una lettera a Marco …

una lettera a Marco Pantani che voglio condividere con voi

Caro Marco,
oggi tutti parlano di te, con tristezza, con imbarazzo, con molta
confusione. Chi ha fede e crede che ora tu sei accanto a Dio, può parlare
“con te”, certo del tuo ascolto!

Caro Marco, grazie per essere stato con noi 34 anni. Pochi, troppo pochi
perché ancora tante sarebbero state le cose che avresti potuto e dovuto
insegnarci. Paradossalmente ora ci costringi a impararne molte ma
in modo brusco e drammatico. Troppo per un mondo sportivo che non vuole
scandali, ma solo spettacolo. Ma probabilmente è l’unico modo efficace.

In questo anno europeo dell’educazione attraverso lo sport la tua morte è
una doccia fredda, un pugno nello stomaco, una scritta gigantesca in faccia
a chi tiene i fili di questo sport che neppure più si può chiamare così, una
scritta gigantesca che dice: “QUESTO SPORT DISEDUCA PERCHE’ DISTRUGGE E
UCCIDE”.

Tu potevi fare a meno del doping: eri un grande “di tuo”. Ora ti chiedo:
raccomanda a Dio di toccare il cuore dei responsabili della tua crisi
depressiva e dunque della tua morte, che faccia loro sentire un rimorso
terribile, atroce, ma molto salutare, che faccia capire a chi decide di
iniettare schifezze nel sangue dei ragazzi, che sta iniettando loro la
morte, goccia dopo goccia. Questi potenti sono tanti Erode che decidono,
esclusivamente per sete di gloria e di denaro, la strage degli innocenti,
ignari di aver decretato la morte dei loro stessi figli.
Oppure sono tanti Ponzio Pilato che lasciano libero Barabba, lasciano che
vinca l’imbroglio, la mercificazione della vita, la menzogna e muoia,
vittima innocente, la Vita, lo sport, i giovani.

Raccomanda a Dio di togliere il sonno a chi permette che tutto ciò accada,
raccomandagli di illuminare e di aprire la loro mente: la vita non ha
prezzo!

E poi Marco, tu che ora vedi chiaro, che ora hai sconfitto la depressione e
puoi gustare gioia e pace, chiedi a Dio di toccare il cuore di migliaia di
ragazzi che amano lo sport, perché abbiano una tale passione, un tale amore,
un tale attaccamento alla vita da non permettere mai a nessuno di rovinarla
in cambio di vittorie, magari anche milionarie, ma assolutamente
insufficienti ed effimere. Chiedi a Dio di aiutare i giovani atleti a
riconoscere gli adulti saggi, che possono traghettarli verso traguardi
entusiasmanti per la dignità della persona e di distinguere e star lontano
da quegli adulti che invece senza scrupoli, li avviano verso derive di morte
da cui non è più possibile tornare indietro. Chiedi a Dio di aiutare i
giovani a trovare dentro se stessi la forza del campione, quella forza che
ti fa gioire per le vittorie e per le sconfitte, quella forza che non ti fa
mettere al primo posto il risultato, mai, ma al primo posto sa mettere la
vita.

Marco, per favore chiedi a Dio che guarisca lo sport, che guarisca le menti
malate di chi ne sta facendo un losco affare economico, che guarisca il
ciclismo che tu ci hai insegnato ad amare.
Noi preghiamo per te Marco, ma tu prega per noi!

Suor Manuela Robazza
Figlia di Maria Ausiliatrice