Pensavate mi fossi totalmente eclissato? No, ci sono ancora! Oltretutto siamo un pò rimasti in sospeso con il libro di Martini di cui vi ho parlato e siccome non mi piace rimanere con i conti in sospeso, oggi vi posto il secondo contributo che volevo condividere con voi.
Un vescovo dell’antichità, San Giovanni Crisostomo, che aveva sofferto pesantemente dei mali della sua città, Costantinopoli, parlando della tentazione di fuga che talora può cogliere di fronte alla pesantezza del compito scriveva: “Se c’è ancora qualcuno stordito dall’antica filosofia [si tratta probabilmente di in particolare dell’ideale neoplatonica di una contemplazione solitaria], egli abbandona città e luoghi pubblici, cessa di vivere in mezzo agli uomini e di guidare altri, raggiunge le montagne. Qual’è il motivo di questo suo ritiro? Se glielo si chiede, si inventa un pretesto imperdonabile: ‘Me ne vado per non perdermi’, si dice, ‘per non diventare meno forte nella virtù’. Ebbene, non sarebbe meglio per te diventare meno forte ma conquistare gli altri piuttosto che restare sulle montagne a guardare con indifferenza i lupi fratelli che si perdono?“.
Carlo Maria Martini, Verso Gerusalemme, Milano 2002, p. 24