SETTIMANA SANTA

"…La settimana che oggi iniziamo, così grande, così importante
da esserechiamata "santa", è il gioiello dell’anno liturgico,
una perla troppo spessodimenticata da noi cristiani,
a vantaggio di feste forse più sentimentali ma
intrise di riletture consumistiche (vedi il Natale).
Qui no. Un morto in croce non si vende,
non suscita sentimenti di bontà.
Anzi: se ne parla poco e male di questo
Dio che sale su di una croce e
muore.
Rimane difficile da capire il mistero di una
tomba vuota e del significato
profondo della parola "resurrezione".
Tant’è:la Chiesa si ferma stupita a
meditare sulla misura dell’amore di Dio.
Normalmente l’anno liturgico sintetizza
la Storia della salvezza in poco
tempo: in dodici mesi ripercorriamo
la storia di Israele, la vita di Gesù.
Durante la settimana santa, invece, ci
si ferma: giorno per giorno, ora per
ora, regoliamo i nostri orologi e il nostro tempo
a quel momento cruciale
per la storia dell’umanità, ci sediamo, spettatori,
ad ammirare (ancora e
ancora) il volto di Dio.
Fermi, zitti, Dio si prepara a morire,
Cristo celebra la sua presenza
nell’ultima Pasqua, la nuova, viene arrestato,
condannato, ucciso, sepolto,vive.
In questa preziosa settimana, qualunque cosa
faremo, in ufficio, a scuola, a
casa, potremo fermarci, socchiudere gli occhi
e pensare a Cristo, ai suoi
sentimenti, alla sua angoscia,
alla sua bruciante passione, al suo
desiderio.
Ora per ora assisteremo, con gli occhi della fede,
allo spettacolo di un Dio
che muore per amore….
…Questa è la non festa che celebriamo,
che abbandona i trionfalismi per
lasciare spazio alla meditazione, allo stupore.
Questo è il vostro re,discepoli del Nazareno.
Lo volete davvero un Dio così? Un Dio che rischia,
un Dio che – per amore – accetta
di farsi spazzare via dall’odio e dalla
violenza? Lo volete davvero un Dio che rischia tutto,
anche di essere persempre dimenticato, pur di mostrare il suo volto?
Un Dio che accetta direstare nudo, cioè leggibile, incontrabile,
osteso, palese, evidente perché
ogni uomo la smetta di costruirsi improbabili
devozioni, scure visioni di
Dio? Questo è il nostro Dio, un Dio amante,
un Dio ferito, un Dio che fa
dell’amore l’unica misura, l’ultima ragione, la sola speranza.
…Mi aguro di identificarci – un poco almeno –
in quel Centurione straordinario, di cui la
storia ha taciuto il nome, che davanti
al modo di morire di Gesù, di fronte
al dono di sé fino alla fine, rimane stupito, turbato, scosso fino
nell’intimo e riconosce in lui il Figlio di Dio.
Ecco la fede, la grande fede, che può sgorgare
nel cuore di ciascuno di noi:
davanti all’uomo crocifisso, davanti alla sconfitta più assurda,
davantialla delusione di un sogno massacrato,
riconoscere la potenza del Dio immortale. …"

Una risposta a “SETTIMANA SANTA”

  1. «Che significa ancora morte dopo che io sono morto la mia morte? Non ha d’ora in poi ogni morte il senso e il sigillo della mia? Il suo significato non è quello di braccia che si allargano e di un’offerta perfetta nell’abbraccio di mio Padre? …In voi la mia opera deve adempiersi e si adempie soltanto se il mio cuore batte nel vostro, e tutti i cuori, sottoposti e disposti, battono insieme nel mio cuore in direzione del Padre”» (Von Balthasar).

    Con l’affettuoso augurio di trascorrere una santa e serena Pasqua.

I commenti sono chiusi.