COMMENTO AL VANGELO DELLA SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

Dal Vangelo secondo Matteo 17,1-9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: "Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli stava ancora parlando quando una nube luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo".
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: "Alzatevi e non temete". Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti".

Stasera sono rimasto solo solo, non c’era nessuno con cui parlare, avrei avuto tanta tanta voglia di stare con amici. Che sensazione particolare trovarsi soli quando invece si desidera stare insieme agli altri.
Ho deciso allora di uscire, fare un giro, sempre da solo: per il freddo non c’era proprio nessuno in giro. Ho quindi preso la macchina e iniziato a vagare di qua e di là, per il paese.
E pensavo che l’altro giorno volevo stare da solo, ma non è stato possibile fino alle 23. Oggi, che vorrei compagnia, vorrei chiacchierare non trovo nessuno.

E così…direte voi, che c’entra questo con la pagina del vangelo della trasfigurazione? Per me c’entra: perché stasera avrei anche io desiderato che qualcuno mi "prendesse con sè"…, ho bisogno di intimità, di amicizia, di qualcuno su cui poggiare il mio capo.
Ma non solo. Nel momento più buio della solitudine "non voluta" la mia fede, quella fede che credo forte e intensa, si rivela invece debole, fragile. Alla fin fine mi dico: sono un uomo, una persona, sono anche io di carne. Eppure…se solo avessi quel granellino di fede per credere che anche quando sono solo, in fondo non sono proprio solo.
Gesù, andando sull’alto monte e trasfigurandosi mi ricorda che bisogna fare una scalata per trovare Dio. Che se rimango sempre giù non riuscirò che a vedere solo le mie debolezze, i miei sforzi, le mie sofferenze.

In fondo, il mio desiderio di questa sera, amplificato dalla solitudine, è quello di una fede più forte. Quasi quasi vorrei anche io "vedere" per credere, come hanno visto Pietro, Giacomo e Giovanni. Hanno visto un pezzo di aldilà: hanno visto qualcosa di impensabile. Hanno avuto la prova del paradiso,
di quella realtà che sola può far superare ogni paura umana.
Lo capisco Pietro quando dice che voleva rimanere là. Certo, questo è il rischio: che una volta gustato il paradiso non me ne vorrei neanche io staccare più, mi conosco bene.

E tu, che ne pensi? Ti piacerebbe vedere un pezzo di paradiso, "toccare il cielo con un dito"? Io credo proprio di sì. In fondo in fondo tutti noi abbiamo un grande desiderio di felicità. Ma, tante volte senza accorgercene, la cerchiamo laddove non c’è.
Gesù Cristo è felicità perché è la Verità. Gesù, facendosi vedere trasfigurato, crede nel fatto che un’esperienza può trasmettersi con la comunicazione. Pietro, Giacomo e Giovanni (che trio!!!) devono dire di aver vissuto questa cosa qua. Non potranno tacere.
Soltanto che lo dovranno dire (e credere) anche quando sarà difficile, quando Gesù sarà in croce, o peggio, quando sarà chiesto a loro di essere messi in croce, di soffrire per causa sua.

A ben pensarci non è stato facile neanche per loro ricordare questa esperienza. Penso a Pietro: addirittura lo rinnega, fugge, e sembra che si sia dimenticato di questo momento, in cui Gesù parla con due persone già defunte…eppure parla con loro, un patriarca ed un profeta!
Se per loro è stato così difficile, figuriamoci per me: in un momento di solitudine mi sembrava di essere in croce. Che stupido che sono! Anche io ho dimenticato che Gesù non mi ha abbandonato, che la solitudine del momento terreno presente non è che un momento, che alla fine ho la speranza di essere anche io tra Mosè ed Elia, insieme a Gesù trasfigurato e in una "realtà" paradisiaca, tanto da far dire a Pietro di "fare tre tende", cioè di rimanere per sempre là.

Quanto desiderio di paradiso hai, caro amico/amica che stai leggendo? Eppure, anche il paradiso ha bisogno di essere conquistato: bisogna scendere giù, camminare sulle strade della vita, del lavoro, della scuola, delle gioie e sofferenze: è tutta una preparazione ad un incontro luminoso e bellissimo.

E così, cara solitudine, non puoi affliggermi. Non puoi distruggere quel pizzico di fede che comunque mi porto dentro.
Cari amici e amiche, anche le cose più brutte e tragiche della vita non possono spegnere il vostro desiderio di paradiso.
Io in paradiso vi vorrei tutti, vorrei tutti i miei amici ed amiche, anche quelli che probabilmente questa sera si sono dimenticati della mia esistenza, anche quell’amico che ieri sera è stato con me fino a mezzanotte ed al quale ho dovuto dire cose un po’ pesanti (perché gli voglio bene!).

Sì, è proprio così: non riesco ad immaginare un paradiso senza bellezza, e la bellezza più bella sono le persone.
Ora scendiamo giù, costruiamoci il paradiso lottando e faticando non poco in questa vita, sapendo che però quella è la meta. È un obiettivo lungo, arduo, ma è quella la destinazione: "destinazione Paradiso", per dirla con una canzone di qualche tempo fa.
Ora, la Quaresima è proprio il tempo per rivedere il nostro desiderio di felicità-paradiso e quanto questo desiderio diventa realtà, conversione, attività.
Vi saluto tutti, perdonatemi la predica, vi assicuro che pregherò per voi e per il vostro "paradiso".
Ciao a tutti.
Naza dal vangelogiovane.it.

P.S.: dimenticavo di dirvi che mentre vagavo qua e là con la mia macchina, sono stato sorpassato da un’altra macchina e sono stato invitato ad una pizza da due fratelli. In fondo, il Signore aveva ascoltato la mia supplica. Credetemi: è andata così proprio stasera. Ciao. Naza