FESTA DELLA TRINITA'

Onnipotente, eterno, 
giusto e misericordioso Iddio, 
concedi a noi miseri 
di fare, per tuo amore, 
ciò che sappiamo che tu vuoi, 
e di volere sempre ciò che a te piace, 
affinché, interiormente purificati, 
interiormente illuminati e accesi 
dal fuoco dello Spirito Santo, 
possiamo seguire 
le orme del tuo Figlio diletto, 
il Signore nostro Gesù Cristo, 
e con l'aiuto della tua sola grazia 
giungere a te, o Altissimo, 
che nella Trinità perfetta 
e nell'Unità semplice 
vivi e regni e sei glorificato, 
Dio onnipotente 
per tutti i secoli dei secoli. Amen. 

Benediciamo il Signore Iddio vivo e vero,
e rendiamo a lui la lode, la gloria, 
l'onore e ogni bene per sempre. 
Amen. Amen. Fiat. Fiat. 

(San Francesco d'Assisi)

BUONA FESTA 
DELLA SANTISSIMA TRINITA'

L'ALBERO DEGLI AMICI

Esistono persone nelle nostre vite 
che ci rendono felici per il semplice caso 
di aver incrociato il nostro cammino. 
Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, 
vedendo molte lune passare. 
Ciascuna foglia di un albero 
rappresenta uno dei nostri amici. 
Il primo che nasce 
è il nostro amico Papà e la nostra amica Mamma, 
che ci mostrano che cosa è la vita. 
Dopo vengono gli amici Fratelli, 
con i quali dividiamo il nostro spazio 
affinché possano fiorire come noi. 
Conosciamo tutta la famiglia delle foglie 
che rispettiamo e a cui auguriamo ogni bene. 
Ma il destino ci presenta ad altri amici, 
che non sapevamo avrebbero incrociato il nostro cammino. 
Molti di loro li chiamiamo amici dell'anima, del cuore. 
Sono sinceri, sono veri. 
Sanno quando stiamo bene, sanno cosa ci fa felici. 
E a volte uno di questi amici dell'anima 
si infila nel nostro cuore e allora lo chiamiamo innamorato. 
Egli dà luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra, 
salti ai nostri piedi. 
Ma ci sono anche quegli amici di passaggio, 
talvolta di una vacanza o di un giorno o di un'ora. 
Essi collocano un sorriso nel nostro viso 
per tutto il tempo che stiamo con loro. 
Non possiamo dimenticare gli amici distanti, 
quelli che stanno nelle punte dei rami 
e che quando il vento soffia 
appaiono sempre tra una foglia e l'altra. 
Il tempo passa, l'estate se ne va, 
l'autunno si avvicina e perdiamo alcune nostre foglie, 
alcune nascono l'estate dopo, 
e altre permangono per molte stagioni. 
Ma quello che ci lascia felici è che le foglie 
che sono cadute continuano a vivere con noi, 
alimentando le nostre radici con allegria, 
incrociando il nostro cammino. 
Ti auguro, foglia del mio albero, 
pace, amore, fortuna e prosperità. 
Oggi e sempre… semplicemente 
perché ogni persona che passa nella nostra vita è unica. 
Sempre lascia un poco di sé e prende un poco di noi. 
Ci saranno quelli che prendono molto, 
ma non ci sarà chi non lascia niente. 
Questa è la maggior responsabilità della nostra vita 
e la prova evidente 
che due anime non si incontrano per caso.

Anonimo

i_grande.albero.paese

ECLISSI DI LUNA

Come previsto grazie ad un amico ho ricevuto alcune foto dell'eclissi, purtroppo qui a Roma rovinata dalle nuvole, che tuttavia non mi hanno impedito di ammirare dal terrazzo le ultime fasi dell'eclissi. Comunque anche l'attesa è stata bella, a scrutare il cielo… 

 

La luna geme sui fondali del mare,
o Dio quanta morta paura
di queste siepi terrene,
o quanti sguardi attoniti
che salgono dal buio 
a ghermirti nell'anima ferita.
La luna grava su tutto il nostro io
e anche quando sei prossima alla fine
senti odore di luna
sempre sui cespugli martoriati 
dai mantici
dalle parodie del destino.
Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo, 
ma forse al chiaro di luna
mi fermerò il tuo momento,
quanto basti per darti
un unico bacio d'amore.

 Alda Merini

(Foto realizzate da Carmelo Pappalardo)

Luna là

Stando sul terrazzo a comtemplare la luna mi è venuta in mente una canzone del musical Forza Venite Gente, dedicata alla luna… domani metto qualche foto dell'eclisse. 

Luna, luna là
che solitaria in cielo stai
e tutto vedi e nulla sai

Luna, luna là
che sui confini nostri vai
e fronti e limiti non hai
e tutti noi uguali fai…

Tu che risplendi sui nostri visi bianchi e neri
tu che ispiri e diffondi
uguali brividi e pensieri, fra tutti noi quaggiù.

Luna, luna là
mantello bianco di pietà
presenza muta d'ogni Dio
del suo, del mio, del Dio che sa…

Tu che fai luce all'uomo errante in ogni via
dacci pace, la tua pace,
la bianca pace, e così sia, per quest'umanità!

Bianca luna…


MALE CHE FA MALE

Recupero una canzone di Alex Baroni, con un testo per me molto bello e significativo… 

Dio se ci sei, con i dolori tuoi, ascolterai una preghiera 
i figli tuoi, chiedono amore sai, ci sentirai, cosi' vicino a te. 
vite a meta', cuore indeciso che, la direzione non ce l'ha 
gente che va, senza pensarci su, il bene e il male non lo sa dov'e'. 
quanti che, li puoi vedere anche tu 
sulle strade soli come sono. 
male che fa male, tu lo puoi fermare 
male che fa male tu non vuoi 
lasciati parlare 
lasciati cercare 
lasciati vedere 
e guarda noi. 
Dio se ci sei, di sole e nuvole, libera noi da questo male 
dacci il tuo pane, toglici i debiti 
ascolterai queste parole che, gridano, cosi' lontano da te 
ma lo so che tu le puoi sentire. 
male che fa male, tu lo puoi fermare 
male che fa male tu non vuoi 
lasciati cercare 
lasciati pregare 
lasciati vedere 
e guarda noi. 
quanta gente che ci crede, a qualcosa 
e sta lottando anche per noi 
quanta gente sta aspettando te. 
male che fa male, tu lo puoi fermare 
male che fa male tu non vuoi 
lasciati cercare 
lasciati parlare 
lasciati vedere 
e guarda noi. 
male che fa male, tu lo puoi fermare 
male che fa male tu non vuoi 
lasciati cercare 
lasciati parlare 
lasciati vedere 
e guarda noi 


 

S. ANTONIO DA PADOVA

O glorioso sant'Antonio,
grande maestro di vita
spirituale, che hai avuto
da Dio la grazia di
nascere in una famiglia
profondamente religiosa
e di ricevere una vera
educazione cristiana, ci
rivolgiamo a te con umiltà
e fiducia, per implorare
la tua efficace protezione
sulla nostra famiglia.
La mettiami nelle tue
mani, accanto a Gesù
Bambino. Assistila nelle
sue necessità spirituali e
materiali e tieni lontano da
ad essa sventure e disgrazie.
E nelle inevitabili
sofferenze della vita
terrena ottienile il merito
della cristiana pazienza.
Soprattutto di preghiamo
di preservarla
dall'errore e dal peccato.
Tu vedi, o caro Santo,
come i nostri tempi
sono connotati
dall'individualismo,
da relazioni fragili
e da molti egoismi.
Fà che la nostra famiglia
non ne resti contaminata
ma, vivendo sempre fedele
al Vangelo di Gesù Cristo
e agli insegnamenti della
santa Chiesa, trascorra
giorni sereni per tutto
il tempo di quest'anno
e non si scoraggi mai
nelle difficoltà. Amen

preghiera a Sant'Antonio – da calendario antoniano.

BUONA FESTA 
DI SANT'ANTONIO DA PADOVA 
E BUON ONOMASTICO
AGLI ANTONIO!

 

BUONA PENTECOSTE!

Vieni, Spirito Santo, 
e irrompi come un vento impetuoso 
nelle nostre comunità,
vieni a sconvolgere le nostre liturgie troppo rigide,
i nostri consigli parrocchiali, pastorali, 
troppo convenzionati, le nostre catechesi troppo dotte, 
vieni a portare vita in queste nostre comunità
troppo polverose, ammuffite, troppo ordinate. 
Vieni Spirito Santo come un fuoco ardente, 
brucia tutto ciò che ci impedisce di seguire il Vangelo di Gesù, 
brucia ogni nostro atteggiamento meschino, 
brucia ogni carico inutile, 
brucia ogni paura e ogni gelosia. 
Infiamma il nostro cuore, di un coraggio a tutta prova, 
di una generosità senza limiti, di una misericordia inesauribile. 
Vieni, Spirito Santo, e insegnaci a parlare l'unico linguaggio
che tutti possono comprendere: 
il linguaggio dell'amore, della salvezza, del perdono. 
Liberaci da tutto ciò che complica,
indebolisce e annienta le nostre parole. 
Donaci di portare a tutti il lieto annuncio
con parole cariche di bontà e rispetto.

(Anonimo)

pentecoste
BUONA PENTECOSTE!

IPOGEO DEGLI AURELI: NUOVO RESTAURO E NUOVE SCOPERTE

Ieri mi sono preso un giorno di pausa dalla cultura etrusca che ormai mi coinvolge, e sono tornato all'archeologia paleocristiana. L'occasione è stata data dalla presentazione, presso il Motor Village della FIAT di Viale Manzoni, dei lavori di restauro compiuti dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra presso l'ipogeo degli Aureli. Questo monumento, scoperto negli anni'20 in seguito alla realizzazione di un garage, costituisce uno degli esempi più interessanti della tipologia degli ipogei di diritto privato, realizzato dalla famiglia degli Aureli nei primi decenni del III secolo in una zona posta allora al di fuori dalla cinta muraria di Roma. L'eccezionalità del monumento è data dalla straordinaria decorazione pittorica che ha dato origine a molte e controverse interpretazioni, leggendo il monumento, a seconda degli studiosi, come cristiano, pagano od eretico. L'occasione di ieri è originato da un lavoro di restauro che, grazie all'uso della moderna tecnologia del laser, ha permesso di scoprire particolari precedentemente sconosciuti e di recuperare alcuni colori andati perduti. Di fronte a un pubblico particolarmente nutrito si sono succeduti gli interventi di Sua Eminenza il Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, di Melchiorre Drogo, a nome della Fiat, di Mons. Giovanni Carrù, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e del Prof. Fabrizio Bisconti, sovrintendente archeologico delle Catacombe della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. I relatori hanno ribadito, secondo diverse angolazioni l'importanza del monumento per quanto concerne l'archeologia e l'iconografia, rifacendosi sopratutto al contesto culturale dell'età severiana in cui si data realizzazione dell'ipogeo, periodo caratterizzato da un momento di tolleranza e di dialogo, termine più volte richiamato dal Card. Ravasi anche con riferimento alla situazione attuale. Mons. Carrù ha iniziato una prima presentazione dell'ipogeo ripercorrendo anche alcune ipotesi precedenti ed evidenziando la maggiore libertà compositiva rispetto alle catacombe. Il Prof Bisconti ha iniziato soffermandosi sul particolare del volto di una delle teorie di filosofi che costituiscono uno degli elementi ricorrenti nella decorazione dell'ipogeo, legato a questa famiglia, probabilmente di liberti, i cui nomi ricorrono nel grande mosaico pavimentale e in una iscrizione marmorea frammentaria. l'ipogeo presenta una struttura semiipogea con un recinto funerario e una prima serie di pitture, con filosofi in un ambiente porticato da alcuni interpretato come riproposizione reale di una villa rustica posta là vicino. Inoltre abbiamo due pitture frammentari la cui interpretazione ha variato con un significato sia cristiano che pagano: una presenta una figura maschile, la gamba di una femminile e un serpente (Adamo ed Eva, ma anche Eracle nel giardino delle Esperidi) l'altra una figura in atto di crearne un'altra (Dio che crea l'uomo oppure Prometeo): Scendendo nell'ipogeo siamo accolti dalle pitture più belle, la teoria di filosofi che corre appresso alle pareti, un personaggio rappresentato nell'atto di aprire un rotolo, molto probabilmente uno degli Aureli in veste di filosofo. Ma è sulle pareti laterali che abbiamo le scene più belle: una è quella di un cavalieri che lascia un gruppo, passa una porta (simbolo dell'altromondo) e, dopo aver incontrato un gruppo arriva in una città ideale (ancora da restaurare), mentre sull'altra parete abbiamo la scena maggiormente restaurata e grazie al restauro si è potuto identificare con certezza la scena centrale come quella dell'incontro tra Ulisse e la maga Circe con i compagni che ritornano umani, mentre in fondo è letteralmente apparsa una scena in cui abbiamo un personaggio femminile (molto probabilmente l'Aurelia Prima del mosaico) che, davanti a un piccolo edificio rende l'omaggio funebre ai corpi dei fratelli. La seconda sala, non restaurata nuovamente, presenta sulla volta i 3 personaggi in atteggiamento da filosofi e nelle pareti teorie di personaggi in vesti filosofiche.
Dopo la presentazione, c'è stato un breve rinfresco a cui hanno fatto seguito le visite guidate all'ipogeo, compiute dai dottorandi del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana che hanno collaborato al progetto. 
Si tratta di un monumento di particolare bellezza per le pitture, oggi ancora più visibili, che ci danno testimonianza di un felice momento della società romana in cui culture e credenze diverse coesistevano assieme. 

Scala dell'ipogeo degli Aureli

Interno dell'ipogeo 

Volto dell'Ipogeo