VIAGGIO IN PIEMONTE 3

il mio terzo giorno in Piemonte si è aperto con una variante rispetto al resto del gruppo: mentre gli altri facevano un momento di verifica io mi sono allontanato e mi sono recato al Santuario della Grotta Nostra Signora di Lourdes, situato a 500 metri dalla casa, dove si trova un bella riproduzione della Grotta di Lourdes e una serie di statue che creano alcuni luoghi molto suggestivi e adatti alla meditazione. Nel pomeriggio invece ci siamo recati a Chieri, luogo dove Don Bosco ha studiato, prima nelle scuole pubbliche e poi nel Seminario, fino alla sua Ordinazione Sacerdotale. Molto suggestivo è stato per me vedere il sottoscala dove Don Bosco è vissuto per alcuni anni prima di entrare in Seminario. Poi da Chieri abbiamo preso la via di casa.

uno sfondo del santuario

io davanti alla riproduzione della grotta di Lourdes

il sottoscala dove dormiva Don Bosco

La cattedrale di Chieri

VIAGGIO IN PIEMONTE 2

Dopo alcuni giorni riprendo la cronaca del campo… Il secondo giorno è dedicato alla nascita e all’infanzia di Don Bosco e, dopo la colazione, ci siamo recati al Colle Don Bosco. Dapprima abbiamo visitato la cascina dove Don Bosco ha passato la sua infanzia (la casa natale è stata involontariamente demolita nel corso dei lavori per la costruzione del Tempio) e abbiamo avuto modo di rivedere la stanza dove ha avuto il sogno dei 9 anni, che ha diretto la sua vita. Successivamente abbiamo visitato il museo della vita contadina, allestito nella cascina costruita dal fratello di Don Bosco. Dopo il pranzo abbiamo dedicato il museo missionario in cui sono raccolti oggetti provenienti dai diversi continenti in cui i salesiani hanno svolto la loro missione educativa. Poi ci siamo recati a visitare il Tempio, partendo da quello inferiore per poi recarci a quello superiore, con la bellissima statua del Cristo Risorto e la struttura lignea che avvolge l’interno, oltre alle formelle della via lucis. Successivamente abbiamo vissuto la Messa nel santuario dedicato a Maria Ausiliatrice e siamo partiti dal Colle per dirigerci a Capriglio, paese natale di Mamma Margherita, la mamma di Don Bosco, dove abbiamo visitato la Chiesa Parrocchiale e la scuola dove Giovannino ha studiato per alcuni anni, che oggi è diventato un museo legato alla figura di Mamma Margherita e alle tradizioni locali.

il tempio superiore

io davanti alla casa del sogno dei 9 anni

la stanza del sogno

Il Cristo risorto del Tempio Superiore

BUONA FESTA DELL'ASSUNTA

Assunta in … terra, verso il cielo

Perché ridurre la festa dell’Assunzione ad un giorno, quando tutta l’estate ci fa sentire al “settimo cielo”? Che belle le vacanze per i giovani! Mentre un’intera stagione si veste a festa, le ragazze si spogliano per il gran calore ed è aperta la caccia all’avventura migliore. 

Una festa, quella del 15 agosto, sentita poco perché nel pieno delle vacanze estive, quando la maggior parte della gente comune non lavora e pensa a riposarsi, rilassarsi, divertirsi. L’ennesima ricorrenza cristiana che ha perso il suo significato religioso diventando, in alcune zone turistiche italiane, il “carnevale estivo”. Ma come in ogni carnevale che si rispetti non mancano gli scherzi e questi, purtroppo, a volte fanno male. Volersi perfetti, cercare di elevarsi al di sopra delle proprie capacità, portarsi con la testa “tra le nuvole” è una tentazione forte poiché le strade sono tante e a volte rese ancor più affascinanti dal brivido del rischio. 

Ferragosto, il fulcro centrale della “stagione degli amori”, quando ogni giovane in vacanza, gettate in mare le reti, si fa pescatore di sentimenti, remando verso un orizzonte che può essere troppo lontano o solo immaginario, ma anche solo apparentemente inafferrabile e quindi più vicino di quanto si pensi. Sollevarsi da terra con le ali del desiderio, perdersi tra i propri sogni per poi tornare con i piedi per terra perché questi si realizzino e diventino la nostra Vita: questa è l’assunzione! Il compito della società civile e della Chiesa è questo: far si che ogni giovane possa elevare la propria dignità ed essere “assunto” sulla terra, per poi spiccare il volo verso il cielo. 

 Ne è un esempio una donna che duemila anni fa portava nel suo grembo l’inizio della realizzazione di un desiderio che si sarebbe compiuto alla fine della sua vita, quando, dopo aver visto, vissuto e compreso tutti i sentimenti che un uomo può provare, è salita al cielo perché la stagione dell’Amore durasse in eterno.

don Alessandro 

da www.giovani.org

TANTISSIMI AUGURI
A TUTTI!!!

IL MIO VIAGGIO IN PIEMONTE – 1

Iniziamo la cronaca della settimana che mi ha visto salire al Nord dell’Italia fino quasi a sconfinare in Francia… L’inizio è stato moooolto mattiniero, con la sveglia alle 2,30 per arrivare al Borgo alle 4 di mattina… Normale che dopo una sveglia del genere, dopo pochi minuti, il sonno si sia fatto sentire con tutti i suoi effetti… Dopo una prima dormita ci siamo svegliati per la prima sosta in autogrill… Dopo 9 ore siamo arrivati alle pendici della Sacra di S. Michele, luogo della nostra prima visita, abbazia dell’anno Mille che domina la visuale della Val di Susa. Siamo entrati e ci siamo inerpicati per gli scalini che portano alla chiesa vera e propria, passando per il portale dello Zodiaco. Poi siamo entrati nella chiesa e qui siamo rimasti ad ascoltare la spiegazione di uno dei padri Rosminiani che oggi reggono l’abbazia. Dopo la fine della visita siamo risaliti sul pullman che ci ha portati a Forno di Coazze, nostra casa per questi 5 giorni. Con la sistemazione e la messa abbiamo concluso la prima giornata.

subito dopo la partenza…

sul terrazzo della Sacra

una visuale da lontano

panorama della valle

un particolare delle pitture della chiesa

 

Magia, pratiche esoteriche, patti con il diavolo, ma anche ricerca biologica, indagine medica, accanimento scientifico, il tutto per “esorcizzare” la morte e vivere a lungo. Movimenti settari e operatori dell’occulto che propongono lunga vita e felicità a quanti aderiscono alle loro “scuole” (guarda il caso a pagamento), ma anche esperimenti scientifici che, rinnegando ogni minima valutazione etica, proseguono la loro ricerca a favore della cultura della morte. 

Che nessuno di noi voglia morire è normale, ma quanti sono disposti sul serio a Vivere?

I giovani, ad esempio, che vogliono vivere la gioia dell’attimo fuggente sono tanti, eppure alcuni di loro cercano la vita lì dove invece ci sono le tenebre, il nulla, l’assenza totale. Mentre, invece, c’è chi sa che vivrà in pienezza la propria esistenza solo dopo essere passato attraverso l’esperienza della morte non subita, ma accolta al momento giusto. 

Subire la morte, cioè vivere per morire, significa abbandonarsi alle droghe, all’abuso di alcol, alla tentazione di togliersi la vita, al sesso sfrenato senza regole morali, ma anche avallare, con i propri atteggiamenti, determinate politiche economiche che privano popoli interi del pane quotidiano necessario per vivere. 

Accogliere la morte, cioè morire per Vivere, significa fuggire la mormorazione e accogliere “il pane disceso dal cielo” per portarlo a chi muore di fame. 

Io sono il pane della vita” dice il Signore a noi che, nei momenti di aridità, abbiamo mangiato “la manna nel deserto” per un breve momento di ristoro. “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”: altro che magia o ricerca scientifica! Noi possiamo vivere nell’eternità, a partire già da questo momento, se poniamo l’Eucaristia al centro della nostra esistenza. In che modo? Facendo nostro il messaggio di S. Francesco d’Assisi che grosso modo suona così: “Di nostro Signore Gesù Cristo, niente altro vedo in questo mondo se non il suo corpo e il suo sangue”. Un corpo ancora vivo, che versa sangue sulle strade del mondo e che attende qualcuno che abbia il coraggio di mettere il dito in quelle ferite che sono le piaghe della società. 

don Alessandro

da www.giovani.org

COSA RESTA DI ME

Cosa resta di me
quando il giorno va via

che cosa potrò dare io
con queste mani vuote?
Cosa mai darà forza alla mia voce
cosa mai darà fiato alla mia corsa
se non quel po’ d’amore
nato dalle mie lacrime.

Stanca nella sera dorme la collina
non un suono, non parole
si alzano nel vento
come un cuore gonfio
il mondo soffre il suo lamento.
Che profondità in quei silenzi che possibilità.

Cosa resta di me…

Strana prospettiva magica alchimia
lentamente nella vita cambiano i valori
il pianto brilla nelle mani brilla più dell’oro.
Che serenità in questa sera che se ne va.

Cosa resta di me…

Canzone dei Gen Rosso che mi accompagna nelle mie riflessioni in questo periodo… poi pensata nel mio paese ricco di colline assume un significato quasi reale.

Perdonare non significa dimenticare
Quando perdoniamo una persona, la memoria di quella ferita può rimanere a lungo con noi, anche tutta la vita.
Talvolta portiamo questa memoria nel nostro corpo come un segno visibile. Il perdono cambia però la maniera in cui ricordiamo; trasforma la maledizione in benedizione.
Quando perdono i miei genitori per il loro divorzio, i miei figli per la loro mancanza di attenzione, i miei amici per la loro infedeltà nelle crisi, i miei medici per i loro cattivi consigli, non devo più sentirmi la vittima di eventi che non ho potuto dominare.
Il perdono mi consente di fare appello alla mia stessa forza e di non lasciare che questi eventi mi distruggano; li fa diventare eventi che approfondiscono la saggezza del mio cuore.
Il perdono guarisce veramente il ricordo.

Perdonare nel nome di Dio
Siamo tutti persone ferite.
Chi ci ferisce?
Molto spesso coloro che amiamo e che ci amano. Quando ci sentiamo respinti, abbandonati, maltrattati, manipolati o violati, spesso questo viene soprattutto da persone che ci sono molto vicine: i genitori, gli amici, gli sposi, gli amanti, i figli, i vicini, gli insegnanti, i pastori.
Coloro che ci amano ci feriscono anche.
È questa la tragedia della nostra vita, ed è questo che rende così difficile perdonare di cuore.
È proprio il nostro cuore ad essere ferito.
Esso grida: «Proprio tu, che credevo mi saresti stato vicino, mi hai abbandonato.
Come potrò mai perdonarti per questo?».
Il perdono sembra spesso impossibile, ma niente è impossibile a Dio. Il Dio che vive in noi ci darà la grazia di andare al di là del nostro io ferito per dire: «Nel nome di Dio sei perdonato».
Preghiamo per ricevere questa grazia.

Tornare all’amore di Dio
Noi confondiamo spesso l’amore senza condizioni con un’approvazione senza condizioni.
Dio ci ama senza condizioni, ma non approva ogni comportamento umano.
Dio non approva il tradimento, la violenza, l’odio, il sospetto e tutte le altre espressioni del male, perché esse contraddicono tutte l’amore che Dio vuole stillare nel cuore umano. Il male è l’assenza dell’amore di Dio. Il male non appartiene a Dio.
L’amore incondizionato di Dio significa che Dio continua ad amarci anche quando diciamo o pensiamo cose malvage.
Dio continua ad aspettarci come un padre amorevole aspetta il ritorno di un figlio smarrito. È importante per noi attenerci alla verità che Dio non rinuncia mai ad amarci, anche quando è rattristato da quel che facciamo.
Questa verità ci aiuterà a tornare all’onnipresente amore di Dio.

Henry Nouwen

Un saluto ai miei fedelissimi lettori dal sottoscritto in trasferta abruzzese, quest’anno almeno ho il vantaggio di nn dover uscire di casa ma di poter usare il portatile per lavorare al sito e vedere la posta ๐Ÿ™‚ .. ci vediamo nei prossimi giorni!!!!

PREGHIERA DELL'ANIMATORE

Fa’, Signore, che io ti conosca,
e la conoscenza mi porti ad amarti,
e l’amore mi spinga a servirti
ogni giorno più generosamente;
che io veda, ami e serva te in tutti i miei fratelli,
ma particolarmente in coloro che mi hai affidato.
Te li raccomando perciò, Signore,
come quanto ho di più caro,
perché sei tu che me li hai dati,
e a te devono ritornare.
Con il tuo aiuto, Signore,
fa’ che io sia sempre loro di esempio e mai di inciampo;
che essi in me vedano te,
e che io in loro te solo cerchi,
così l’amore nostro sarà perfetto.
Amen.