L’amore evangelico

In noi si dovrà trovare tutto

il bicchiere d’acqua, il cibo per chi ha fame,

tutto il vero cibo per tutti i veri affamati,

tutti i veri cibi e tutti i veri mezzi per distribuirli,

l’alloggio per i senza tetto,

il pellegrinaggio alle carceri ed agli ospedali,

la compassione per le lacrime, quelle che si devono versare insieme

e quelle di cui occorrerebbe eliminare le cause,

l’amicizia per ogni peccatore,

per coloro che sono malvisti,

la capacità di mettersi al livello di tutte le piccolezze,

di lasciarsi attrarre da tutto ciò che non conta,

e tutto avrà il suo orientamento, la sua pienezza, nella parola “fraterno”.

Infatti i nostri beni, se diventano i beni degli altri, saranno il segno della nostra vita donata per gli altri, come assimilata di diritto alla loro, e che, in realtà, non deve più far parte dei nostri interessi.

Il cristiano che vivrà in questo modo nella città, sperimenterà con tutto il suo essere la forza dell’amore evangelico. La realtà di questo amore risplenderà in torno a lui come una evangelizzazione e in lui come una illuminazione.

Sperimenterà che agire è illuminare, ma anche essere illuminati, sperimenterà che, se pregare è lasciarsi fare da Dio, è però anche imparare a compiere l’opera di Dio.

Un cristiano simile renderà grazie, perché tutti i suoi gesti diventeranno l’espressione di un amore che non conosce né limiti né eccezioni, un amore del quale soltanto Cristo ha detto agli uomini che lo devono e ricercare e donare.

(M.  Delbrel)