La mula e il pozzo

Un contadino aveva una mula vecchia e testarda.
Un giorno la mula cadde in un pozzo. Il contandino cercò di tirarla fuori viva, ma fu tutto inutile. Decise, non senza dispiacere, di seppelirla là in fondo al pozzo. Con l’aiuto dei vicini cominciò a gettare terra nel pozzo. La mula, all’inizio, si innervosì: ma poi, ripensandoci bene, appena la terra le cadeva addosso cominciò a scrollarsela e a calpestarla. Con sforzo costante, più terra le gettavano e più la mula saliva. La terra, che doveva essere la sua rovina, grazie al suo impegno, divenne la sua salvezza.

Pensando alla nostra vita… spazio alle interpretazioni…

1 ANNO FA

Un anno fa ero in Piazza San Pietro e pregavo assieme alla folla, dapprima per la guarigione di Giovanni Paolo e poi per la sua anima.. Quest’anno per motivi personali non sono potuto andare, ma con il cuore ero là ed ascoltando le parole di Benedetto XVI sono rimasto colpito dal ricordo affettuoso che ha avuto per Giovanni Paolo II tratteggiando la sua figura tra fedeltà a Dio e dedizione alla sua missione di Papa. Inoltre ho sentito forte il richiamo a quell’essere sentinelle del mattino che deve essere per noi giovani un imperativo che ci ha lasciato!

GRAZIE GIOVANNI PAOLO II!!!!

 

“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo”.

(Gv 12)

 

Beato chi decide di perdere, come il chicco di frumento sotto terra: darà abbondanti frutti. Beato chi porge l’altra guancia: spezzerà la catena della violenza. Beato chi non ricorre a metodi sleali per far carriera: sarà ricompensato dalla sua virtù. Beato chi non pretende d’avere il monopolio della verità: troverà gioia nel mendicare amore e bellezza nascosti in ogni essere umano. Beato chi non si scoraggia: rimarrà giovane come il suo ottimismo. Beato chi sposa la povertà: genererà figli innamorati della vita. Beato chi per la “non violenza” muore: libero come il vento competerà in bellezza con le stelle e creerà sulla terra la civiltà dell’amore.

(Tonino Masconi)

L'OTTIMISMO

L’essenza dell’ottimismo non è guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando altri si rassegnano, la forza di tener alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, ma lo rivendica per sé.
Esiste certamente anche un ottimismo stupido, vile, che deve essere bandito. Ma nessuno deve disprezzare l’ottimismo inteso come volontà di futuro, anche quando dovesse condurre cento volte all’errore; perché esso è la salute della vita, che non deve essere compromessa da chi è malato.
Ci sono uomini che ritengono poco serio, e cristiani che ritengono poco pio, sperare in un futuro terreno migliore e prepararsi ad esso. Essi credono che il senso dei presenti accadimenti sia il caos, il disordine, la catastrofe, e si sottraggono nella rassegnazione o in una pia fuga dal mondo alla responsabilità per la continuazione della vita, per la ricostruzione, per le generazioni future.
Può darsi che domani spunti l’alba dell’ultimo giorno: allora, non prima, noi interromperemo volentieri il lavoro per un futuro migliore.

D. BONHOEFFER