nuove lingue per nuovi popoli

Pentecoste 2012 (colored)

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
(dagli Atti degli Apostoli 2,1-11)

Parti, Medi, Elamiti… abitanti di Frigia e Panfilia…
Ogni anno sentiamo il racconto di Pentecoste con questa serie di luoghi e popoli sconosciuti. Ci vorrebbe uno storico per capire dove si trovano… e se esistono ancora.
Il giorno nel quale nasce la Chiesa con la discesa dello Spirito Santo, i cristiani iniziano a comunicare il Vangelo con una forza e una capacità straordinarie.
E ancora oggi il Vangelo percorre le strade dell’umanità e la Chiesa ha il compito di comunicarlo con sempre nuovi linguaggi.
Da quel che so, non esistono più i Parti, gli Elamiti… Ma ci sono un sacco di nuovi popoli che attendono da me e dalla comunità dei discepoli di Cristo un annuncio di salvezza. Non bisogna andare in altri luoghi del mondo per trovare popoli nuovi. Ma anche qui tra noi ci sono popoli, intere comunità di persone, che hanno bisogno di parole nuove di salvezza. Sono quelli che a causa dell’allontanamento dalla fede, pur essendo di tradizione cristiana, sono diventati stranieri rispetto alla Chiesa.
Ci sono le comunità di giovani, nei tantissimi posti dove abitano (la scuola, i luoghi dello sport, i luoghi di ritrovo delle compagnie, internet… e ovunque sono), che attendono dalla comunità dei cristiani una parola per loro e nella loro lingua..
La domanda è molto semplice: la Chiesa è capace di comunicare ancora oggi il Vangelo della resurrezione? Siamo capaci come cristiani ( tutti… preti, laici, adulti, genitori….) di creare stupore e attrazione nei giovani che stanno fuori dalla porta della comunità, così come lo erano i popoli fuori dal Cenacolo dei primi apostoli?
E come Chiesa siamo capaci di ritrovare parole di accoglienza, amore e gioia per le altre comunità umane che spesso abbiamo noi stessi ricacciato fuori dalle nostre porte?
Chiediamo davvero una rinnovata Pentecoste per la Chiesa. Chiediamo che lo Spirito Santo di nuovo cacci via le paure che abbiamo dentro e che ci bloccano sulla difensiva, e ci ridoni l’entusiasmo e la voglia di comunicare il Vangelo a tutti… 

Giovanni don

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