DECALOGO PER L'ARROGANTE

-Non ti sentire mai offeso, 
nessuno può entrare nel sacrario della tua coscienza. 

– Non perdere tempo a rendere pan per focaccia:
peggiori tu e spingi l'altro a perseverare. 

– Non compatirlo,
ma creagli attorno un contesto disarmante di amicizia. 

– Spesso è maleducazione incosciente la sua:
aiutalo a scoprire i sentimenti tenui della vita. 

– Sappi che ogni uomo ha bisogno degli altri per essere felice,
ma deve allargare il cuore per far loro spazio. 

– Si è fatto lui centro del mondo:
aiutalo a scoprire il vero centro che è Dio. 

– Per valutarsi nella verità di se stesso,
ha bisogno di lasciare il suo loculo, nel quale si sente papa, re e profeta. 

– Se comincia a chiedere scusa, anche tra i denti,
non lo scoraggiare: è su una buona strada. 

– La buona educazione non è il politicamente corretto,
ma il lasciarsi conquistare da un ideale. 

– Conquisti più arroganti con una goccia
di miele che con un barile di aceto.

(Mons. Domenico Sigalini)

 

PER MARIO

Lo conoscevo solo dalla frequentazione sui campi
ma voglio dedicargli questo testo:

La morte non è niente.

Sono soltanto nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Ciò che eravamo prima l'uno per
l'altro, lo siamo ancora.
Chiamami col mio vecchio nome, che ti è familiare; 
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare il tono di voce,
non assumere un'aria di tristezza.
Ridicome sempre facevi ai piccoli scherzi
che tanto ci piacevano quando
eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!…
Il mio nome sia sempre
la stessa parola familiare di prima:
pronuncialo senza traccia di
tristezza.
La vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.
E' la stessa di prima, 
c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei
essere fuori dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista? Ti
sto aspettando, solo per un attimo,
in un posto qui vicino, proprio
dietro l'angolo.
Il tuo sorriso è la mia pace.

DEDICATO A MARIO DELLE CAVE 

Amicizia e…

Quando l'amico vi confida il suo pensiero,
non negategli la vostra approvazione,
né abbiate paura di contraddirlo. 

E quando tace,
i
l vostro cuore non smetta 

di ascoltare il suo cuore: 
Nell'amicizia ogni pensiero,
ogni desiderio, ogni attesa

nasce in silenzio e viene
condiviso con inesprimibile gioia. 

Quando vi separate dall'amico non rattristatevi: 
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate,
come allo scalatore la montagna
è più chiara della pianura. 

E non vi sia nell'amicizia altro scopo 
che l'approfondimento dello spirito. 
Poiché l'amore che non cerca in tutti i
modi lo schiudersi del proprio mistero
non è amore, ma una rete lanciata in avanti 
e che afferra solo ciò che è vano

(K.Gibran)  

amicizia 

LA PACE NEL CUORE

LA PACE DEL CUORE
Quella serena sensazione 
di benessere interiore
Che penetra il tuo essere
come il tepore di primavera

E ti fa assaporare quella calma
che cerchi in ogni dove,

è la pace vera!

Quel desiderio
innato d’infinito,

per cui nessuna creatura
può colmare l’abisso,

quel fascino del sacro
e dei valori che ridondano,

è la vera pace.
 
Il Dio che porti dentro scolpito
fin nelle tue più intime fibre

Che palpita e vibra in ogni
tuo gesto che traspira gioia,

Dio che ti cammina a fianco
e alita il suo respiro di vita,

è la pace che cerchi.
 
Amare qualcuno con gesti
concreti pregnanti di doni,

dilatare il tuo cuore perché tutto
e tutti trovino in te un focolare,

e tu ti senta libero di tutto,
per abbracciare tutti e irradiare luce,

questa è vera pace.
 
Sentirti riconciliato con Dio,
perché l’hai messo al primo posto,

riconciliato con i fratelli che
Dio t’ha dato, perché amati dal Padre,

riconciliato con te stesso,
perché hai trovato la strada e l’armonia,

è questa la pace del cuore!

                                                            

P. Gianni Fanzolato

HO CHIESTO A DIO

Ho chiesto a Dio di togliermi i vizi. 
Mi ha detto di no: non è Dio che deve toglierti i vizi;
sei tu che non devi volerli più. 


Ho chiesto a Dio di "rifinire" il mio corpo.
Mi ha risposto che il mio spirito è completo
e il mio corpo è solo provvisorio. 

Ho chiesto a Dio di concedermi la pazienza.
Mi ha detto che lui non concede gratis la pazienza,
ma che io devo praticarla nelle tribolazioni. 

Ho chiesto a Dio di darmi la felicità.
Mi ha detto che lui benedice
chi la cerca e si sforza di far felici gli altri. 

Ho chiesto a Dio di liberarmi dalle sofferenze e dal dolore.
Mi ha risposto che un po' di sofferenza mi fa bene. 

Ho chiesto a Dio di farmi crescere spiritualmente.
Mi ha risposto che devo impegnarmi di più
e che mi avrebbe "potato" per dare più frutti. 

Ho chiesto a Dio tutto ciò che potesse dare più valore alla mia vita.
Mi ha risposto che mi ha dato "la vita"
e che devo valorizzare meglio tutte le cose. 

Ho chiesto a Dio di aiutarmi ad amare gli altri,
come lui ama me.
E Dio, allargando le braccia, mi ha detto:
"Sì, volentieri! Cerca tutti i mezzi e
i modi per amare gli altri e io ti benedirò". 

P. Romeo Brotto

RIUNITI NEL SUO NOME

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»

(dal Vangelo di Matteo 18, 15-20)

La messa finale della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid l’ho seguita insieme al gruppo di giovani con cui sono andato in Spagna, in un parco del centro della capitale spagnola, attraverso un maxischermo. Non siamo riusciti ad entrare la sera prima nel grande ma male attrezzato spazio di Cuatros Vientos, nella periferia, e così abbiamo ripiegato per il centro cittadino. Sicuramente se riuscivamo ad entrare avremmo seguito pure li su un maxischermo la veglia e la messa, con la differenza che avremmo penato non poco per la mancanza di bagni e di acqua da bere e la pioggia.

Delle parole del papa nell’omelia (che commentava il capitolo 16 di Matteo, quando Gesù affida a Pietro la Chiesa), mi ricordo un passaggio che mi sono segnato: non si segue Gesù in solitaria. La Chiesa è parte fondamentale per l’esperienza di Cristo. Non arrivo a Cristo se non passo prima di tutto attraverso l’esperienza della prima comunità di discepoli che mi hanno lasciato la testimonianza delle sue parole e azioni. Non posso fare esperienza di Cristo se non la condivido con i cristiani di oggi, con la Chiesa di oggi.

L’esperienza cristiana non è un cammino in solitaria. Il rischio è di farmi un Gesù “mio”… che non è certo quello che Gesù stesso voleva.

Conosco molti che rifiutano apertamente l’esperienza comunitaria della fede, e in particolare rifiutano la Chiesa. Dicono che credono in Gesù ma non nella Chiesa.

Andando un po’ in profondità a queste loro affermazioni si avverte un sincero rifiuto della Chiesa così come loro la sentono e come essa si presenta a loro e al mondo d’oggi. Se siamo sinceri, tutti noi abbiamo spesso dei moti di rifiuto di certe manifestazioni della Chiesa, sia del passato che di oggi.

Non credo che questa sia una mancanza di fede. Anzi è necessario che la Chiesa in continuazione si auto-critichi per domandarsi in continuazione se è fedele o meno al mandato di Gesù di rappresentarlo in terra (“tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo”). E’ questo in fondo il moto di continua conversione al vangelo che tutti nella Chiesa siamo chiamati a fare, dal papa fino all’ultimo battezzato.

Dell’esperienza madrilena, non porto via nulla delle esperienze oceaniche che sono state organizzate, anche perché non ero presente in nessuna di esse. Era davvero difficile esser presente al saluto del papa il primo giorno, alla via crucis e infine alla veglia e messa di Cuatros Vientos.

C’era davvero troppa gente, e il rischio di passare da comunità in preghiera a massa indistinta era davvero forte. E le masse indistinte non sono mai una comunità…

Dell’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù porto via i piccoli incontri per strada con gente di lingua e razza diverza e i momenti di preghiera dove eravamo un migliaio o poco più (quindi non una folla oceanica); porto via l’esperienza di amicizia e di cammino con i giovani del bus con i quali sono venuto e poi tornato a casa. Dell’esperienza della GMG, porto via la dimensione “cattolica” della Chiesa, nel senso letterale del termine. La Chiesa è davvero “universale” (è questo il significato di “cattolica”): il messaggio di Cristo coinvolge e accomuna davvero persone di luoghi, culture e lingue assai diverse.

    Ricordo in particolare che durante un momento di preghiera, il prete spagnolo ha invitato i presenti a fare un canto religioso secondo la propria cultura e tradizione. Abbiamo cantato noi italiani e dopo di noi un gruppo di cristiani dalla Siria e infine un gruppetto di brasiliani. Ne è venuto fuori un mix di canti e suoni davvero diversi, apparentemente opposti (…una nenia un po’ monotona e triste da parte dei siriani e un canto festoso con un mezzo ballo da parte dei brasiliani…). Ed era lo stesso Cristo che ci univa. E questa unità di fede la sperimentavamo concreta e visibile.

    E’ vero, non si può seguire Cristo in solitaria, come ha detto papa Benedetto. Cristo stesso ha detto ai sui amici che lui è presente dove c’è una comunità che cerca di stare insieme, nell’amore, nella cura reciproca e nel perdono reciproco. Non una massa…ma una comunità reale che alla fine contagia il mondo intero.

Giovanni don

MADRID GMG 2011 – 2

Dopo una notte abbastanza tranquilla e una buona colazione, ci siamo spostati dalla parrocchia alla scuola che per 5 giorni sarebbe stata il nostro alloggio. Dopo un attesa un pò lunga ma rallegrata da alcune canzoni abbiamo preso possesso del nostro angolo di corridoio, dove ci siamo sistemati. Dopo siamo tornati in parrocchia per ricevere il pranzo e poi siamo usciti dirigendoci verso la metro che ci ha portati dalla periferia al centro di Madrid e più precisamente verso il Parco del Buon Retiro, uno dei parchi più belli e più grandi di Madrid, solo parzialmente contagiato dallo spirito della GMG. Qui ci siamo messi in cerchio e abbiamo fatto un momento di preghiera e di condivisione delle esperienze fino ad allora vissute. Dopo abbiamo mangiato e ci siamo rilassati, osservando la natura e principalmente uno scoiattolo che si è fatto avvicinare e riprendere. Poi abbiamo ripreso il giro del parco, veramente bello, con un laghetto all'interno e una replica del Palazzo di Cristallo, con all'interno uno scivolo che in parte abbiamo provato, scoprendo l'ebbrezza di tornare bambini per qualche minuto. Poi, siamo usciti dal parco e siamo andati a vedere la Piazza di Cibeles dove erano in pieno sviluppo i preparativi per le cerimonie dei giorni successivi. Dopo, a causa dei tempi stretti, siamo dovuti tornare in parrocchia, dove c'è stata la consegna degli zainetti e dei buoni pasto e poi abbiamo avuto modo di vivere l'Eucarestia  per la festa dell'Assunta. Dopo la cena e poi siamo tornati alla scuola per una rapida doccia (ovviamente scozzese…) e poi ci siamo messi a letto per affrontare riposati la nuova giornata.

Al parco del Retiro

Fauna locale ๐Ÿ™‚

Come tornare piccoli ๐Ÿ˜‰

Piazza Cibeles.. ancora calma

Il Palazzo e il Palco papale