Un Popolo Di Scarti

soliti comunisti (colored)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:

«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.

Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.

Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».

Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

“La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi”?

Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

(dal Vangelo di Matteo 21,33-43)

C’è un bellissimo film, visto di recente in occasione di una 3giorni di formazione scout, che si intitola “Si può fare”, e che narra di una storia di “scarti umani” che alla fine diventano a loro modo vincenti.

Il film di Giulio Manfredonia, con un bravissimo Claudio Bisio come protagonista, narra del nuovo direttore (Bisio) di un centro per malati di mente che viene mandato a risollevare le sorti di questo centro, frequentato a questi “scarti” sociali, che la comunità non vuole vedere e che ha relegato in un angolo con lavori inutili. Il neo direttore si ribella a questa logica e inizia a puntare sui soggetti, che pur avendo dei limiti dovuti alla malattia mentale, rivelano delle capacità nascoste che nessuno (compresi loro) avevano mai valorizzato.

Nel giro di poco tempo questa piccolo gruppo di malati mentali mette in piedi una cooperativa che posa parquet in case e negozi. Una delle scene più significative del film è quando il gruppo di lavoratori si trova in un negozio alla moda della città a dover finire la posa di un pavimento. Purtroppo la materia prima è finita e non rimangono che gli scarti di lavorazione del resto del pavimento già terminato. Ed è proprio utilizzando ad arte gli scarti del legno che i lavoratori creano la parte più bella del loro lavoro, e che li lancia con successo sul mercato. Questi “scarti umani”, utilizzando degli scarti…creano un capolavoro e hanno successo.

Gesù, raccontando la parabola dei lavoratori che arrivano ad uccidere anche il figlio del padrone per avere la vigna, rivela in modo simbolico quella che è la sua realtà. E’ Gesù stesso questo figlio mandato ai lavoratori violenti, che nella realtà sono proprio coloro che stanno ascoltando la parabola, cioè i capi dei sacerdoti e gli scribi. Infatti sono questi ultimi a condannare Gesù, a gettarlo fuori da Gerusalemme per ucciderlo, illudendosi così di controllare Dio e il suo regno.

I cristiani che al tempo dell’evangelista Matteo e anche oggi, ascoltano questo racconto, sanno che sono seguaci di uno scarto umano e divino: Gesù.

Gesù è stato scartato, considerato inutile e dannoso alla religione così come questa era stata costruita e impiantata dal popolo di Israele di allora. Ma proprio quello scarto è diventato l’inizio del nuovo corso del Regno di Dio. E quelli che hanno scartato Gesù, sono stati a loro volta scartati e messi da parte.

La religione trionfante che aveva nel grande e ricco tempio di Gerusalemme il suo simbolo più grande (è li che si svolge questo dialogo…non dobbiamo dimenticare questa collocazione), sta avendo il suo declino, e per questo mostra i segni di un irrigidimento che sfocia nella violenza.

    La religione quando diventa rigida ed “esclusiva” (nel senso letterale del termine… cioè “che esclude”), alla fine si allontana da Dio e rifiuta Dio stesso.

    Gesù si pone come l’inizio di un modo sempre nuovo di stare con Dio e tra gli uomini.

    Lui che per primo fa l’esperienza di essere “scarto” (che diventa pietra angolare), ci insegna a seguire la stessa strada tra di noi nella comunità cristiana di oggi.

    Ascoltare questa parabola oggi all’interno delle nostre chiese, significa esser messi in guardia che anche noi corriamo il rischio dei lavoratori della vigna.

    Se pensiamo di fare noi da padroni e ci dimentichiamo che è Dio Padre e suo Figlio coloro ai quali fare riferimento, allora ci allontaniamo dal compito a noi assegnato e la religione che costruiamo diventa escludente e violenta.

    Mi piace molto la lezione che viene dalla visione del film che citavo sopra. La trovo molto vicina a questo Vangelo che mi insegna il valore della persona prima di tutto, senza diventare io padrone della volontà di Dio, arrivando a decidere io da solo chi è fuori e chi è dentro, chi è normale e chi no, chi può fare questo e non lo può fare…

    Scarti umani che con degli scarti diventano artisti… 

    Gesù scartato che proprio con gli scarti della società del suo tempo (e non con i pezzi religiosi di prima scelta che erano scribi e farisei) costruisce la nuova storia della salvezza, nella quale sono anche io, anche noi e anche quelli che ancora oggi consideriamo scarti…

Giovanni don

MARIA DONNA CORAGGIOSA

Santa Maria, donna coraggiosa, tu che nelle tre ore di agonia sotto la croce hai assorbito come una spugna le afflizioni di tutte le madri della terra, prestaci un po' della tua fortezza. Nel nome di Dio, vendicatore dei poveri, alimenta i moti di ribellione di chi si vede calpestato nella sua dignità. Alleggerisci le pene di tutte le vittime dei soprusi. E conforta il pianto nascosto di tante donne che, nell'intimità della casa, vengono sistematicamente oppresse dalla prepotenza del maschio.

Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni quotidiane, non con l'anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio. E se ci sfiora la tentazione di farla finita perché non ce la facciamo più, mettiti accanto a noi. Siediti sui nostri sconsolati marciapiedi. Ripetici parole di speranza.

E allora, confortati dal tuo respiro, ti invocheremo con la preghiera più antica che sia stata scritta in tuo onore: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta». Così sia.

(Don Tonino Bello)

maria_ausiliatrice2