
Molti uomini come questi hanno domandato a Dio ciò che essi credevano fosse la «pace» e si sono chiesti perché le loro preghiere non fossero state esaudite. Essi non potevano comprendere che in realtà erano esaudite. Dio ha lasciato loro ciò che desideravano, perché la loro idea di pace era soltanto un’altra forma di guerra.
Così, invece di amare ciò che tu credi sia la pace, ama gli altri uomini e ama soprattutto Dio. E invece di odiare coloro che credi fomentatori di guerra, odia gli appetiti e il disordine della tua anima, che sono le cause della guerra.

(Thomas Merton)

Non cambiare

Per anni sono stato un nevrotico. Ero ansioso, depresso ed egoista. E tutti continuavano a dirmi di cambiare. E tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico.

E io mi risentivo con loro, ed ero d’accordo con loro, e volevo cambiare, ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi.

Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico. Anche lui continuava a insistere che cambiassi.

E io ero d’accordo anche con lui, e non riuscivo ad avercela con lui. E mi sentivo cosi impotente e intrappolato.

Poi, un giorno, mi disse: «Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no. Io ti amo così come sei; non posso fare a meno di amarti».

Quelle parole suonarono come una musica per le mie orecchie: «Non cambiare. Non cambiare. Non cambiare… Ti amo».

E mi rilassai. E mi sentii vivo. E, oh meraviglia delle meraviglie, cambiai!

Ora so che non potevo cambiare davvero finché non avessi trovato qualcuno che mi avrebbe amato, che fossi cambiato o meno.

È così che mi ami, Dio?

(A. De Mello)

nuove lingue per nuovi popoli

Pentecoste 2012 (colored)

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
(dagli Atti degli Apostoli 2,1-11)

Parti, Medi, Elamiti… abitanti di Frigia e Panfilia…
Ogni anno sentiamo il racconto di Pentecoste con questa serie di luoghi e popoli sconosciuti. Ci vorrebbe uno storico per capire dove si trovano… e se esistono ancora.
Il giorno nel quale nasce la Chiesa con la discesa dello Spirito Santo, i cristiani iniziano a comunicare il Vangelo con una forza e una capacità straordinarie.
E ancora oggi il Vangelo percorre le strade dell’umanità e la Chiesa ha il compito di comunicarlo con sempre nuovi linguaggi.
Da quel che so, non esistono più i Parti, gli Elamiti… Ma ci sono un sacco di nuovi popoli che attendono da me e dalla comunità dei discepoli di Cristo un annuncio di salvezza. Non bisogna andare in altri luoghi del mondo per trovare popoli nuovi. Ma anche qui tra noi ci sono popoli, intere comunità di persone, che hanno bisogno di parole nuove di salvezza. Sono quelli che a causa dell’allontanamento dalla fede, pur essendo di tradizione cristiana, sono diventati stranieri rispetto alla Chiesa.
Ci sono le comunità di giovani, nei tantissimi posti dove abitano (la scuola, i luoghi dello sport, i luoghi di ritrovo delle compagnie, internet… e ovunque sono), che attendono dalla comunità dei cristiani una parola per loro e nella loro lingua..
La domanda è molto semplice: la Chiesa è capace di comunicare ancora oggi il Vangelo della resurrezione? Siamo capaci come cristiani ( tutti… preti, laici, adulti, genitori….) di creare stupore e attrazione nei giovani che stanno fuori dalla porta della comunità, così come lo erano i popoli fuori dal Cenacolo dei primi apostoli?
E come Chiesa siamo capaci di ritrovare parole di accoglienza, amore e gioia per le altre comunità umane che spesso abbiamo noi stessi ricacciato fuori dalle nostre porte?
Chiediamo davvero una rinnovata Pentecoste per la Chiesa. Chiediamo che lo Spirito Santo di nuovo cacci via le paure che abbiamo dentro e che ci bloccano sulla difensiva, e ci ridoni l’entusiasmo e la voglia di comunicare il Vangelo a tutti… 

Giovanni don

Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore

Furti, rapine, omicidi, 
arricchimenti spropositati, 
montagne di miliardi imboscati 
in banche nazionali e straniere. 
Signore, 
perché, se dobbiamo morire? 
Dove nasce questa illusione 
di vivere tremila anni e forse più? 

Eppure ogni giorno vediamo 
i parenti e gli amici morire. 
Eppure sappiamo per certo 
che la morte non risparmia nessuno 
e che nessuno può portarsi dietro quello che ha. 

Giiornate perdute nel niente, 
ore affogate nella noia, 
interessi meschini e banali, 
affanni e lotte 
per cose senza domani. 

Insegnaci, Signore a contare i nostri giorni. 

Aiutaci a vincere l’illusione 
di vivere tremila anni e forse più. 

E saremo saggi, 
E saremo buoni, 
E saremo sereni. 

Così vivremo per sempre.

(Tonino Lasconi)

Educatore

Se tu rallenti,
essi si perderanno
se ti scoraggi,
essi si fiaccheranno
se ti siedi,
essi si coricheranno
se tu dubiti,
essi si disperderanno
se tu vai innanzi,
essi ti supereranno
se tu doni la tua mano,
essi doneranno la vita
se tu preghi,
essi saranno santi.

Che tu sia sempre l’educatore
che non rallenta,
che non si scoraggia,
che non dubita,
ma va innanzi,
dona la mano, prega.

(Gesualdo Nosengo)

Buona festa di Maria Ausiliatrice


O Maria Ausiliatrice, noi ci affidiamo nuovamente, totalmente, sinceramente a te!
Tu che sei Vergine Potente, resta vicino a ciascuno di noi.
Ripeti a Gesù, per noi, il “Non hanno più vino” che dicesti per gli sposi di Cana,
perché Gesù possa rinnovare il miracolo della salvezza,
Ripeti a Gesù: “Non hanno più vino!”, “Non hanno salute, non hanno serenità, non hanno speranza!”.
Tra noi ci sono molti ammalati, alcuni anche gravi, confortali, o Maria Ausiliatrice!
Tra noi ci sono molti anziani soli e tristi, consolali, o Maria Ausiliatrice!
Tra noi ci sono molti adulti sfiduciati e stanchi, sostienili, o Maria Ausiliatrice!
Tu che ti sei fatta carico di ogni persona, aiuta ciascun di noi a farsi carico della vita del prossimo!
Aiuta i nostri giovani, soprattutto quelli che riempiono le piazze e le vie, ma non riescono a riempire il cuore di senso.
Aiuta le nostre famiglie, soprattutto quelle che faticano a vivere la fedeltà, l’unione, la concordia!
Aiuta le persone consacrate perché siano un segno trasparente dell’amore di Dio.
Aiuta i sacerdoti, perché possano comunicare a tutti la bellezza della misericordia di Dio.
Aiuta gli educatori, gli insegnanti e gli animatori, perché siano aiuto autentico alla crescita.
Aiuta i governanti perché sappiano cercare sempre e solo il bene della persona.
O Maria Ausiliatrice, vieni nelle nostre case, tu che hai fatto della casa di Giovanni la tua casa, secondo la parola di Gesù in croce.
Proteggi la vita in tutte le sue forme, età e situazioni.
Sostieni ciascuno di noi perché diventiamo apostoli entusiasti e credibili del Vangelo.
E custodisci nella pace, nella serenità e nell’amore,
ogni persona che alza verso di te il suo sguardo e a te si affida.
Amen

BUONA FESTA DI MARIA AUSILIATRICE!!!!

 

Agenda

Gli uomini sono folli, dice Dio,
Essi vogliono avere sempre più tempo.
Essi vogliono possedere il tempo.
Essi non sanno dire altro che:
Non perder tempo!
Poveri uomini che non hanno compreso
che, a volerlo guadagnare,
si può perdere il proprio tempo. 

Quando li vedo, il piede sull’acceleratore 
e l’occhio rivolto al quadrante dell’orologio, 
io mi dico, mio Dio, 
che il tempo di viver è impazzito 
poiché è troppo pieno 
di avvenimenti e di stanchezze, 
di chiacchiere e trambusto, 
d’agitazione e precipitazione. 
Poveri uomini, passati troppo in fretta 
dal quadrante solare al cronometro! 
Essi misurano sempre meglio il tempo 
ma non ne conoscono più il mistero. 

Allora, ho riflettuto, dice Dio, 
io voglio regalare loro un’agenda, 
la mia agenda, 
piena di appuntamenti importanti. 
Ogni giorno un incontro con me… 
qualche minuto d’ebbrezza 
nel grigiore del tempo, 
poiché io sono l’Eterno, colui che possiede il tempo. 
Ogni giorno dei lunghi momenti 
con la sposa o lo sposo, 
insieme con gli amici, con i figli… 

E’ deciso, dice Dio, 
offrirò loro la mia agenda 
perché, dal più grande al più piccolo, 
scoprano finalmente che solo il tempo passato ad amare 
è tempo guadagnato.

(Anonimo)

Deserti

All’inizio il mondo era tutto un immenso giardino fiorito: Dio, creando l’uomo gli disse: “Ogni volta che compirai una cattiva azione, io farò cadere sulla terra un granellino di sabbia”. Ma gli uomini non gli fecero caso. Che cosa avrebbero significato uno, cento, mille granellini di sabbia in un immenso giardino fiorito? Passarono gli anni e i peccati degli uomini aumentarono: torrenti di sabbia inondarono il mondo. Nacquero così i deserti, che di giorno in giorno divennero sempre più grandi. Ancor oggi Dio ammonisce gli uomini dicendo: “Non riducete il mondo fiorito in un immenso deserto; piantate i fiori del vostro impegno ogni giorno, senza mai stancarvi”.

(anonimo)