Guadagnare l’amicizia

Appena Giusto comprese che non uscivo nel suo giardino per paura del suo cane, mi mise in mano un pallone sgonfio, esortandomi a gettarlo verso Fido appena l’avessi visto . Così feci cercando di superarmi.
Il cane appena vide il pallone mi diede un’occhiata  e prese ad inseguire il pallone addentandolo e portandomelo festosamente fino ai piedi. Compresi che voleva giocare con me.
Diedi allora timidamente la prima pedata al pallone, accorgendomi dell’interesse con cui l’animale cercava di indovinare la direzione che avrei impresso al pallone col piede. Ne seguì un concitato inseguimento e, per l’ennesima  volta Fido mi riportò festosamente fino ai piedi la palla .
Mai avrei pensato di dovermi trovare a giocare con un cane. Ma, pur di stabilire con lui un rapporto amichevole e sereno, mi ci adattai volentieri.
Ogni giorno così, tutte le volte in questo modo. Era quasi uno sconto da pagare se volevo serenamente far quattro passi nell’ampio giardino adiacente la villa.
Man mano che giocavo con Fido,m’accorsi che a lui interessava sì il pallone, ma, da varie sue reazioni, scoprii che gli importava sopratutto la mia amicizia. Tant’è vero che quando a me non gli interessava più il pallone, anche lui lo trascurata e mi seguiva comunque scodinzolando.
In casa di Giusto, anche se non mi sono rasserenato di fronte ai cani, ho capito quanto è prezioso e importante “farsi uno”;  fare anche con fatica quanto piace all’altro, per guadagnare l’amicizia con chiunque, soprattutto se persona poco gradita.

(P. A. Panont)

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