Amicizia cristiana

All’improvviso nella vita incontri una persona che ti corrisponde e dici: ma che cos’è questo? E scopri che è amicizia cristiana. Allora quando stai con l’altro scopri che non siamo più due ma siamo in tre, io tu e Cristo. Che bella questa amicizia, perché eterna diventa, e tu sai che quella persona è per te e tu sei per lei, di tutto gli puoi parlare, tutto puoi condividere, gioie e dolori, attese e speranze. E quando questa ti offende, perché è piccola e debole, cè sempre il perdono che l’amicizia riconferma, perché tu sai che chi ti unisce a lei fa proprio così con te; e quando cadi ogni volta ti rialza e ti fa persona nuova. L’amicizia cristiana scoprire ti fa, con stupore ed emozione, che tu con l’altro per sempre sarai, e ti separerai solo per un breve tempo. E al risveglio tu la rivedrai e prendendola per mano la gioia senza fine con lei condividerai. E ogni giorno insieme ringrazieremo quel Terzo in mezzo a noi, che tutto questo ci dona.

(P. Iorio)

Per chiedere il buon profumo di Cristo

Concedi, o Padre, 
che rinnovati dai santi misteri, 
diffondiamo nel mondo il buon profumo di Cristo. 

È dono, o Padre, 
che noi imploriamo senza stancarci, 
prodotto dal “pane spezzato” 
e dal “sangue Eucaristico”, 
spremitura di chicchi di sofferenza e di acini di gioia, 
unguento che contagia, 
profumo nuovo di comunione fraterna. 

Per ottenerlo siamo pronti a deporre le divisioni, 
accantonare le contese, 
eliminare le rivalità, 
pagando con la moneta del perdono dato al nemico. 

Per profumare di Cristo 
lavoreremo insieme su progetti comuni, 
gareggeremo nello stimarci a vicenda, 
porteremo gli uni il peso degli altri. 

Allora, anche i lontani, attratti da questo soave odore, 
si accompagneranno al nostro cammino, 
volgeranno lo sguardo a colui che è stato trafitto 
e, innamorati, 
non lo distoglieranno mai più.

(d. Mario Tarantola)

La forza invincibile del pane

Corpus Domini 2013 (colored)

 

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
(dal Vangelo di Luca 9,11-17)

Che singolare coincidenza questo 2 giugno 2013: Festa della Repubblica e Corpus Domini…
A Roma, se pur in forma ridotta a causa della crisi, sfileranno tutti i corpi militari e di polizia dello Stato, in occasione della Festa della nostra Repubblica. In altri contesti e anche altre epoche, lo sfilare dei vari corpi d’armata era occasione per mostrare la forza “muscolare” della Nazione, fatta di soldati e mezzi di distruzione. Mi vengono in mente le parate militari in Piazza Rossa a Mosca, durante il periodo sovietico, con il dispiegarsi davvero stupefacente di perfette coreografie di migliaia di soldati insieme a carrarmati e porta missili nucleari. Era un chiaro messaggio al mondo occidentale di una forza da temere.
Tornando al nostro 2 giugno, credo che l’intenzione della sfilata sia molto diversa. Al di la delle polemiche più o meno condivisibili su questa manifestazione nella Capitale, è importante riconoscere un ruolo non piccolo dei vari corpi di armata, di polizia e di soccorso civile che operano nel nostro territorio nazionale e a nome nostro in altre nazioni.
Quest’anno la festa e la parata di Roma coincidono con questa solennità del Corpus Domini, molto sentita soprattutto dalla nostra tradizione cristiano cattolica. Tutte le parrocchie italiane in questa occasione organizzano in modi diversi processioni e omaggi all’Eucarestia. Le tradizioni a riguardo sono davvero molto varie a seconda dei cari contesti e delle varie comunità. Ma in tutte si renderà onore e si porterà in corteo per le vie dei paesi e delle città il pane eucaristico, il Corpo del Signore. Gli apparati scenografici adottati sono a volte davvero stupefacenti, e la pietà popolare ha prodotto nel corso dei secoli strutture e oggetti di grande valore, ostensori, candelabri, baldacchini…, tutti destinati a sottolineare l’importanza e centralità dell’Eucarestia. Al centro, è bene sottolinearlo, per quanta ricchezza e fasto si possa costruire attorno, rimane un piccolo e povero pezzo di pane. Ed è quello il corpo da adorare, seguire, e soprattutto da assumere nella vita.

Il Vangelo ci racconta di un segno forte che Gesù ha dato ai suoi e alla folla che lo seguiva. Ci racconta di una condivisione umana di poche cose, che con Gesù si moltiplicano. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e pesci è possibile solo perché qualcosa è stato messo a disposizione da qualcuno. Quei cinque pani e due pesci, saltano fuori e vengono distribuiti a tutti senza che finiscano, perché qualcuno li ha messi a disposizione e ha creduto che Gesù era capace di farne qualcosa di buono.
Se stupiscono le dodici ceste di pezzi avanzate portate via, segno della sovrabbondanza dell’azione di Gesù, stupisce anche quel poco messo a disposizione e che è determinate per il miracolo. Il nulla moltiplicato è sempre nulla, mentre il poco diventa molto.
Penso che sia questo il messaggio forte che Gesù vuole lasciare ai suoi discepoli: credere che non siamo così poveri da non poter condividere comunque qualcosa, e che è questo che cambia il mondo in modo sovrabbondante.
Gesù stesso ha dato il suo corpo e il suo sangue, con la certezza che il suo dono, anche se apparentemente insignificante nella vastità della storia umana, avrebbe dato senso a tutta l’umanità e avrebbe sovrabbondato per ogni uomo di ogni epoca e luogo.
“Fate questo in memoria di me” ha detto Gesù ai suoi. Ripeterlo ogni volta che celebriamo l’Eucarestia, ci ricorda che anche il nostro corpo, il nostro sangue, la nostra vita, con la sua concretezza e a volte piccolezza, se dati con amore diventano forza per chi ci sta accanto e anche oltre.
Il Signor Gesù ci ha invitato a mangiare il suo corpo, cioè ad assumere la sua vita dentro di noi, per diventare ogni giorno sempre più quello che mangiamo, cioè Lui… Adorare l’Eucarestia, come si fa per tradizione, è importante se ci aiuta ad arrivare a quello che è veramente nella volontà di Gesù, cioè diventare come lui e riconoscere in ogni corpo, cioè in ogni vita umana, un pezzetto della sua presenza nel mondo.
La sfilata dei corpi militari del 2 giugno virtualmente si incrocia con le nostre processioni eucaristiche. Forse è l’occasione per ricordarci che davvero la nostra forza è Gesù, che la nostra arma più potente è il Vangelo, e che camminando tutti uniti nella stessa direzione, secondo la disciplina dell’amore, diventiamo più forti così che il Regno di Dio conquisti ogni nazione e ogni cuore umano.

 

Giovanni don

La vita

La vita è come un soffio di vento, che soffia, ti attraversa e va via lontano…
E mentre ti attraversa, ti leva le gioie, i dolori, le sensazioni e le situazioni che hai dentro e le porta via con se…Non illuderti di poter cambiare la vita, perché sarà lei a cambiare te…
Ti plasmerà a suo piacimento, sarai come argilla nelle mani di uno scultore… La vita è qualcosa che ti brucia dentro, che brucia senza sosta e ti consuma…Tu puoi viverla bene o male, ma l’importante è che non lasci mai spegnere quella fiamma…perché se l’avrai alimentata bene, continuerà a bruciare anche dopo la tua morte, per i secoli dei secoli, o forse anche di più…
La vita è quella cosa che non sai cos’è, ma sai che c’è; cè nell’aria, c’è stasera…E se saprai usarla, se saprai tramandare quella tua voglia di vivere, quelle tue opere, anche se chi ti è nemico ti ucciderà, ucciderà quel tuo corpo, tu morirai con il sorriso sulle labbra, perché saprai che la tua vita non è stata sprecata…
infatti la tua voce calda e accogliente, i tuoi meravigliosi occhi che ispirano allegria a chiunque li guardi, continueranno a rivivere, negli occhi e nella voce di chi come te ha fatto della sua vita uno strumento…
E se il nemico che sicuramente incontrerai riuscirà per un attimo ad offuscare i tuoi bei pensieri beh allora pensa ad una giornata al mare, ad un gelato al cioccolato, alla faccia di quella figlia che non hai avuto, alla felicità, alla vita stessa…e vola lontano, sui campi di grano e non chiederti il perché…
Vai dove la vita ti porta…Dove quella brezza leggera, calma ma continua, ti spinge…Lasciati andare… Seconda stella a destra questo è il cammino e poi dritto fino al mattino; poi la strada la trovi da te, porta all’isola, l’isola che non c’è…No. Fai tutto ma non questo. Non illuderti che possa esistere un mondo dove c’è solo il bello ed il buono…Perché sul più bello ricadrai sulla dura realtà e ti farai male, molto più male di quanto tu possa pensare…
Perché la vita è la vita, non la puoi cambiare, la puoi vivere, quello sì, ma non cambiare… E quando tutto sembra abbandonarti, pensa a quelle persone che avrebbero voluto vivere anche solo un istante in più, per dire “andrà tutto bene”, “ti amo” oppure solamente “arrivederci”; ma non hanno potuto…Pensa al male che c’è nel mondo, può sembrare strano ma ti sentirai meglio.
Poi penserai a quanto pesano le lacrime. Sì. Perché le lacrime di un bambino capriccioso pesano meno del vento, ma quelle di un bimbo affamato, più di tutta la terra… E se pensi a questo ti viene una gran voglia di vivere la vita…E scoprirai che è proprio questo lo scopo… vivi la vita!!

(N.C.)