Padre, dammi Gesù

Padre,
dammi il dono più bello, più grande,
più prezioso che possiedi: Gesù!

Quando sono ammalato, dammi Gesù
perché egli è la Salute.

Quando mi sento triste, dammi Gesù
perché Egli è la Gioia.

Quando mi sento debole, dammi Gesù
perché Egli è la Forza.

Quando mi sento solo, dammi Gesù
perché Egli è l’Amico.

Quando mi sento legato, dammi Gesù
perché Egli è la Libertà.

Quando mi sento scoraggiato, dammi Gesù
perché Egli è la Vittoria.

Quando mi sento nelle tenebre, dammi Gesù
perché Egli è la Luce.

Quando mi sento peccatore, dammi Gesù
perché Egli è il Salvatore.

Quando ho bisogno d’amore, dammi Gesù
perché Egli è l’Amore.

Quando ho bisogno di pane, dammi Gesù
perché Egli è il Pane di Vita.

Quando ho bisogno di denaro, dammi Gesù
perché Egli è la Ricchezza Infinita.

Padre,
a qualsiasi mia richiesta
per qualsiasi mio bisogno,
rispondi con una sola parola,
la tua Parola eterna: Gesù.

Don Serafino Falvo

La fede in montagna

che bello (colored)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
(dal Vangelo di Marco 9,2-10)

E’ una montagna la “location” scelta da Gesù per portare i suoi amici e far fare loro una esperienza spirituale profonda e rigenerante.
La tradizione cristiana chiama questo luogo Monte Tabor, identificandolo con una collina che si eleva 400 metri sulla pianura circostante della Galilea. Il Vangelo, a dire il vero, parla solo di “un alto monte”, e non lo identifica con nessun luogo preciso, e forse in questa indeterminatezza c’è un messaggio: ogni luogo della terra può esser luogo di trasfigurazione, e ogni uomo nel mondo ha il suo “alto monte” da scalare.
Su questo monte Gesù appare accanto a Mosè ed Elia, due grandi personaggi della Tradizione religiosa ebraica, che a loro volta fecero esperienza di Dio su un monte: Mosè sul Monte Sinai riceve la Legge e Elia sul Monte Carmelo riceve la conferma da Dio contro i falsi idoli pagani.
Altre montagne sono quindi sullo sfondo di questo episodio, e se vogliamo, possiamo aggiungere la montagna raccontata nella prima lettura: su quella montagna Abramo porta il figlio Isacco per il sacrificio. Qui Abramo fa esperienza profonda della protezione e provvidenza di Dio che gli risparmia il sacrificio del figlio.
Abbiamo davvero un’intera catena montuosa spirituale questa domenica!
Allora la mia mente è andata a ricordi di bambino, quando, come ogni estate, la mia famiglia si metteva in macchina per percorrere i quasi 400 km che separano casa mia dal campeggio estivo in Valle D’Aosta, sotto le pendici del Monte Bianco. Ci sono andato per 8 anni di seguito in quel campeggio, dove ho passato le vacanze più belle della mia infanzia. Mi ricordo che quando iniziavo a vedere da lontano le montagne sempre più alte, e alla fine, maestoso, il massiccio del Monte Bianco, mi rianimavo e sapevo che ero vicinissimo ad iniziare due settimane di divertimento. Al contrario, quando alla fine dei giorni di vacanza, ci si allontanava sull’autostrada, sentivo una grande tristezza e iniziavo già a contare i giorni per le vacanze dell’anno successivo.

Gesù porta i suoi discepoli su questo monte perché hanno bisogno di chiarezza e forza. Gesù appare loro luminoso, senza quella ombre che lo rendono difficile da seguire (la durezza e radicalità di certi suoi insegnamenti, il pericolo che corre con i suoi nemici, la rivoluzione che sta portando nelle tradizioni religiose…). Ora è davvero bello stare con lui, e a confermarlo c’è anche questa voce divina che invita ad ascoltarlo. Mosè ed Elia, punti di riferimento per ogni buon israelita, sono li con il Maestro e gli sono testimoni.
Su questa montagna il cuore combattuto dei discepoli trova pace. Sono come in una specie di vacanza spirituale, dove ogni affanno e dubbio sono scomparsi, e il loro cuore e la loro mente riposano in Dio.
Non si sa quanto sia durato questo momento luminoso, ma sta di fatto che poi finisce, e viene il tempo di scendere dalla montagna per ritornare alla vita di prima, con le sue fatiche, errori, dubbi, domande e anche peccati.
Pietro e gli altri non vorrebbero che questo momento finisse, ma non è possibile che sia così. Quindi ricomincia il cammino di sempre. Ma qualcosa di nuovo è dentro la mente il cuore dei discepoli: hanno ricevuto un dono che servirà loro nei momenti più difficili che devono ancora venire.

Esiste un monte così anche per noi? Anche a noi è data la possibilità di salire in alto e ricevere pace e forza nel nostro cuore affaticato e nella nostra mente dubbiosa?
Penso proprio di si, basta che ci lasciamo prendere per mano da Gesù e ascoltiamo anche noi l’invito della voce del Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»
La Quaresima (ma anche ogni altro tempo dell’anno) è tempo di ascolto. Abbiamo ogni tanto la possibilità di aprire il Vangelo e in un momento (anche breve) di preghiera, saliamo sul monte di Gesù per conoscerlo di più e lasciarci illuminare dalla sua storia e dalle sue parole.
Possiamo salire da soli o, ancora meglio, insieme ad altri che come noi hanno bisogno di un momento di pace e di chiarezza.
Pregare è quindi un momento bello, non è un semplice “dovere” da adempiere. Possiamo chiamare la preghiera “un dovere”, se lo pensiamo come le vacanze: anch’esse sono “un dovere”, cioè una cosa che bisogna fare per non rimanere schiacciati dalle fatiche del lavoro: è un dovere qualche volta prenderci una pausa dal lavoro, e il riposo di una vacanza è un diritto di tutti (anche se purtroppo non viene spesso rispettato e concesso).
Ma trovo più giusto pensare alla preghiera come ad un momento profondamente e spiritualmente “bello” (“è bello per noi stare qui!”); e se lo sperimentiamo davvero, aumenta il desiderio di ripeterlo e ricercarlo.
Cerchiamo dunque le nostre montagne spirituali. E anche se in alcuni momenti della vita sembra esserci foschia, e Dio ci sembra lontano e irraggiungibile, non perdiamo speranza. Come il massiccio del Monte Bianco rimane fermo e maestoso, così anche la nostra montagna per incontrare Gesù, rimane e aspetta sempre di esser scalata da noi.

Giovanni don

Il valore del tempo

Per scoprire il valore di un anno,
chiedi a uno studente che è stato bocciato all’esame finale.

Per scoprire il valore di un mese,
chiedi a una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.

Per scoprire il valore di una settimana,
chiedi all’editore di una rivista settimanale.

Per scopire il valore di un’ora,
chiedi agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.

Per scoprire il valore di un minuto,
chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l’aereo.

Per scoprire il valore di un secondo,
chiedi a qualcuno che è sopravvisuto a un incidente.

Per scoprire il valore di un millesecondo,
chiedi ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d’argento.

Il tempo non aspetta nessuno.

Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore.

Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.

(anonimo)

Ciao Lucio…

In questa notte calda di ottobre, apriti cuore
non stare li in silenzio senza dir niente
non ti sento, non ti sento, da troppo tempo non ti sento
e ti ho tenuto lontano dalla gente
quanti giorni passati senza un gesto d’amore
con i falsi sorrisi e le vuote parole.
Ho perfino pensato in questa notte di Ottobre
di buttarti via……di buttarti via
ah lo so il cuore non e’ un calcolo
freddo e matematico
lui non sa dov’e’ che va
sbaglia si ferma, e riprende
e il suo battito non e’ logico
e’ come un bimbo libero
appena dici che non si fa
lui si volta e si offende
non lasciarlo mai solo come ho fatto io
lascia stare il potere, il denaro non e’ il tuo Dio
o anche tu rimarrai senza neanche un amico
Cambierò, Cambierò
apriti cuore ti prego fatti sentire
Cambierò, tornerò come un tempo padrone di niente, di niente…di niente
anche davanti a questo cielo nero di stelle,
e ce ne sono stanotte di stelle, forse miliardi, cuore non parli?
o sono io che non sento e per paura di ogni sentimento
cinico e indifferente faccio finta di niente
ma non ho più parole in questa notte di ottobre
sento solo lontano un misterioso rumore
e’ la notte che piano si muove, e tra poco esce il sole

Cambierò, Cambierò
apriti cuore ti prego fatti sentire
cambierò, tornerò come un tempo padrone di niente, di niente, di niente
Cambierò, Cambierò
apriti cuore ti prego fatti sentire
cambierò, tornerò come un tempo padrone di niente, di niente, di niente
Cambierò, Cambierò
apriti cuore ti prego fatti sentire
cambierò, tornerò come un tempo padrone di niente, di niente, di niente


Il tuo desiderio è la tua preghiera

Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. L’Apostolo infatti non a caso afferma: “Pregate incessantemente” (1 Ts 5,17). S’intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio o prostrati o con le mani levate per obbedire al comando di pregare incessantemente? Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione. Ma v’è un’altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio. Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare. Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare. Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce. Tacerai, se smetterai di amare. Tacquero coloro dei quali fu detto: “Per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà” (Mt 24,12). La freddezza dell’amore è il silenzio del cuore, l’ardore dell’amore è il grido del cuore. Se resta sempre vivo l’amore, tu gridi sempre; se gridi sempre, desideri sempre; se desideri, hai il pensiero volto alla pace.

S. Agostino

viaL’angolo dei Ritagli – Il tuo desiderio è la tua preghiera (Dal “Commento sui Salmi” di sant’Agostino (dalla Liturgia delle Ore, vol. I, p. 289)) – QUMRAN NET – Materiale pastorale online.