” In casa mia ha miglior sapore una rapa che io cuocia e, cotta, inforco in uno stecco, la mondo e la spargo poi di aceto e di sale, piuttosto che all’altrui mensa tordo, starna o porco selvaggio. E, così, sotto una vile coltre, come se fosse di seta e d’oro, io ben mi corico”.


Così scriveva Ludovico Ariosto ( pur in un italiano sistemato per l’occasione) in una delle sue sette Satire, prospettando un atteggiamento condiviso da molti.


La rapa cotta gustata in pace e in semplicità è, agli occhi dell’Ariosto , una leccornia rispetto alla mense sontuose imbandite nei palazzi.Allo stesso modo del modesto lenzuolo o della coperta lisa che stanno sul suo letto sono più care di una coltre di lino o di broccato, perché proteggono il dono della serenità e della libertà.


Sappiamo bene che il lusso può spesso mescolarsi con l’odio, la gentilezza esteriore col tradimento, l’eleganza col disprezzo.


Com’è bella, invece, la quiete, la solidarietà e la spontaneità di una casa semplice e onesta. Purtroppo la pubblicità fa di tutto per farci desiderare “tordo, starna e porco selvaggio (cinghiale)”, costringendoci a dimenticare il cibo quotidiano, lo stile di vita e la semplicità che aveva contraddistinto le nostre famiglie.


” La semplicità è la forma della vera grandezza “, scriveva Francesco De Sanctis,


tratto liberamente da “Avvenire” 14 giugno 2003

2 Risposte a “”

  1. per colpa della ristrutturazione…avevo perso il tuo link che ho rimesso adesso! ciao a presto

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