Sabato Santo

Al contemplarti già morto, Signore,

la Madre pura piangendo esclamava:

«Non ti attardare, mia Vita, tra i morti».

 

Ti scese morto Giuseppe dal legno

ti pose, o Verbo, nel suo monumento:

risorgi, o Dio, e vieni a salvarci!

Nuovo è il sepolcro in cui t’hanno deposto

per rinnovare la nostra natura,

divinamente sorgendo da morte.

 

«Sali incorrotto dall’Ade, o mia Vita,

tu che tra i morti incedi Vivente,

del tetro inferno frangendo le porte

Ti sei nascosto sotterra, Signore,

e della morte la notte ti copre:

ma come Sole glorioso riappari.

 

Benché rinchiuso in un angusto sepolcro

tutto il creato, Gesù, ti proclama

vero Sovrano qui in terra e in cielo.

 

«Quando di nuovo potrò in te gioire,

eterna Luce, tu gioia del cuore?»

geme implorando la Madre di Dio.

 

Per tuo volere la tomba t’accoglie,

vivente Verbo, e sorgendo da morte

richiamerai dal sonno i mortali.

 

Grano sepolto in un lembo di terra,

farai fiorire abbondante la messe,

risuscitando da morte i tuoi figli.

 

Fiumi di lacrime effonde la Madre

al monumento ove giaci sepolto;

ti grida: «Sorgi, perché l’hai promesso».

 

Ritorna presto, Signore, tra i vivi,

per dissipare l’affanno profondo

di lei che, Vergine, t’ha generato.

 

«Madre, non piangere sopra di me,

pensando chiuso in un buio sepolcro

l’eterno Figlio che desti alla luce:

risorgerò con potenza e splendore

e innalzerò fino a gloria immortale

chi per amore e con fede ti canta».

(Tropario bizantino)

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