QUEL CHE E’ CERTO

Quel che è certo è che Dio
dà le forze di cui abbiamo bisogno,
e le elargisce al momento esatto
in cui la nostra debolezza umana
si fa più acuta.
E sarà sempre qualcosa d’inatteso.
Egli ci dà sempre la forza necessaria
per la tappa che abbiamo dinanzi.ùù
Ce la dà in modo che in ogni occasione
potremo quel che prima non potevamo.
Non ce la dà tutta insieme, ma un po’
per volta, sino alla volta successiva.
E’ difficile stare al passo con Dio:
noi ci siamo appena mossi e Lui
è già avanti a noi, già lontano.
Arrivare a camminare
con lo stesso passo di Dio
significa entrare in comunione con Lui.ù
Ogni passo su questa strada ci permette
di scoprire un nuovo
orizzonte; e ciò rende il nostro
cammino più spedito.
Pian piano, arriveremo al punto
in cui le nostre orme
si affiancheranno alle orme di Dio.

«Io sono colui che non s’appartiene, ma appartiene a te. Di più non so di me; né di te… Tu, Dio della mia vita, infinità della mia finitudine» (K. Rahner).

Chissà quante volte, anche a noi, sarà capitato di soffermarci sulle ragioni della nostra identità. Ci rendiamo conto di non poter bastare a noi stessi, non ci apparteniamo fino in fondo! E nel momento in cui misuriamo il limite della nostra esistenza è possibile – talvolta perfino involontariamente – riconoscerci amati da un Dio il cui amore è infinito. E un uomo – diceva San Giovanni della Croce – non si sazia se gli diamo meno dell’infinito.

NEGLI OCCHI DE BAMBINI
 
Dio ha donato i suoi occhi all’uomo,
perché potessimo vedere l’anima dentro:
finestre trasparenti spalancate all’infinito,
specchio terso e lucente dell’interiorità.
Gli occhi che conservano
la freschezza delle origini
riflettono luce, irradiano lampi di gioia, riflettono Dio.
Ecco perché gli occhi non invecchiano mai.
E’ bello riposare in uno sguardo di fanciullo:
parlano con quegli occhi magici ed incantati.
Sono un libro aperto
i loro occhioni di madreperla:
ti parlano con la vivacità del lampo
e il crepitio delle faville
di un mondo fantastico,
di stupore, di giochi inventati.
Gridano con l’esuberanza  
dei colori dell’iride
che la vita è un arcobaleno di delizie,
uno scrigno di tesori.
Sono i loro occhi che ci regalano
voli di gabbiani e aquiloni,
e tramonti dipinti da variopinti colori
e danze di rondini e di farfalle
che ricamano il cielo a festa.
La loro trasparenza travalica spazio
e tempo e sei nella pace:
nel loro sguardo profondo si disegna
il mondo beato della quiete.
Sono quegli sprazzi di innocente furbizia nelle pupille
a togliere il malumore e a far ritornare il sereno nell’anima.
Gli occhi di chi è bambino
nel cuore e nella mente
spalancano i cieli,
sciolgono le nubi cariche di presagi,
fanno vibrare un caldo sole
che ti avvolge ed accarezza,
e ti contagiano di quella pace
che cerchi in ogni dove.
Sì, nella lucentezza degli
occhi bambini ed incantati
scorgi come d’incanto
gli stessi occhi di Dio che ti vuole bene.

P. Gianni Fanzolato

Udii un vecchio confratello ragionevole e buono, perfetto e santo, dire: "Se sentirai la chiamata dello Spirito, ascoltala e cerca di essere santo con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze.
Se, però, per umana debolezza non riuscirai ad essere santo, cerca allora di essere perfetto con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze.
Se, tuttavia, non riuscirai ad essere perfetto a causa della vanità della tua vita, cerca allora di essere buono con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze.
Se, ancora, non riuscirai ad essere buono a causa delle insidie del Maligno, cerca allora di essere ragionevole con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze.
Se, infine, non riuscirai ad essere santo, né perfetto, né buono, né ragionevole a causa del peso dei tuoi peccati, allora cerca di portare questo peso di fronte a Dio e affida la tua vita alla sua misericordia.
Se farai questo senza amarezza, con tutta umiltà e con giovialità di spirito a causa della tenerezza di Dio che ama gli ingrati e i cattivi, allora incomincerai a capire cosa sia ragionevole, imparerai ciò che è buono, lentamente aspirerai ad essere perfetto, e infine anelerai ad essere santo.
Se farai questo ogni giorno, con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze, allora io ti garantisco, fratello: sarai sulla strada di Francesco, non sarai lontano dal Regno di Dio!".

(L. Boff OFM)

Sei un padrone generoso, Signore,
doni a ciascuno secondo giusta misura,
affichè noi per primi ne riceviamo frutto:
aiutaci a riconoscere la tua bontà
e la tua infinita misericordia.

Sei un padrone esigente, Signore,
chiedi che il dono sia accolto
e riconosciuto e sia fatto fruttificare
con impegno responsabile:
aiutaci ad essere servi buoni
e fedeli, discepoli attivi e coraggiosi.

Madì Drello

BEATIFICAZIONE DI CHARLES DE FOUCAULT

"Dio costruisce sul nulla.
E’ con la sua morte che Gesù ha salvato il mondo;
è con il niente degli apostoli che ha fondato la Chiesa;
è con la santità e nel nulla dei mezzi umani che si conquista il cielo
e che la fede viene propagata".

OGGI 13 NOVEMBRE 2005 CHARLES DE FOUCAULT
VIENE BEATIFICATO. RINGRAZIAMO IL SIGNORE PER QUESTO
NUOVO ESEMPIO DI SANTITA’ CHE CI VIENE DONATO

3 ANNI DI BLOG!!!

11 NOVEMBRE 2002- 11 NOVEMBRE 2005
Anche se con un pò di ritardo
dovuto a un problema con il computer
ne approfitto per fare gli auguri di
BUON COMPLEANNO
al blog!!!!
Un grazie a tutti gli amici che ci hanno scritto
in questi anni e a tutti i visitatori

A  TUTTI  I  GIOVANI

Anche se sono vissuto fra molte tenebre, sotto duri regimi totalitari, ho visto abbastanza per essere convinto in maniera incrollabile che nessuna difficoltà, nessuna paura è così grande da poter soffocare completamente la speranza che zampilla eterna nel cuore dei giovani. Non lasciate che quella speranza muoia! Scommettete la vostra vita su di essa! Noi non siamo la somma delle nostre debolezze e dei nostri fallimenti; al contrario, siamo la somma dell’amore del Padre per noi e della nostra reale capacità di divenire l’immagine del Figlio suo. Là, tra gli uomini, è la casa di Cristo, che chiede a voi di asciugare, in suo nome, ogni lacrima e di ricordare a chi si sente solo che nessuno è mai solo se ripone in Lui la propria speranza.

(Giovanni Paolo II)

Ioannes Paulus PP.II 16.X.1978 - 2.IV.2005

«Mio Dio, Trinità che adoro, aiutatemi a dimenticarmi interamente, per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene, ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero» (Elisabetta della Trinità)

 

Con l’augurio che queste parole prendano forma nella nostra vita. Grazie Lukebdb per avermi invitato nel tuo blog.