Soli in mezzo agli altri

Come mai tanti trattenimenti, tante riunioni amichevoli ci lasciano così vuoti e tristi? Può ben darsi che anche là la competizione, profondamente radicata e spesso inconscia fra le persone, impedisca a queste di svelarsi reciprocamente, instaurando dei rapporti che durino più del trattenimento. Nei luoghi dove siamo sempre benvenuti la nostra assenza non sarà poi tanto sentita e nei luoghi dove ognuno può accedere non si sentirà la mancanza di nessuno in modo particolare. Di solito c’è cibo a sufficienza e altrettante persone disposte a consumarlo, ma spesso si ha l’impressione che il cibo abbia perso la facoltà di creare una comunità, e non raramente ci allontaniamo dalla riunione più consci del nostro isolamento di quando vi siamo arrivati.

Il linguaggio che usiamo non suggerisce altro che il senso di isolamento: «Entri, prego… sono felice di vederla… Permettetemi di presentarvi questo amico speciale, che sarà lietissimo di conoscervi… Ho sentito tanto parlare di lei e non trovo parole per dirle quanto sia contento di conoscerla personalmente… Ciò che dice è interessantissimo, vorrei che fossero qui a sentirla più persone… È stato meraviglioso parlare con lei e avere occasione di fare questa conversazione… Spero proprio di incontrarla ancora. Lei sarà sempre benvenuto e non esiti a portare con sé un amico. Torni presto». È un linguaggio che rivela il desiderio di essere amichevoli e ricettivi ma che, nella nostra società, manca miseramente di lenire i dolori del nostro isolamento.

(H. Nouwen)

Non ne posso più…

Signore, non ne posso più: 
la mia resistenza è agli estremi, 
la mia fede viene meno 
sotto le prove che incalzano. 
Non comprendo più niente. 
Ma per sostenere in pace 
e rimanere vicino a chi soffre 
non è necessario comprendere. 

Non mi abbandonare, Signore, 
tu che mi conosci e sai tutto di me 
e di questo mio povero cuore di carne. 
Tienimi su il cuore, 
e aiutami a superare l’angoscia 
che spesso il male mi dà. 
Rinsaldami la certezza 
che niente va perduto 
del nostro patire perché è tuo 
e ti appartiene 
meglio di qualsiasi cosa nostra. 
Aiutami a credere 
che la tua misericordia 
sta universalmente preparando 
una giornata più buona a tutti.

(Don Primo Mazzolari)

Fa amicizia con il mondo intero

E‘ triste la parola ― solo. Tutti, in un momento o nell‘altro, hanno fatto l‘amara esperienza della solitudine. Quante persone sono destinate
non soltanto a conoscere che il mondo è difficile, ma anche a coabitare
con l‘amarezza di essere soli. La solitudine è un grande peso,
specialmente quando non si ha Dio come compagno. Incontriamo
donne e uomini soli in casa, negli ospedali, per le strade delle città,
nelle carceri. Un modo per vincere la solitudine è avere e coltivare
amicizie, allargare le relazioni umane senza pregiudizi. Fa‘ che tutti
quelli che incontri diventino tuoi amici. Fa‘ amicizia con il mondo intero.

(J. Maurus)