Oggi è il mio giorno di riposo, riposo dal lavoro “ufficiale“. Posso dedicarmi un pò di più a me stesso: lo faccio poco e mai quanto desidero e/o pianifico. Mi sono messo a leggere, sdraiato sul mio letto e ho letto poche pagine ma già mi hanno colpito un paio di passaggi di un libro che mi hanno regalato da qualche mese ma che solo da poco ho iniziato a leggere. Vorrei condividere per primo questo passaggio:


Il sì di Maria riassume tutti i sì a Dio dell’umanità e condensa tutti gli atteggiamenti dell’uomo che accoglie il mistero del Padre rivelatosi nel Figlio per la potenza dello Spirito. E’ il sì dell’umanità a Dio che viene celebrato e a cui noi portiamo la nostra adesione, chiedendo a Maria che il suo sì sostenga il nostro e che il nostro sì estenda il suo a tutti i confini della terra. […] Cosa significa per noi questo sì detto con Maria? Ciascuno deve rispondere anzitutto per la propria vita, per il proprio progettto di esistenza: che cosa significa per me dire sì a Dio, lasciarmi invadere dalla forza dello Spirito Santo, generare dentro di me (secondo l’espressione di sant’Ambrogio) nella fede il Figlio stesso di Dio? Rispetto al giorno in cui Maria ha pronunciato il suo sì, la forza della dedizione di Dio all’uomo non è diminuita, ma è identica e la rivivamo nella potenza della celebrazione della Parola e dell’Eucaristia.”


Carlo Maria Martini, Verso Gerusalemme, Milano 2002, p.32


Non mi sogno minimamente di aggiungere mezza virgola. Voglio solo dire che il mio pensiero si è subito rivolto verso due persone che frequentano questo sito e che presto, insieme ai rispettivi fidanzati, stanno per pronunciare il loro personale, ma essenziale, “Sì”

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