Cos'รจ la preghiera

La preghiera, è la chiave che apre la porta dei mattino e chiude la porta della sera. Non c'è pace senza la grazia di Dio e non c'è grazia di Dio senza preghiera. Ecco perché chiedo a tutti voi di seguire la consuetudine della preghiera. 

La preghiera non è il passatempo ozioso di una vecchietta. Compresa nel suo vero valore e ben impiegata, essa è il più potente mezzo di azione. Senza dubbio la preghiera richiede una viva fede in Dio. La preghiera vuota è come un suono di tromba, o un rumore di cembali. Deve venire dal cuore. La preghiera che viene dal cuore ci distende, ci dà il senso della nostra misura, ci indica con chiarezza qual è il prossimo passo da fare. 

Nella vita possiamo perdere molte cose, ma non la preghiera che ci lega in cooperazione a Dio e gli uni agli altri. La preghiera dovrebbe essere un bagno di purificazione per lo spirito dell'uomo. Se non ci laviamo nel corpo, ne soffre la salute, allo stesso modo lo spirito diventa immondo, se non laviamo il cuore con la preghiera. Vi chiedo, pertanto, di non trascurarla mai. 

Scrivendo ad un amico sul tema della preghiera, mi venne tra mano una cosa bellissima scritta da Telinyson e la voglio presentare ai lettori per vedere se riuscissi, per caso, a convertirli ad una fede sicura sull'efficacia della preghiera. Questo il gioiello: "Più cose opera la preghiera di quelle che il mondo possa sognare. Lascia pertanto che la tua voce zampilli come una fonte per me, notte e giorno. Che cos'è l'uomo più di una pecora o di una capra che nutre una vita cieca dentro il proprio cervello se, conoscendo Dio, non alza le mani in preghiera per se stesso e per quelli che lo chiamano amico? E così l'intera terra rotonda, da ogni parte è legata con catene d'oro ai piedi di Dio".

(Gandhi)

Proteggi il nostro amore

Signore, ti amo 
con tutte le forze del mio essere. 
Proteggi il nostro amore 
dalla mia debolezza. 
Dal pericolo che un giorno 
cerchi la felicità su altre strade. 
Vi sono mille modi di riempire la vita, 
il cuore, quando l'attesa di te 
si fa troppo lunga. 
E l'amore si affievolisce. 
Diventa un'abitudine. 
Quando riscoprirlo, ogni mattina 
non è più una gioia così nuova e travolgente, 
da trasformare le ombre in luce 
e la sofferenza in gioia. 
Signore, proteggi il nostro amore, 
non dagli altri, 
che non possono nulla contro di lui, 
ma da me. 
Dal mio egoismo e dal mio orgoglio, 
dalla mia pigrizia e dalla mia paura. 
E' così forte e così fragile! 
Così incomprensibile e luminoso! 
Signore, il tuo amore è tutto per me. 
Il tuo amore mi rende pienamente felice.
(Anne Cagiati)

 

Le emozioni di Maria

annunciazione in tempo di cris (colored)i

Giovedì 8 dicembre 2011

IMMACOLATA CONCEZIONE

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

(dal Vangelo di Luca 1,26-38)

Rallegrati Maria!

Le lacrime improvvise del ministro Elsa Fornero con la parola che viene strozzata improvvisamente sulle labbra durante la presentazione del decreto “salva-Italia”, mi hanno fatto pensare. E’ la parola “sacrificio” quella che il ministro non riesce a pronunciare e che la blocca dopo aver presentato così minuziosamente e in modo competente i dettagli delle decisioni economiche appena adottate dal governo.

Non entro assolutamente nel merito, perché non ho la competenza per farlo e nemmeno è quello di cui voglio parlare, ma è questo “fuori programma” emotivo del ministro che voglio sottolineare.

Siamo così abituati oramai a pensare il potere come luogo di falsità e atteggiamenti di facciata, che sorge davvero il dubbio che anche queste lacrime siano opera di una attenta regia premeditata e non una emozione sincera e vera.

Ma stavolta voglio pensare che quelle lacrime siano sincere e che questa donna, dalla lunga competenza in fatto di economia, non rimane una fredda ragioniera che fa i conti sulla vita degli altri, ma ne rimane coinvolta.

Penso ora ad un’altra donna, totalmente lontana dalla prima per età, lavoro, tempo e luogo di vita…

E’ Maria. L’evangelista Luca, raccontandoci il suo incontro personale con Dio, cerca in modo sintetico di presentarci non solo l’avvenimento, ma anche le sue emozioni.

 

La paura

L’angelo dice chiaramente a Maria di non avere paura. E’ infatti questo il sentimento che segue la sorpresa. E questa sua paura legittima le nostre quando affrontiamo qualcosa di più grande di noi, quando la vita riserva strade non previste e che non ci è chiaro dove conducono. La paura è anch’essa parte del cammino umano di chi crede…

Maria dunque arriva al suo “eccomi…” attraversando sentimenti ed emozioni che sono umanissimi e quindi anche nostri.

Un immediato “si” all’annuncio dell’angelo pronunciato senza emozioni e sentimenti contrastanti e senza un cammino interiore, sarebbe inumano e davvero irreale.

    La sorpresa e il dubbio.

    Maria non si aspetta nulla da Dio e tanto meno di esser coinvolta in modo così profondo nei piani dell’Onnipotente sull’umanità. Non può che esser sorpresa e disorientata, come qualsiasi persona difronte a esperienze inattese e non programmate. E la sorpresa genera il dubbio, la domanda e la ricerca… con il tempo che richiede. Essere sorpresi e farsi mille domande e coltivare anche gli interrogativi è segno di una vera umanità e non di mancanza di fede.

Rallegrati Maria… anche se la sorpresa, il dubbio e la paura si rincorrono nella tua mente e nel tuo cuore.

Rallegrati perché il Signore è con te, nella tua umanità e proprio attraverso di essa.

Non sei una statua fredda e impassibile, ma una donna vera e calda. Hai paure come le mie paure che spesso mi bloccano difronte alle grandi scelte della vita, e hai dubbi e domande simili a ai dubbi e domande che si aggirano nella mia mente e che non trovano sempre immediate e definitive risposte.

Sei una donna vera e per questo ti sentiamo tutti più vicina.

Sei così vicina a noi che il “rallegrati” rivolto a te dall’angelo lo sentiamo all’orecchio anche noi… e dall’orecchio scende nel cuore e ci dà forza. Come a te!

Giovanni don

La gioia รจ la prima testimonianza del Vangelo

E' molto bello che nel vangelo di Giovanni la prima presentazione di Maria avvenga a una festa di nozze, in un momento di gioia intensa e partecipata. Se il messaggio di Gesù è un "vangelo", cioè un lieto annuncio, non poteva esserci momento più significativo per proclamarlo. Non meraviglia che la prima a capirlo e a viverlo così sia proprio sua madre. Era abituata a gustare e a condividere la gioia umana più profonda e autentica (con Elisabetta, con il Magnificat, con i pastori, con Simeone e Anna) perché viveva vicino alla sorgente di quella gioia, Gesù. 

Chi pensa e vive la propria fede cristiana come un peso schiacciante e un impegno severo che non lascia spazio a manifestazioni di gioia e a distrazioni festose, non ha capito il vangelo. La fede è prima di tutto pace, gioia e festa con Dio Padre e con i fratelli. Il volto del cristiano deve essere il riflesso del Dio della gioia. Maria insegna a tutti a condividere e a comunicare la gioia di vivere. E' la prima e la più semplice testimonianza del vangelo che il Signore ci chiede.

(Oscar Battaglia) 

HAPPY BIRTHDAY TO ME!

Happy birthday to you happy birthday to me 

non cambierà un gran che 

tanto sei sempre tu sempre scemo così 

non è poi grave 

adesso mi alzerò e farò finta che 

sia un giorno uguale a 

tutti gli altri però 

non sarà semplice 

ma poi mi passerà 

dovrò solo evitare lasciarlo squillare 

non fare l'errore rispondere e dire 

no grazie di cuore non ti disturbare 

ma che festeggiare. 



1 in + nient'altro che un numero 

1 in + nient'altro che un simbolo 

perché + vado avanti e + mi sembra che 

io mi possa fidare di me non tantissimo 

un pelo di + ma sempre un po' di + 



Happy birthday to you happy birthday to me 

da quanto tempo è che 

non mi mettono + candele ma numeri 

sopra le torte 

quando venivano i miei compagni da me 

dopo la scuola 

tutti brindavano con l'aranciata che 

mia madre aveva 

comprato apposta sembrava già festa 

regali la penna la stilo che costa 

la nonna la busta Big Jim l'autopista 

vi porto altra torta o vi basta. 



1 in + nient'altro che un numero 

1 in + nient'altro che un simbolo 

perché + vado avanti e + mi sembra che 

io mi possa fidare di me non tantissimo 

un pelo di + ma sempre un po' di + 



Happy birthday to you happy birthday to me 

ma quanta strada che 

devo avere già sul contachilometri 

senza grippare 

guardo indietro e so già 

che cosa troverò nel mio passato 

i regali che mi ha fatto il tempo e che avrò 

per sempre addosso 

luoghi persone tramonti città 

autogrill motorini gazzette nei bar 

fidanzate perdute trovate motel 

libri dischi profumi che ho in me. 



1 in + nient'altro che un numero 

1 in + nient'altro che un simbolo 

perché + vado avanti e + mi sembra che 

io mi possa fidare di me non tantissimo 

un pelo di + ma sempre un po' di +. 



Happy birthday. Happy birthday.

Una canzone
che voglio condividere 
per i miei 35 anni!!!! 

 

L'amore del dono


 

Prego per voi, 
perché possiate conservare nei vostri cuori la gioia di amare Dio, 
la gioia dell'amore e della bontà, 
e di condividere questa gioia con tutti quelli con i quali vi trovate, 
con le persone che lavorano al vostro fianco, 
davanti a tutti i membri della vostra stessa famiglia. 
Quello che importa non è la quantità del dono, 
bensì l'intensità dell'amore con cui lo diamo. 
C'è qualcosa in più di cui vi posso parlare: 
della mia esperienza con i Poveri più poveri. 
Devo ancora trovare la prima donna Povera disposta ad abortire. 
Senza dubbio darà alla luce suo figlio. 
È possibile che abbandoni la sua creatura sulla strada, 
ma non sarà lei a eliminare suo figlio. 
È un qualcosa che dobbiamo imparare dai Poveri: 
la grandezza del loro amore per il figlio. 
Preghiamo. 
Chiediamo a nostro Signore che non si allontani dal nostro fianco 
nel momento della tentazione. 
Perché allo stesso modo in cui fu tentato Gesù, 
il diavolo tenterà anche noi. 
Non dobbiamo aver paura, 
perché Dio è amore. 
Se Dio ci ama, dal momento che lui è Padre amoroso, 
non smetterà di aiutarci. 
Quando ci rendiamo conto di aver commesso un errore, 
andiamo da lui e diciamogli: 
«Dio mio, mi spiace! Sono pentito!».

(Madre Teresa)

 

Convertiamoci alla Speranza!

profeti ieri oggi (colored)

DOMENICA 4 dicembre 2011

Seconda di Avvento

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

Come sta scritto nel profeta Isaìa:

«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:

egli preparerà la tua via.

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri»,

vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

(dal Vangelo di Marco 1,1-8)

Nel 2004 è stato inaugurato vicino a Millau nella Francia meridionale il viadotto più alto del mondo. I piloni che sostengono la sede stradale sono alti fino a 343 metri, più della Tour Eiffel di Parigi. Il viadotto passa sulla valle del fiume Tarn ed è stato costruito perché i collegamenti in quella regione molto trafficata in estate fossero più rapidi e veloci.

E’ stato uno sforzo progettuale e materiale davvero incredibile, e di opere simili in giro per il mondo l’uomo ne ha costruite parecchie. Fin dall’antichità l’uomo ha riversato nelle comunicazioni stradali moltissimo del proprio ingegno e tantissime risorse materiali, e il Viadotto da record di Millau è solo uno di questi esempi.



“Preparate la via del Signore…. Raddrizzate i suoi sentieri”. E’ su queste parole antiche del profeta Isaia che Giovanni Battista riassume la propria vocazione e missione. E’ il suo compito, e in questo coinvolge tutti coloro che vengono a lui. Li invita ad intraprendere la missione grande di diventare “vie del Signore”, attraverso il duro lavoro su se stessi che è la conversione.

Immagino i progettisti e committenti del Viadotto di Millau il giorno in cui decidono di costruirlo, li vedo pieni di dubbi e anche con l’entusiasmo di farcela… Penso che un’opera del genere richieda non solo enormi capacità di progettazione e immense risorse economiche, ma anche un bel po’ di coraggio e speranza di riuscire nell’impresa. Richiede la capacità di vedere l’opera nel futuro come fosse già realizzata, anche se si è solo alle fondamenta e tutto sembra così incredibile e quasi impossibile. Questo significa credere in se stessi e nelle proprie capacità, altrimenti non ci si mette nemmeno all’opera di progettazione…

Giovanni Battista nel deserto invita i presenti a credere che è possibile preparare la strada del Signore, perché non è un impresa irraggiungibile. Non c’è dubbio o peccato che possano fermare questa venuta!

La predicazione di Giovanni è basata su una grande speranza e senso di ottimismo verso se stesso e verso coloro che vengono da lui per ricevere il battesimo di conversione. Il Battista è ben consapevole della propria piccolezza (“non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali”) difronte all’enormità di Colui che annuncia, ma questo non gli toglie il desiderio e la determinazione di farsi annunciatore e di preparare la sua venuta.

Tante volte abbiamo una grande sfiducia in noi, nelle nostre possibilità spirituali e umane. Pensiamo forse di non avere la capacità di accogliere Dio e di esserne gli annunciatori. Pensiamo che solo pochi “santi” hanno questa possibilità e capacità.

Giovanni ci dice che possiamo preparare la via al Signore! Il suo grido infatti non si ferma ai suoi contemporanei, ma attraverso il Vangelo letto anche oggi, diventa rivolto a noi. Se ci dice questo con determinazione vuol dire che ne siamo capaci.

    La prima conversione quindi che dobbiamo operare è proprio alla speranza. Convertirsi alla speranza è credere che nonostante le piccolezze e sbagli che avvertiamo in noi, siamo ancora “capaci di Dio”, capaci di conoscerlo, incontrarlo e diventarne annunciatori. Convertirsi alla speranza è superare il clima di pessimismo di questa crisi economica drammatica che stiamo passando, e che rischia davvero di contaminare non solo le nostre tasche ma anche il nostro animo.

    Convertirsi alla speranza è credere che il progetto del Vangelo, spesso così incredibile e “impossibile”, in realtà è realizzabile. Vi vuole una vita intera per fare questo… anzi ci vuole l’intera vita dell’umanità, ma è possibile!

    Forse il Viadotto di Millau verrà superato da qualche altra impresa ancora più grande da parte dell’ingegneria umana. Ma questo sarà possibile se l’uomo continuerà a credere in se stesso e nelle sue capacità progettuali e tecniche.

    Lo stesso vale per la vita dello spirito e per la fede.



Giovanni don

Benedetto sei tu, Signore

Benedetto sei tu, Signore, 

per le bellezze dell'universo 

che hanno incantato i miei occhi 

e colmato il mio cuore. 

Benedetto sei tu, Signore, 

per coloro che amo 

e che mi circondano 

con il loro affetto. 

Benedetto sei tu, Signore, 

per la fragilità umana 

che in me è un richiamo 

alla tua presenza e alla tua forza. 

Benedetto sei tu, Signore, 

per l'amore infinito che mi porti 

per la tenerezza di cui mi circondi 

per la tua presenza 

silenziosa ma vigilante. 

Benedetto sei tu, Signore, 

per la mia vita, 

le mie gioie e le mie pene 

che tu conosci e fai tue. 

Benedetto sei tu, Signore, 

per la meravigliosa storia d'amore 

che sto vivendo con te.

(Jules Buillard)

Ch'io cerchi il tuo volto

Solidale con tutti noi, 
amico d'un'amicizia eterna, 
tu vuoi, Signore, 
ch'io cerchi il tuo volto 
fra la folla che mi turbina intorno, 
mi spinge, mi soffoca, mi assale. 
Non è una cosa facile. 
Eppure è questo il modo 
per dirti la mia amicizia: 
stringo una mano callosa ed è la tua; 
sorrido a un volto accigliato ed è il tuo; 
e tu sei… 
su ogni miseria 
su ogni gemito, debolezza, pena, 
su ogni fame, dolore, lotta, 
su ogni male, ogni errore, 
su ogni grido io devo far scendere me tutto intero 
per dirti che ti amo davvero. 
E' tremendo quanto mi chiedi, Signore, 
non chiedermelo troppo sovente. 
E vieni tu nel mio cuore 
per insegnarmi il sorriso, 
la cordialità, il soccorso concreto, 
e per stringere tutte le mani 
che brancicano nel vuoto 
in cerca d'un po' d'amore.

(W. McKelly)

 

Spendi l'amore

Spendi l'amore a piene mani! 
L'amore è l'unico tesoro 
che si moltiplica per divisione, 
è l'unico dono che aumenta 
quanto più ne sottrai, 
è l'unica impresa nella quale 
più si spende più si guadagna: 
regalalo, buttalo via, 
spargilo ai quattro venti, 
vuotati le tasche, 
scuoti il cesto, 
capovolgi il bicchiere 
e domani ne avrai più di prima.

 

(Anonimo)