Dall’ immagine tesa
Dall’ immagine tesa
vigilo l’ istante
con imminenza d’ attesa –
e non aspetto nessuno :
nell’ ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono –
e non aspetto nessuno :
fra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno :
ma deve venire
verrà
se resisto
a sbocciare non visto,
verrà d’ improvviso
quando meno l’ avverto:
verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà
forse già viene
il suo bisbiglio.
( Clemente Rebora 1920 )