Magia, pratiche esoteriche, patti con il diavolo, ma anche ricerca biologica, indagine medica, accanimento scientifico, il tutto per “esorcizzare” la morte e vivere a lungo. Movimenti settari e operatori dell’occulto che propongono lunga vita e felicità a quanti aderiscono alle loro “scuole” (guarda il caso a pagamento), ma anche esperimenti scientifici che, rinnegando ogni minima valutazione etica, proseguono la loro ricerca a favore della cultura della morte. 

Che nessuno di noi voglia morire è normale, ma quanti sono disposti sul serio a Vivere?

I giovani, ad esempio, che vogliono vivere la gioia dell’attimo fuggente sono tanti, eppure alcuni di loro cercano la vita lì dove invece ci sono le tenebre, il nulla, l’assenza totale. Mentre, invece, c’è chi sa che vivrà in pienezza la propria esistenza solo dopo essere passato attraverso l’esperienza della morte non subita, ma accolta al momento giusto. 

Subire la morte, cioè vivere per morire, significa abbandonarsi alle droghe, all’abuso di alcol, alla tentazione di togliersi la vita, al sesso sfrenato senza regole morali, ma anche avallare, con i propri atteggiamenti, determinate politiche economiche che privano popoli interi del pane quotidiano necessario per vivere. 

Accogliere la morte, cioè morire per Vivere, significa fuggire la mormorazione e accogliere “il pane disceso dal cielo” per portarlo a chi muore di fame. 

Io sono il pane della vita” dice il Signore a noi che, nei momenti di aridità, abbiamo mangiato “la manna nel deserto” per un breve momento di ristoro. “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”: altro che magia o ricerca scientifica! Noi possiamo vivere nell’eternità, a partire già da questo momento, se poniamo l’Eucaristia al centro della nostra esistenza. In che modo? Facendo nostro il messaggio di S. Francesco d’Assisi che grosso modo suona così: “Di nostro Signore Gesù Cristo, niente altro vedo in questo mondo se non il suo corpo e il suo sangue”. Un corpo ancora vivo, che versa sangue sulle strade del mondo e che attende qualcuno che abbia il coraggio di mettere il dito in quelle ferite che sono le piaghe della società. 

don Alessandro

da www.giovani.org