E anche questo carne…

E anche questo carnevale 2004 è andato… quest’anno pensavo di doverlo consacrare allo studio come l’anno scorso ma alla fine sono riuscito a partecipare alle attività d’oratorio che mi hanno visto attivo sia alla domenica che al martedì cercando di impegnarmi al meglio per i ragazzi.. a proposito il mio travestimento di quest’anno è stato…



 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


visto che sono in un oratorio salesiano ho pensato da vestirmi da don bosco… a parte qualche imprecisione per il cappello è andata abbastanza bene !

Qualcuno fra voi s…


Qualcuno fra voi saprà del movimento di opinione e di azione in favore di Alda Merini..


Oggi , nel Blog a più mani aperto per lei , ho messo in evidenza un appello/proposta. In un tam tam che solo il web permette si sta organizzando qualcosa di più di un Blog :


Cento libri di Alda, per Alda“.


L’idea, che intende avvalersi della manifestazione dell’11 Marzo a Roma, conta già numerose adesioni.


Per ulteriori informazioni vi rimando a http://nonsolorossi.ilcannocchiale.it/

Aristotele e le mucc…

Aristotele e le mucche da latte


 


Stavolta si parla di politica! No, calma, calma non voglio parlare del teatrino triste e vergognoso della politica italiana: francamente sono disgustato dai personaggi che calcano le scene della politica italiana. Voglio, in realtà, affrontare un argomento con taglio eminentemente politico nel senso etimologico del termine, ovvero come “sensibilità e tensione verso il bene comune”. Quando Aristotele definiva l’uomo come “animale politico” penso intendesse anche questo: non solo un uomo volto alla socialità, alla collettività ma anche impegnato al bene comune. Per raggiungere il bene comune si deve, per forza, far ricorso alla solidarietà. Se non si è solidali non si può ricercare il bene comune, su questo assunto penso non ci si debba fermare troppo a riflettere. Per questo motivo, nella “società dei consumi”, come è stata felicemente definita la società occidentale contemporanea, è necessario ricorrere ad un commercio equo e solidale ed ad un consumo critico. Il commercio equo e solidale è quel commercio che non si basa sullo sfruttamento ma dà la “giusta mercede all’operaio” ed impone un prezzo equo. Si acquistano le materie prime dal contadino (ad esempio) e le si pagano un prezzo giusto che non riduca in schiavitù l’agricoltore, le si lavorano, le si distribuiscono e le si vendono senza inutili sovraccarichi o profitti squilibrati in favore di un anello del processo produttivo. L’altra faccia della medaglia è il consumo critico: ovvero consumare, utilizzare ma non sprecare, con la consapevolezza che il mancato spreco, oltre che risultare conveniente per colui che non spreca, ha anche una ricaduta positiva sulla collettività. Un esempio banale? La televisione: sarebbe ottima abitudine spegnerla dal pulsante sull’apparecchio e non lasciarla in “stand-by”; quando la si spegne con il telecomando, infatti, l’apparecchio continua comunque ad assorbire una quantità, seppur minima, di energia elettrica. Per quanto mi riguarda il risparmio è minimo, credo si tratti di circa un centesimo d’Euro all’anno, ma se tutti noi lo facessimo e lo moltiplicassimo quindi per tutti gli apparecchi televisivi italiani, si avrebbe un risparmio collettivo che potrebbe diventare interessante (ho fatto un calcolo su due piedi e si dovrebbero risparmiare sui  40.000 Euro l’anno). Questo risparmio porterebbe o ad una diminuzione del prezzo dell’energia elettrica o ad un minor sfruttamento delle risorse. Lo stesso discorso può essere riportato e riprodotto ad altri ambiti della vita quotidiana. Inutile dire che questi sono discorsi “di nicchia” e che la maggior parte di noi trova inconcepibile rinunciare alla comodità di sprofondare in poltrona e premere il pulsante del telecomando e vedersi la tv. O magari non si crede che queste forme di risparmio possano essere in alcun modo praticabili ed utili, continuando così a sprecare a più non posso.


Forse ormai ci siamo mitridatizzati ma il caso Parmalat non è cosa da poco. Se da un lato ci sono i piccoli risparmiatori che si sono visti dilapidare il proprio patrimonio racimolato in anni di fatica e di sacrifici, grazie anche ai cattivi consigli di promotori finanziari e dall’avidità dei dirigenti dell’industria parmense. Dall’altro lato c’è la tragedia dei lavoratori degli stabilimenti Parmalat. Persone che hanno sempre lavorato onestamente ed hanno contribuito in maniera fattiva alla costruzione di un’azienda che pensavano florida e che invece si sta dimostrando un nave piena di falle. A parte la delusione di tipo professionale, per molti si agita lo spettro del fallimento (nonostante la volontà di risanare e portare avanti l’azienda) e quindi della disoccupazione. Persone oneste che, da un giorno all’altro, si trovano in mezzo alla strada magari con competenze professionali ottime ma di nicchia e quindi difficilmente inseribili nuovamente nel mondo del lavoro. Il tutto magari con dei figli a carico. La situazione, dunque, è più seria e complessa di quanto gli organi d’informazione ci fanno sapere, più attenti, come spesso accade, alla minuta cronaca giudiziaria che all’analisi globale della situazione.


Un dato interessante è che negli ultimi mesi da un lato la produzione di Parmalat non è assolutamente diminuita ma che, anzi, la vendite sono aumentate del 16%. Un ottimo risultato, direi. Attribuibile a cosa? Ad una forma di consumo critico che vede la collettività impegnata a dare, a suo modo, una mano alla soluzione del problema di Parmalat, oppure l’inchiesta e l’informazione che gravita intorno hanno un effetto secondario di grande risonanza pubblicitaria (vale il principio “bene o male, purché se ne parli”)? Non so: la prima ipotesi sarebbe consolante e positiva, la seconda…. un po’ da brividi.

Ciao Luke. Torno a p…

Ciao Luke. Torno a postare dopo un pò di tempo.


Ti lascio una testimonianza.


Iera sera sono tornata da una visita specialistica, una di quelle che non vorresti fare e dalle quali ricevi solo dubbi ed accertamenti da eseguire.


In genere non evito i medici, e affronto il problema quando si presenta…


…ma in questo periodo sì, viste le frequentazioni ospedaliere ( per via di mia madre ).


Uno dei miei sogni ricorrenti sono i bambini e i defunti cui sono stata legata…in un sogno abbracciavo forte una anziana contadina, morta di infarto e grande amica di famiglia…


Ricordo vividamente il suo abito ricco e un gioiello: in contrasto con il suo “look” abituale. Nel mio sogno non aveva le mani callose,le giunture dolenti, la schiena curva.


Curava il nostro orto, lei. E si vergognava di accettare gli inviti a pranzo: si sentiva sporca di terra,lei che non aveva sporco nulla…manco l’ anima.


Nel mio sogno si ergeva fiera. Ricordo che ha accettato con gioia il mio abbraccio , i singhiozzi, la mia dichiarazione di affetto.


In petto, sull’abito blù, un luccichìo. Un monile enorme come il suo cuore : è quello di lei che mi manca.


La signora Carmela ha un anima benedetta…ha sofferto come un cane, è stata calpestata e umiliata, ma ha combattuto.


La sua bontà senza confini l’ha affidata all’eternità.


… e alla memoria di quanti l’hanno conosciuta e amata.

una lettera a Marco …

una lettera a Marco Pantani che voglio condividere con voi

Caro Marco,
oggi tutti parlano di te, con tristezza, con imbarazzo, con molta
confusione. Chi ha fede e crede che ora tu sei accanto a Dio, può parlare
“con te”, certo del tuo ascolto!

Caro Marco, grazie per essere stato con noi 34 anni. Pochi, troppo pochi
perché ancora tante sarebbero state le cose che avresti potuto e dovuto
insegnarci. Paradossalmente ora ci costringi a impararne molte ma
in modo brusco e drammatico. Troppo per un mondo sportivo che non vuole
scandali, ma solo spettacolo. Ma probabilmente è l’unico modo efficace.

In questo anno europeo dell’educazione attraverso lo sport la tua morte è
una doccia fredda, un pugno nello stomaco, una scritta gigantesca in faccia
a chi tiene i fili di questo sport che neppure più si può chiamare così, una
scritta gigantesca che dice: “QUESTO SPORT DISEDUCA PERCHE’ DISTRUGGE E
UCCIDE”.

Tu potevi fare a meno del doping: eri un grande “di tuo”. Ora ti chiedo:
raccomanda a Dio di toccare il cuore dei responsabili della tua crisi
depressiva e dunque della tua morte, che faccia loro sentire un rimorso
terribile, atroce, ma molto salutare, che faccia capire a chi decide di
iniettare schifezze nel sangue dei ragazzi, che sta iniettando loro la
morte, goccia dopo goccia. Questi potenti sono tanti Erode che decidono,
esclusivamente per sete di gloria e di denaro, la strage degli innocenti,
ignari di aver decretato la morte dei loro stessi figli.
Oppure sono tanti Ponzio Pilato che lasciano libero Barabba, lasciano che
vinca l’imbroglio, la mercificazione della vita, la menzogna e muoia,
vittima innocente, la Vita, lo sport, i giovani.

Raccomanda a Dio di togliere il sonno a chi permette che tutto ciò accada,
raccomandagli di illuminare e di aprire la loro mente: la vita non ha
prezzo!

E poi Marco, tu che ora vedi chiaro, che ora hai sconfitto la depressione e
puoi gustare gioia e pace, chiedi a Dio di toccare il cuore di migliaia di
ragazzi che amano lo sport, perché abbiano una tale passione, un tale amore,
un tale attaccamento alla vita da non permettere mai a nessuno di rovinarla
in cambio di vittorie, magari anche milionarie, ma assolutamente
insufficienti ed effimere. Chiedi a Dio di aiutare i giovani atleti a
riconoscere gli adulti saggi, che possono traghettarli verso traguardi
entusiasmanti per la dignità della persona e di distinguere e star lontano
da quegli adulti che invece senza scrupoli, li avviano verso derive di morte
da cui non è più possibile tornare indietro. Chiedi a Dio di aiutare i
giovani a trovare dentro se stessi la forza del campione, quella forza che
ti fa gioire per le vittorie e per le sconfitte, quella forza che non ti fa
mettere al primo posto il risultato, mai, ma al primo posto sa mettere la
vita.

Marco, per favore chiedi a Dio che guarisca lo sport, che guarisca le menti
malate di chi ne sta facendo un losco affare economico, che guarisca il
ciclismo che tu ci hai insegnato ad amare.
Noi preghiamo per te Marco, ma tu prega per noi!

Suor Manuela Robazza
Figlia di Maria Ausiliatrice

Sono passati due gio…

Sono passati due giorni dalla notizia della morte di Marco Pantani e la perdita del campione passa in secondo piano rispetto alla perdita dell’uomo che è caduto in un male , la depressione , che lo ha portato a fuggire anche gli eventuali aiuti che potevano venirgli dagli altri.
Io lo voglio ricordare come un atleta che ci ha fatto sognare e che è finito stritolato da un ingranaggio più grande di lui…