Dio è il più grande!

Gheddafi (colored)

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».

Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

(dal vangelo di Matteo 22,34-40)

“Allah Akbar! Allah Akbar!… Nei terribili filmati della cattura e morte di Gheddafi di questi giorni, che pure nella caotica ripresa amatoriale sembrano riprodurre il caos di quello che raccontano, questo grido si sente ripetuto senza sosta.

“Dio è il più grande!” è la traduzione di questa invocazione che nella tradizione islamica è molto usata. Anche alcuni testimoni di attentati da parte di terroristi islamici, ricordano di aver sentito questo grido urlato più volte. E’ una invocazione che è ovviamente più usata in momenti pacifici e di preghiera da parte di milioni di mussulmani in tutto il mondo, ma è davvero terribile sentirla associata a momenti di estrema violenza.

E’ davvero questo il modo con il quale si fa lode e onore a Dio? Non devo liquidare questo discorso pensando che riguarda solo gli islamici, e non voglio certamente inoltrarmi in confronti religiosi. Ma queste grida rivolte a Dio nella violenza, davvero non mi lasciano tranquillo.

Gesù, alla domanda quale fosse il grande comandamento, cioè la sintesi di tutti gli insegnamenti e leggi, risponde con l’amore verso Dio e quello verso il prossimo. Gesù risponde ai suoi interlocutori in modo corretto e secondo le loro aspettative (lo vogliono mettere alla prova…), ma nello stesso tempo unisce in modo definitivo le due dimensioni dell’amore, che corrono parallele una accanto all’altra, come i binari del treno: l’amore per Dio e l’amore per il prossimo.



Non posso amare Dio se mi dimentico del prossimo, e non posso amare il prossimo senza che questo non arrivi a Dio. Più avanti infatti Gesù dirà: “… ogni volta che lo avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Matteo 25,40).

Ho provato a girare la domanda fatta a Gesù dal dottore della legge ai ragazzi del catechismo, l’altro giorno prima dell’incontro. Ho chiesto loro di dirmi quale è il più grande comandamento…

Con la timidezza e con l’apparente superficialità tipica dei preadolescenti, non hanno saputo rispondermi subito. Mi sono davvero domandato se fosse solo questione dell’età, ma nessuno ha subito risposto con “amare Dio” e “amare il prossimo”. Molti hanno risposto con frasi che miravano forse più a fare piacere a me che sono prete, che al contrario manifestare le loro convinzioni. Hanno risposto subito: “andare a Messa”, “ fare catechismo”, “obbedire ai comandamenti”….

    Ma è davvero così difficile pensare che in fondo la cosa più importante della nostra vita religiosa è amare Dio e il prossimo insieme? E amare Dio non è così difficile, basta aprire il Vangelo e vedere la strada tracciata da Gesù, una strada che passa dall’attenzione verso il prossimo, dalla non violenza, dalla capacità di creare legami di amicizia con tutti, anche i più lontani. Per amare Dio basta che metta in atto tutte le strategie dell’amore umano.

    Per questo motivo sento quelle grida, di cui racconto sopra, come una sorta di “bestemmia” nei confronti Dio. Gli dico “sei il più grande”, ma la violenza dei gesti smentisce le mie parole.

    Gheddafi è stato un dittatore a tratti sanguinario e violento con il suo stesso popolo, ed è comprensibile che la violenza data si ritorca contro, specialmente in momenti così convulsi e confusi come questi. Ma mi auguro davvero che nessuno di noi pensi ancora (come purtroppo è già successo anche per i cristiani in passato) che la strada per amare Dio e per rendergli lode, passi dalla violenza e dal vincere annientando l’avversario. La strada per amare Dio è quella dell’amore e della piccolezza. Gesù ha reso gloria a Dio proprio nell’ora in cui si è abbassato e ha lavato i piedi ai suoi (vedi Vangelo di Giovanni al capitolo 13). Gesù ha reso gloria a Dio accettando la morte per amore… la sua, non quella di altri.



Giovanni don

3 Risposte a “Dio è il più grande!”

  1. La grande sfida alla quale tutti noi siamo chiamati è quella di saper resistere alla volontà di restituire " pan per focaccia". E' la giustizia della legge del taglione che sempre accompagna la storia dei popoli. Uccidere chi ha ucciso, rubare a  chi ruba, offendere chi offende. Esperienza quotidiana, ahime, che lascia in noi un solco profondo. L'uccisione di Gheddafi   ha riproposto il dilemma: è giusto che chi ha sofferto per 42 anni per mancanza di democrazia e libertà si prenda la rivincita in 15 minuti?. Uccidere non è mai lecito ed incitare all'omicidio lo è altrettanto. Eppure esiste la pena di morte e spesso la giustizia degli uomini lascia molto a desiderare. Allora rinnoviamo oggi nel nostro cuore l'impegno a non spargere sangue e a non volersi mai sostituire alla giustizia divina. Non godiamo per le scene di violenza che i media ci propinano, perché Dio è davvero più grande delle miserie umane.
    Paola Be

I commenti sono chiusi.