PENNA TRA LE TUE DITA

Stasera voglio condividere con voi quest'altro bellissimo brano di Erika Provenzano, intitolato "Penna tra le tue dita" e veramente molto toccante

Io che temo quasi tutto
sento forte nel mio petto
le tue parole sono forti
si scontrano coi miei pensieri contorti

E forse è questo che mi brucia
Mi dici sei lampada accesa
Ti chiedo cosa devo fare
Ma dentro me vorrei soltanto sparire

Sento che le tue parole
come cera bollente sulla pelle
purificano lemozione
e danno un senso di liberazione

Insegnami che devo fare
Insegnami cos'è l'amore
Insegnami a camminare

Rit: Apri le mie mani e ti seguirò
Libera il mio cuore e non tarderò

Io che temo quasi tutto
ora sento nel mio petto
l'urgenza di una vita nuova
e nonostante me mi metto alla prova

E ricomincerò daccapo 
Un libro che non ho finito
Riscrivi tutta la mia vita
Io sono come penna tra le tue dita

Sento che le tue parole
Come cera bollente sulla pelle
guariscono la delusione
e danno un senso anche alla religione

Insegnami che devo fare
Insegnami cos'è lamore
Insegnami a non morire

Rit: Apri le mie mani e ti seguirò
Libera il mio cuore e non tarderò
Credo nellamore e darò di più
Credo nel tuo nome Signore Gesù.

È vero temo quasi tutto
ma tu cambi il cuore nel mio petto.

E' ANCORA POCO

Fino all'ovest selvaggio
cullato dal canto del motore:
tutto il mondo 
arrotolato nello specchio.
È magnifico.
Eppure è ancora poco.
Dodici ore di cammino
tra i larici e la neve
fino all'estasi della vetta.
È magnifico.
Eppure è ancora poco.
Una notte in solitaria,
ad inseguire il silenzio
con la luna sottobraccio
e il cosmo tra i capelli.
È magnifico.
Eppure è ancora poco.
La mia famiglia, 
l'affetto dato
l'amore ricevuto,
quelle dita di farfalla
nata ieri
ad avvolgere i calli
della mia mano.
È magnifico.
Sembra tutto.
Eppure è ancora poco.
L'eternità sarà
il viaggio, 
e il ritorno, 
il cosmo
e la sua luce.
Silenzio 
e trame d'amicizia.
Di più.

Ancora di più, Signore,
è ciò che ha preparato per noi.

(John V. J. Boyle)

LORENZO LOTTO

A Roma è l'ultima settimana per andare a vedere alle scuderie del Quirinale la bellissima mostra su Lorenzo Lotto. All'interno di quello che è uno dei più importanti spazi espositivi romani è ospitata, per la prima volta a Roma, una mostra antologica che ripropone tutta la produzione di uno dei più importanti autori del Rinascimento italiano, nato a Venezia, ma che girò in Italia in preda al suo spirito. Le 10 soli ospitano una sessantina di capolavori che spaziano dalle grandi pale d'altare ai ritratti, mostrando tutta la sua maestria e bravura compositiva. La mostra si apre subito con alcune tra le pale d'altare più importanti, come il Polittico di S. Domenico da Recanati, con tutti i suoi riferimenti interni alla situazione politico-religiosa del tempo, che sarà talmente apprezzato da provocare la chiamata del giovane artista a Roma.  Nella seconda sala vediamo come Lotto, allontanatosi dalla corte romana, riprenda il suo girovagare inserendo però nelle sue composizione gli influssi ell'arte di Roma, e questo contrasto con la sua formazione emerge nelle diverse versioni del San Girolamo Penitente. Nella terza sala sono collocate alcune opere del periodo bergamasco di Lotto, che durò per 10 anni e in cui realizzò molte opere come la Madonna in Trono del 1521, che presenta una sacra conversazione in cui i personaggi sono colti nell'atto di dialogare tra loro con l'angelo ai piedi del trono che si rivolge allo spettatore. Nella quarta sala abbiamo alcune tele destinate ai centri presso Bologna ma anche una serie di pale destinate a chiese di Venezia, Fermo e Loreto, tra cui bellissima è quella con San Nicola in gloria con i santi Giovanni Battista e Lucia, dove abbiamo una delle più belle rappresentazioni di paesaggio del Cinquecento. Come summa conclusiva di questa sezione abbiamo la Madonna del Rosario proveniente da Cingoli, dove abbiamo l'incrocio di due temi narrativi: la sacra rappresentazione nella parte inferiore e la rappresentazione dei misteri del Rosario sotto forma di medaglioni nella parte superiore, facendo si che ogni scena riassuma qualcosa della produzione precedente. 
La prima parte della mostra termina e si sale al piano superiore per la seconda parte destinata alla ritrattistica e ai quadri devozionali di piccole dimensioni. Ci accolgono due ritratti quello del Vescovo Bernardo de' Rossi e forse quella della sorella, muniti delle coperte lignee che li ricoprivano e che presentano delle raffigurazioni allegoriche. 
Nella sala successiva abbiamo una saggio della ricca produzione di tipo devozionale, con quadri di diverso soggetto, servendosi anche di temi tradizionali, ma anche riferendosi a tematiche più rare come il Commiato di Cristo dalla Madre, al cui la scena è rappresentata all'interno di una complessa architettura che si apre sul giardino, con la figura della committente in primo piano.
La sala 8 consente di continuare a percorrere il cammino di Lotto in cerca di commissioni e di ospitalità, lasciando splendide testimonianze del suo passaggio, come la Trinità in cui c'è l'invenzione di far immaginare il Padre tramite una sagoma di luce e i ritratti caratterizzati da una ricerca esplicita della psicologia. Qui è posto uno dei capolavori più belli:l'Annunciazione con uno schema inusuale per l'arte italiana ma efficacissimo nella rappresentazione dell'angelo e lo stupore di Maria che si riflette nei suoi occhi.
La nona sala ci riporta nel mondo dei ritratti che esprimono personaggi reali, che esprimono la loro personalità, nella loro rappresentazione della vita di tutti i giorni e la mostra si chiude narrandoci degli ultimi anni di vita del pittore, entrato come monaco oblato nella Santa Casa di Loreto e sull'ultima opera, la Presentazione al Tempio, lasciata forse incompiuta dall'autore che,  ormai quasi cieco, dipinge macchie di colore e forse si autorappresenta come personaggio che si affaccia da lontano sulla scena. 
Si tratta di una mostra ricca e completa, con ottimi pannelli e un comodo libricino che viene offerto all'inizio, se fate in tempo andateci!

Annunciazione-per-luisa
L'annunciazione

Lotto_sitoRitratto di Andrea Odoni
 

ASCENSIONE

 
A me fa sempre uno strano effetto 
la “grande gioia”degli apostoli 
che se ne tornano a Gerusalemme 
dopo averti visto salire verso il cielo. 
Mi aspetterei che avessero 
la faccia triste e il cuore grosso, 
le lacrime agli occhi per questo distacco. 
Mi aspetterei che ci fosse 
sofferenza e preoccupazione per la tua perdita. 
Ma se fosse così, allora l'Ascensione 
non sarebbe una festa, un momento di gioia, 
ma un capitolo di tristezza da chiudere alla svelta. 
E invece siamo venuti a celebrare 
anche noi con 'grande gioia 
questo evento che apre un nuovo capitolo  
nella tua e nella nostra storia.  
Sì, perché tu non sparisci dalla nostra vita.  
AI contrario, oggi tutti possono incontrarti, 
tutti possono ascoltarti, 
tutti possono riconoscerti. 
Tutti coloro che cercano, 
tutti coloro che bussa no, 
tutti coloro che invocano, 
e non solo quelli del paese in cui hai vissuto 
possono finalmente imbattersi in te. 
Non saranno gli occhi della carne 
a vivere quest'incontro, 
non potremo toccarti 
come altri hanno potuto fare, 
ma sarà un incontro vero. 
E allora perché rattristarsi? 
Tu oggi sei più che mai 
il nostro compagno di strada 
il nostro vicino di casa 
il nostro amico.

Anonimo

ascensione_Raffaello

Proteggimi

Recuperando alcune canzoni dal Good News Festival parto con Proteggimi, vincitrice della prima edizione che ha rivelato la bellissima voce di Erika Provenzano, con un testo molto bello ed attuale: 

 

Proteggimi tra le tue braccia
perchè davvero io non debba coprirmi la faccia
davanti a questo mondo che non ha vergogna
e sta vivendo la sua vita chiuso in una fogna
dall’odore cattivo che si attacca addosso
e diventa la quotidianità tanto fa lo stesso
e mi educa all’indifferenza
mentre nel mio cuore prende posto la speranza.

Nascondimi alla tua ombra
dammi un luogo di rifugio da quest’odio che mi insidia come un’anaconda
che mi vuole morto
e che non vuole che io sappia perdonare un torto,
Apro gli occhi sopra questo mondo e vedo solamente
“soldi che non bastano” e “uomini che cercano nel mucchio cosa resta della loro identità”
camminano su strade che non hanno verità.

Ma tu che vedi tutto questo
ascolta questa mia preghiera e dimmi che tornerai presto.

Rit.:
Proteggimi tra le tue braccia
Nascondimi alla tua ombra
Perchè ho paura di vivere in un mondo che prende decisioni senza te.

Sorprendimi con la tua forza
regalami la tua salvezza
perchè non c’è nulla che desideri di più di vivere in eterno insieme a te.

Sorprendimi con la tua forza
perchè più mi guardo intorno più mi sembra una battaglia persa.
Vivo proiettata dentro la speranza per non restare vittima di questa maldicenza
fatta di politica e di nuove convinzioni
fatta di parole vuote e di luoghi comuni
Ma se ti azzardi a dire una parola vera
ti ritrovi contro l’opinione dell’Italia intera.

Regalami la tua salvezza
ho bisogno della tua misericordia anche se il mondo la disprezza.
Apro gli occhi sopra questo mondo pazzo
e mi rendo conto che non ha capito…

Mente apro gli occhi e mi guardo intorno
vedo solamemente genitorni sterili di figli inconsolabili
che cercano nel mondo una propria identità
(lo fanno percorrendo strade senza verità)

Ma tu che vedi tutto questo
ascolta questa mia preghiera e dimmi che tornerai presto

Rit:
Proteggimi tra le tue braccia…

proteggimi.

CREDEVO FOSSE LIBERTA'

Credevo fosse libertà
scendere in strada
e gridare fiamme 
contro il sistema.
Credevo fosse libertà
fumare altre mondi,
respirare altri sogni.
Credevo fosse libertà
fare l’amore
quando mi andava di farlo, 
senza impegno, 
senza promesse.
Credevo fosse libertà
scrollarmi di dosso
ogni fede e ogni credo.
Credevo fosse libertà
tagliare i ponti 
con i vecchi,
sputare sul passato, 
fuggire ogni legame.
Credevo fosse libertà
obbedire soltanto a me stesso.
Credevo davvero che tutto questo
fosse libertà, invece
ogni fuga 
era una catena, 
ogni “io”
una galera, 
ogni taglio 
un nodo.
Per questo ti ho invocato:
e tu mi hai liberato, Signore.
Mi ha condotto 
su sentieri di povertà
e di giustizia, 
di verità e di fedeltà.
Mi ha insegnato a ringraziare, 
a ritornare, 
a chiedere perdono
e a donarlo.
Hai spezzato le sbarre
della mia cella
per aprirmi
ad orizzonti sconfinati.

È faticoso. 
Qualche volta piango.
Eppure non voglio
più rinunciare
a questa nuova libertà.

Emmanuel B.