Eccoci o Signore

Eccoci, o Signore, davanti a te:
sappiamo di non ingannarci
perché crediamo fermamente
che tu sei qui presente
e ti vediamo con gli occhi della fede.

Non osiamo contemplarti,
ma tu guardaci
con lo sguardo pieno di misericordia
con cui hai guardato Pietro:
siamo davanti a te
con le nostre opere cattive
e il nostro grande peccato.

Come potremo restare davanti a te,
come potremo toglierci le macchie
se tu non le cancelli?
Come diverremo mondi
se tu non ci lavi?
Come guariremo
se tu non ci curi?

O Signore, purificaci dai nostri peccati,
lavaci dalle colpe,
guariscici dai nostri mali
e facci degni di ritornare nella tua grazia.
Amen.

S. Carlo Borromeo

Belle Signore sono tutte le tue Parole

Abbiamo parole per vendere,
parole per comprare,
parole per fare parole,
ma ci servono parole per pensare.

 

Abbiamo parole per ferire,
parole per dormire,
parole per fare solletico,
ma ci servono parole per amare.

 

Abbiamo parole per fuggire,
parole per nasconderci,
parole per fingere,
ma ci servono parole per vivere.

Abbiamo parole per fare rumore
e macchine per scrivere e inviare parole,
ma parole per parlare non ne abbiamo più.

 

Da te Signore, sempre,
riceviamo in dono la Parola per pensare,
per vivere, per amare, per parlare, per…

 

Belle Signore sono tutte le tue Parole!

 

adattato da “Le parole” di Gianni Rodari

 

Preghiera del cuore libero

Vieni e fa’ tu stesso la Tua volontà in me.
I tuoi comandamenti non c’entrano nel mio cuore stretto e la mia mente limitata non afferra il loro contenuto…
Se Tu non vorrai benevolmente dimorare in me allora io inevitabilmente camminerò verso il buio.
So che Tu non agisci con violenza ma Ti supplico entra con potere nella mia casa e fa’ rinascere tutto me.
Cambia il buio infernale della mia superbia nel tuo amore umile. Trasforma la mia natura corrotta, in modo che nessuna passione rimanga in me, capace di ostacolare la venuta di Tuo Padre insieme a Te.
Fa’ di me di quella Santa Vita che Tu stesso mi hai permesso di assaporare in parte…Sì, Signore, Ti prego, non privarmi di questo segno della Tua bontà

(Archimandrita Sofronio)

Il tuo è il mio

Da una settimana non riuscivo a sciogliere il rebus del mio computer bloccato. Chiamo il tecnico che puntualmente arriva chiedendomi l’entità e la qualità del problema.
Lavora quasi tutta la mattinata al mio tavolo… senza venire a capo di niente. Gli raccomando -scherzando-di non uscire dalla stanza prima di aver definitivamente risolto.
Ma, dopo svariate prove e riprove, mi domanda se in casa ci sono altri  pc collegati fra loro…. Dopo la verifica conclude che due computer sono collegati e quindi non risolve il problema dell’uno se prima non controlla e non scioglie il nodo dell’altro.
Gli concedo a malincuore di uscire dal mio studio. “Devo interrompere l’assistenza al tuo computer -si scusa- per andare ad esaminare il problema dell’altro”.
Dopo un’ora di lavoro torna da me: “Risolto il problema del tuo amico, posso – mi dice soddisfatto – terminare l’intervento al tuo computer; per risolvere il tuo, prima dovevo vedere e risolvere il problema dell’altro.
Permettendo al tecnico di occuparsi dell’amico, ho facilitato la riparazione del mio computer. Non so dirti quale problema prima ritardava e quale soluzione ha poi  rimesso in funzione i due computer; mi sembra però di aver meglio capito l’esortazione di Gesù: “Portate gli uni i pesi degli altri”.
Gonfiando un ruota della bici permetti ed agevoli la corsa anche dell’altra. Tutt’e e due agevolate dal mutuo soccorso danno velocità alla bici.
Adoperarsi per il prossimo si rivela la strada più rapida e sicura per venire incontro alle proprie necessità.

(A. Panont)

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I figli discordi

I figli di un contadino erano perennemente in disaccordo tra loro e il padre, nonostante i continui ammonimenti, non riusciva a convincerli con le sue parole a cambiare atteggiamento.

Si rese conto perciò che doveva raggiungere lo scopo con un esempio concreto e ordinò ai ragazzi di portagli un fascio di verghe.

Quelli obbedirono.

In un primo momento il contadino consegnò loro le verghe riunite insieme e chiese che le spezzassero, ma i figli, pur mettendocela tutta, non furono in grado di farlo.

Allora il padre sciolse il fascio e diede loro una a una: così non incontrarono nessuna difficoltà a romperle.

“Anche voi, figli miei” concluse il contadino, “se sarete uniti non potrete essere vinti dai vostri nemici, ma diventerete per loro una facile preda se sarete in disaccordo.”

La favola dimostra che la concordia è tanto più forte quanto più è debole la discordia.

(esopo)

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La scuola della croce: amare non è emozione ma dare

Festa dell’Esaltazione della Croce, in cui il cristiano tiene insieme le due facce dell’unica evento: la Croce e la Pasqua, la croce del Risorto con tutte le sue piaghe, la risurrezione del Crocifisso con tutta la sua luce. Parafrasando Kant: «La cro­ce senza la risurrezione è cieca; la risurre­zione senza la croce è vuota».

Dio ha tanto amato. È questo il cuore ar­dente del cristianesimo, la sintesi della fe­de: «Dove sta la tua sintesi lì sta anche il tuo cuore» Evangelii Gaudium 143. «Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama» L. Xardel.

La salvezza è che Lui mi ama, non che io amo Lui. L’unica vera ere­sia cristiana è l’indifferenza, perfetto con­trario dell’amore. Ciò che sventa anche le trame più forti della storia di Dio è solo l’in­differenza.Invece «amare tanto» è cosa da Dio, e da ve­ri figli di Dio. E penso che ogni volta che u­na creatura ama tanto, in quel momento sta facendo una cosa divina, in quel mo­mento è generata figlia di Dio, incarnazio­ne del suo progetto.Ha tanto amato il mondo: parole da ripe­tere all’infinito, monotonia divina da inci­dere sulla carne del cuore, da custodire co­me leit-motiv, ritornello che contiene l’es­senziale, ogni volta che un dubbio torna a stendere il suo velo sul cuore.

Ha tanto amato il mondo da dare: amare non è una emozione, comporta un dare, ge­nerosamente, illogicamente, dissennata­mente dare. E Dio non può dare nulla di me­no di se stesso Meister Eckart.Dio non ha mandato il Figlio per condan­nare il mondo, ma perché il mondo sia sal­vato per mezzo di lui. Mondo salvato, non condannato.

Ogni vol­ta che temiamo condanne, per noi stessi per le ombre che ci portiamo dietro, siamo pa­gani, non abbiamo capito niente della cro­ce. Ogni volta invece che siamo noi a lan­ciare condanne, ritorniamo pagani, scivo­liamo fuori, via dalla storia di Dio.Mondo salvato, con tutto ciò che è vivo in esso. Salvare vuol dire conservare, e niente andrà perduto: nessun gesto d’amore, nes­sun coraggio, nessuna forte perseveranza, nessun volto. Neppure il più piccolo filo d’er­ba.

Perché è tutta la creazione che doman­da, che geme nelle doglie della salvezza.Perché chiunque crede in lui non vada per­duto, ma abbia la vita eterna. Credere a questo Dio, entrare in questa dinamica, la­sciare che lui entri in noi, entrare nello spa­zio divino «dell’amare tanto», dare fiducia, fidarsi dell’amore come forma di Dio e for­ma del vivere, vuol dire avere la vita eterna, fare le cose che Dio fa’, cose che meritano di non morire, che appartengono alle fibre più intime di Dio. Chi fa questo ha già ora, al presente, la vita eterna, una vita piena, rea­lizza pienamente la sua esistenza.

(p. Ermes Ronchi)

Guadagnare l’amicizia

Appena Giusto comprese che non uscivo nel suo giardino per paura del suo cane, mi mise in mano un pallone sgonfio, esortandomi a gettarlo verso Fido appena l’avessi visto . Così feci cercando di superarmi.
Il cane appena vide il pallone mi diede un’occhiata  e prese ad inseguire il pallone addentandolo e portandomelo festosamente fino ai piedi. Compresi che voleva giocare con me.
Diedi allora timidamente la prima pedata al pallone, accorgendomi dell’interesse con cui l’animale cercava di indovinare la direzione che avrei impresso al pallone col piede. Ne seguì un concitato inseguimento e, per l’ennesima  volta Fido mi riportò festosamente fino ai piedi la palla .
Mai avrei pensato di dovermi trovare a giocare con un cane. Ma, pur di stabilire con lui un rapporto amichevole e sereno, mi ci adattai volentieri.
Ogni giorno così, tutte le volte in questo modo. Era quasi uno sconto da pagare se volevo serenamente far quattro passi nell’ampio giardino adiacente la villa.
Man mano che giocavo con Fido,m’accorsi che a lui interessava sì il pallone, ma, da varie sue reazioni, scoprii che gli importava sopratutto la mia amicizia. Tant’è vero che quando a me non gli interessava più il pallone, anche lui lo trascurata e mi seguiva comunque scodinzolando.
In casa di Giusto, anche se non mi sono rasserenato di fronte ai cani, ho capito quanto è prezioso e importante “farsi uno”;  fare anche con fatica quanto piace all’altro, per guadagnare l’amicizia con chiunque, soprattutto se persona poco gradita.

(P. A. Panont)

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All’alba ti cercherò

Signore, provoca anche noi!

Passa in mezzo a noi, dovunque siamo,

sia che ci troviamo tra la folla,

sia che ci troviamo nel luogo della preghiera,

sia che ci troviamo nelle realtà della vita quotidiana!

Fa’ che non ci sia differenza tra l’una e l’altra,

che non abbiamo a rinnegare nella vita quotidiana

colui che sul monte vogliamo conoscere.

Fa’ che ci sia unità tra i diversi momenti della nostra esistenza!

Signore, attraverso la contemplazione di te che risvegliandoti dal sonno e risorto dalla morte mi dai fiducia,

sciogli, ti prego, i miei timori, le mie paure, le mie indecisioni,

i miei blocchi nelle scelte importanti, nelle amicizie, nel perdono, nei rapporti con gli altri,

negli atti di coraggio per manifestare la mia fede.

Sciogli i miei blocchi, Signore!

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(C. M. Martini)

 

Un piccolo gesto

Un giorno, ero un ragazzino delle superiori, vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola. Il suo nome era Kyle e sembrava stesse portando tutti i suoi libri. Dissi tra me e me: “Perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì? Deve essere un ragazzo strano”.

Io avevo il mio week-end pianificato (feste e una partita di football con i miei amici), così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato.

Mentre stavo camminando vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro a Kyle. Gli corsero addosso facendo cadere tutti i suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango. I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell’erba un paio di metri più in là. Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi rapì il cuore! Così mi incamminai verso di lui mentre stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi. Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: “Quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere”. Kyle mi guardò e disse: “Grazie!”. C’era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine.

Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva. Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima. Lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata. Prima di allora non sarei mai andato in giro con un ragazzo che frequentava le scuole private. Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri.

Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a football con i miei amici e lui disse di sì. Stemmo in giro tutto il week end e più lo conoscevo più Kyle mi piaceva così come piaceva ai miei amici.

Arrivò il lunedì mattina ed ecco Kyle con tutta la pila dei libri ancora. Lo fermai e gli dissi: “Ragazzo finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili con questa pila di libri ogni giorno!”. Egli rise e mi passo la metà dei libri.

Nei successivi quattro anni io e Kyle diventammo amici per la pelle.

Una volta adolescenti cominciammo a pensare al college, Kyle decise per Georgetown e io per Duke. Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi. Kyle sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di scuole di football.

Kyle era il primo della nostra classe e io l’ho sempre preso in giro per essere un secchione. Kyle doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui molto felice di non essere al suo posto sul podio a parlare. Il giorno dei diplomi vidi Kyle, aveva un ottimo aspetto. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Si era un po’ riempito nell’aspetto e stava molto bene con gli occhiali. Aveva qualcosa in più e tutte le ragazze lo amavano. Ragazzi qualche volta ero un po’ geloso!

Oggi era uno di quei giorni, potevo vedere che era un po’ nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi: “Ehi ragazzo, te la caverai alla grande!”. Mi guardò con uno di quegli sguardi (quelli pieni di gratitudine) e sorrise mentre mi disse: “Grazie”.

Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: “Nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti, gli allenatori ma più di tutti i tuoi amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare. Voglio raccontarvene una”.

Guardai il mio amico Kyle incredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro incontro. Lui aveva pianificato di suicidarsi durante il week-end. Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola, così che la madre non avesse dovuto farlo dopo, e di come si stava portando a casa tutte le sue cose.

Kyle mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso. “Ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi salvò dal fare quel terribile gesto”.

Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni. Il ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole.

Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine.

Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento.

Non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni.

Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona, in meglio o in peggio. Dio fa incrociare le nostre vite perché ne possiamo beneficiare in qualche modo. Cercate il buono negli altri.

“Gli amici sono angeli che ci sollevano in piedi quando le nostre ali hanno problemi nel ricordare come si vola”.

(Anonimo)

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L’insegnamento di Gesù, investire in fraternità

Solo verbi di dialogo e di incontro, oggi. Se il tuo fratello sbaglia, va’ e ammoniscilo: tu fa il primo passo, non chiuderti nel si­lenzio ostile, non fare l’offeso, ma tu riallaccia la relazione.Ma che cosa mi autorizza a intervenire nella vita dell’altro? La pretesa della verità? No, so­lo la parola fratello.
Ciò che ci abilita al dialo­go è la fraternità che tentiamo di vivere, non la verità che crediamo di possedere. Il dialogo politico è quello in cui si misurano le forze, ma il dialogo evangelico è quello in cui si misura­no le sincerità.Non nell’isolamento del privato, allora, non nel­l’illusione dei grandi numeri, tutto inizia dalla più piccola comunità: io-tu.Lontano dalle istituzioni, nel cuore della vita, tutto inizia da io-tu.Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello. Ver­bo stupendo: guadagnare un fratello. Il fratello è un guadagno, un tesoro per te e per il mondo.
Investire in fraternità è l’unica politica econo­mica che produce vera crescita.Tutto quello che legherete o che scioglierete sul­la terra, lo sarà anche in cielo. Legare e scioglie­re. Questo potere non è conferito alla gerarchia, ma è per tutti i credenti: è il potere di creare comunione o separazione.
«Il potere di perdonare il male non è il potere giuridico dell’assoluzio­ne, è il potere di diventare una presenza trasfi­gurante anche nelle esperienze più squallide, più impure, più alterate dell’uomo» Don Michele Do. Diventare presenza trasfigurante, fare co­se che Dio solo sa fare: perdonare i nemici, tra­sfigurare il dolore, immedesimarsi nel prossi­mo, queste sono cose divine, che possono tra­sformare, trasfigurare le relazioni…Ciò che avrete legato, riunito attorno a voi, le persone, gli affetti, le speranze, non andrà per­duto; e ciò che avrete sciolto, liberato attorno a voi, energie, vita, audacia, sorrisi, lo ritroverete liberato per sempre, nella storia della terra e in quella del cielo, unica storia.
«Ciò che scioglie­rete»: come lui che ha sciolto Lazzaro dalle ben­de della morte; «ciò che legherete»: come lui che ha legato a sé uomini e donne capaci di fare le cose che Dio fa. Ciò che scioglierete avrà libertà per sempre, ciò che legherete avrà comunione per sempre.Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì so­no io in mezzo a loro.Non solo nella preghiera, ma anche nell’uomo e nella donna che si amano, nella complicità fe­stosa di due amici, in chi lotta per la giustizia, in una madre abbracciata al suo bimbo, Dio è lì. Ma a cosa serve la presenza di Cristo? Che cosa ge­nera? Cristo è anima e vita di tutto ciò che esi­ste, presenza trasformante dell’io e del tu che diventano noi, è la forza di amare che ti convo­glia nello stellato fiume M. Luzi. Quella forza che convoglia Dio nell’umano torrente.

(P. Ermes Ronchi)