VANGELO DELLA TERZA DOMENICA DI PASQUA

Vangelo: Lc 24,13-35
Dal Vangelo secondo Luca
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Èmmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed egli disse loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?".
Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: "Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?".
Domandò: "Che cosa?". Gli risposero: "Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto".
Ed egli disse loro: "Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?".
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?".
E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone".
Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

TU DIMMI: UN CUORE CE L’HAI?

Il cuore. Il cuore è la parte più bella del nostro corpo. Sì, perchè è così che chiamiamo anche le nostre emozioni, sensazioni. Il cuore vibra, il cuore batte, il cuore si agita.
Non è così anche per te? Ripensa a quando ti sei appartato con la tua ragazza o con il tuo ragazzo: non ti batteva il cuore al primo appuntamento?
Spero tanto che i cuori battano ancora, nonostante siamo immersi in un materialismo così sfacciato che tanti giovani non hanno più spazio per il cuore, per l’innamoramento…tant’è che molti cercano un po’ di sesso mordi e fuggi…senza coinvolgimenti!
Eppure un cuore può essere anche cinico. Può essere di pietra. Può non incantarsi più di fronte ad un panorama meraviglioso; può essere talmente duro da sfruttare anche l’amicizia per i propri scopi…
Questo è il dramma del cuore. Un cuore che non sa battere più per nessuna cosa, un cuore che non si emoziona più….è segno di morte, non di vita.
Tanti giovani sono morti dentro. Sono senza cuore. Sono capaci di cose inaudite…che fanno male al cuore e goderne. Pensate che sia possibile godere del male che capita ad un altro? Che sia possibile godere di una vita senza innamorarsi mai veramente del proprio partner? Che sia possibile vivere la vita senza uno scopo? Che sia possibile essere eternamente insoddisfatti perchè si ha tutto?
In tanti oggi hanno prostituito il proprio cuore. Lo hanno congelato per godere delle cose che finiscono, delle cose che prima o poi non ci saranno più.
Puoi godere attimi sfrenati di felicità a fare cazzate di ogni genere…ed essere eternamente insoddisfatto. Sì, perchè il cuore è fatto per le cose eterne, per ciò che non finisce mai. Il cuore è la parte di te che va oltre il tempo, che va verso l’eternità. Il cuore vuole una FELICITÀ ETERNA. Non si sazia mai delle cose di questo mondo…in fondo in fondo vuole sempre di più. Il cuore cerca DIO. E dove lo trova? Lo trova nelle piccole cose di ogni giorno, nel piacere dell’amicizia vera, nella soddisfazione di essere stati utili ad un altro, nel godimento della carità nascosta, nell’aiuto ricevuto immeritatamente, così come nel perdono per le cose che si è sbagliato.
I due discepoli di Gesù, che stanno tornando a casa loro hanno il cuore ferito. Distrutto. Non è possibile quello che è successo a Gesù. Sono finiti umanamente.
Poi incontrano questa persona che è Gesù che non riconoscono immediatamente. Lo riconoscono allo spezzare del pane…quando sparisce. E che cosa ricorderanno di più? Ricorderanno di più questo: "IL CUORE CI ARDEVA NEL PETTO MENTRE CI SPIEGAVA LE SCRITTURE".
Se il cuore non arde nel petto mentre ascolti la Parola di Dio, mentre sei presente all’Eucaristia (allo "spezzare del pane")…che amore è? Chi sei se il cuore non ti batte più? Se hai il cuore malato ascoltati dentro. Rivedi la tua vita . Ripensa alle cose che fai e valuta che senso ti danno.
E se ti accorgi che c’è qualcosa che non va, se hai tanta nostalgia di quel cuore che quando eri bambino batteva anche alla vista di un fiore nel prato…beh… se sempre in tempo per "ritornare" alla tua Gerusalemme, per cambiare la vita laddove fuggivi, per essere nuovo.
Il tuo "tornare indietro", fare "INVERSIONE AD U" può essere il segno più evidente del tuo "ANDARE AVANTI". Non fuggire la vita, non scappare da dove sei, ritorna indietro..con un cuore nuovo, pieno di senso, pieno di DIO: sarai la persona più felice perchè avrà trovato la felicità eterna.
Questo è vangelo: una bellissima notizia che non potrai fare a meno di vivere e di annunciare a chi ti sta intorno, e non tanto a parole, quanto con i fatti. E, ricorda che i fatti…partono dal cuore. Ciò che il cuore vuole…si fa, e si supera ogni fatica.
CIAO
Auguri, che il tuo cuore torni a battere….ad ARDERE come un fuoco acceso.
Naza del vangelogiovane.it

VANGELO DELLA SECONDA DOMENICA DI PASQUA

Vangelo: Gv 20,19-31
Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi". Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".
Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

Apri il tuo cuore, ti prego, aprilo!

Gesù entra a porte chiuse. Porte chiuse di chi ha paura, porte chiuse di chi ha da nascondersi. Perchè? Perchè nascondersi?
Per timore dei Giudei, cioè di quelli che non credono, di quelli che perseguitano a causa del nome di Gesù.
Le porte chiuse possono essere anche quelle della tua vita. Si chiudono le porte quando si ha paura di perdere, ma anche per protezione. In fondo, per gli apostoli, è una protezione e paura insieme.
Eppure Gesù ci passa attraverso. Lui può passare anche attraverso le tue porte chiuse, quando tu non vuoi aprirle a nessuno, lui può entrare. Se entra ti dice "pace" e questa pace scende nel tuo cuore. E non avrai più paura. Che bello, però, se le porte le tieni aperte perchè lo aspetti. Gli apostoli non lo attendevano, erano chiusi lì per paura, ma Gesù, conoscendo il loro cuore "pauroso" va e gli dice "pace a voi". E la pace scende a tal punto su di loro che questi, da fifoni, diventeranno i primi testimoni-martiri di Cristo. La loro testimonianza arriverà fino a noi che oggi siamo qui su Internet, oppure che mandiamo SMS agli amici.
Poi, c’è anche un altro fatto che vorrei dirti: Tommaso, l’incredulo, mi sembra che sia molto molto vicino a te che ora stai leggendo. Non ha visto, e giustamente pretende le prove. Gesù, che sa tutto, gliele offre prima che gliele possa chiedere: metti qui le tue mani.
Anche a noi è chiesto di "mettere le mani nelle ferite". Sono le ferite di tutte le persone, perchè Cristo è nascosto là, nei cuori feriti, nelle persone ammalate, nei giovani "vecchi", negli anziani soli. E la missione degli apostoli è prima di tutto quella di "liberare dal peccato". Perchè se sei libero dal peccato sarai veramente un cuore aperto per Cristo.
Capisci perchè le porte del tuo cuore è meglio che siano aperte?
Il sorriso di chi ha il cuore aperto per accogliere Cristo è molto più bello del viso imbronciato e nero di chi ha da nascondere qualcosa, di chi (perchè gli piace il peccato e non vuol rinunciarci) preferisce mettere da parte Cristo, chiudergli le porte, godere di tutto e di più, e illudersi di essere felice. E invece…la tristezza rimane perchè c’è nero, c’è peccato, non può essere felicità eterna. Che è quella che Cristo vuol dare dicendoti: PACE.
Pace a tutti voi, pace di Cristo, ovviamente.

 

NAZA

COMMENTO AL VANGELO DELLA QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA

Vangelo: Gv 9,1-41
Dal Vangelo secondo Giovanni

[In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita] e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?". Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo".
Detto questo [sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: "Va’ a lavarti nella piscina di Siloe (che significa ”Inviato”)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: "Non è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?". Alcuni dicevano: "È lui"; altri dicevano: "No, ma gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!".] Allora gli chiesero: "Come dunque ti furono aperti gli occhi?". Egli rispose: "Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: ”Va’ a Siloe e lavati!”. Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista". Gli dissero: "Dov’è questo tale?". Rispose: "Non lo so".
[Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo".
Allora alcuni dei farisei dicevano: "Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato". Altri dicevano: "Come può un peccatore compiere tali prodigi?". E c’era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: "Tu, che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: "È un profeta!".] Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: "È questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?".
I genitori risposero: "Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà lui di se stesso". Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: "Ha l’età, chiedetelo a lui!".
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: "Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che questo uomo è un peccatore". Quegli rispose: "Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo". Allora gli dissero di nuovo: "Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?". Rispose loro: "Ve l’ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?". Allora lo insultarono e gli dissero: "Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia". Rispose loro quell’uomo: "Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s’è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla". [Gli replicarono: "Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?". E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: "Tu credi nel Figlio dell’uomo?". Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?". Gli disse Gesù: "Tu l’hai visto: colui che parla con te è proprio lui". Ed egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò innanzi.] Gesù allora disse: "Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi". Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: "Siamo forse ciechi anche noi?". Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: ”Noi vediamo”, il vostro peccato rimane".

Se fossi cieco dalla nascita non riuscirei a vedere i colori di questo schermo. Se fossi cieco dalla nascita non saprei che il sole è lucente, non capirei l’arcobaleno e penserei che una cosa soffice è verde come l’erba e che il nero è il non vedere.
Boh, sono mie immagini che certo non dicono molto. Non vedere è una cosa brutta: è una amputazione della propria persona, è avere un corpo a metà.
Due occhi per vedere, una bocca per parlare, un naso per odorare. Siamo fatti per questo. Ma chi è cieco vede in un altro modo. Vede con la mente, col pensiero ma non afferra la realtà delle cose.
Eppure il cieco del vangelo una cosa la capisce: che Gesù può salvare.
"Apri gli occhi" è una frase ricorrente. Ce la dicevano da piccoli per dirci di stare attenti; ce la dicono da grandi quando non vogliamo capire. La dico io ai miei amici, perchè gli voglio bene e non vorrei mai che prendessero strade sbagliate. Forse mi mandano anche a quel paese….sono stufi di sentire sempre le mie stesse prediche.
Gesù li apre veramente. Vuole aprirli al cieco nato (e lo fa) e vuole aprirli anche a te: vuole che tu veda davvero la Verità, vuole che tu non prenda fischi per fiaschi. Ti indica una strada e vuole che tu la veda bene.
Il miracolo che Gesù opera è questo: aiutare a vedere, e vedere chi veramente vuol bene.
Tanti giovani oggi sono confusi: credono che il bene sia fare ognuno i cacchi suoi; pensano che una persona che ti vuol bene è quella che ti dà tutto; credono che l’insegnante buono sia quello che non interroga mai e ti dà il 6 senza far nulla; sono convinti che avere rapporti sessuali prematuri sia una cosa buona; ritengono l’uso di droghe leggere una cosa non cattiva; pensano che si possa credere in Gesù e continuare a fare le cose che sono peccato. Ecco dov’è la vera cecità: che c’è chi crede di essere nel giusto e invece è nel torto marcio e chi magari, senza rendersene conto cerca la verità, forse ce l’ha già ed ha solo bisogno di coraggio per camminare su quella strada.
Insomma, voi che tipo siete? Ci vedete? O fate finta di non vedere? Riuscite a vedere dov’è la verità, dov’è il bene? O fate come quelli che, sapendo che seguire Gesù è una cosa seria, fanno finta di non sapere? E quindi preferiscono non vedere?
Un giorno un ragazzo della mia parrocchia, che aveva tanta sete di verità e di Dio ha iniziato a ri-frequentare una persona che era negativa e si è ritrovato dopo qualche giorno a commettere un gravissimo peccato sessuale. Per evitare di "non fare quel peccato" tanto desiderato, ha iniziato anche a non andare più in chiesa, a non venire più a messa alla domenica, ad evitare gli amici "cristiani": ecco dov’è la cecità giovanile. In tanti, pur di "fare i peccati che piacciono" sono capaci di diventare ciechi. Salvo poi pentirsi…ma si spera sia vero pentimento.
Se sei cieco e vai con un cieco cadi nel fosso pure tu. Ravvediti in tempo e apri gli occhi senza aver paura a quel che devi rinunciare: perchè chi rinuncia per Gesù (al peccato) trova la vera felicità. Provare per credere…anzi, credere e provare!
Non siate ciechi, stupidi e ottusi. Non lasciatevi ingannare da chi vi propone cose sporche presentandovele belle come in una pubblicità: spesso il male abbaglia ed è "più bianco che non si può"!.
Ciao
P.S.: la vera luce è Gesù che abbaglia, ma non hai bisogno degli occhiali da sole per vederla perchè lui è la Verità che non acceca nessuno!
Naza

COMMENTO AL VANGELO DELLA TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

Dal Vangelo secondo Giovanni
[In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere". I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: ”Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva". Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?".
Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". "Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua".] Le disse: "Va’ a chiamare tuo marito e poi ritorna qui". Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù: "Hai detto bene ”non ho marito”; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero".
Gli replicò la donna: "Signore, [vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare". Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa". Le disse Gesù: "Sono io, che ti parlo".]
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che desideri?", o: "Perché parli con lei?". [La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?".] Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbi, mangia". Ma egli rispose: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". E i discepoli si domandavano l’un l’altro: "Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?". Gesù disse loro: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro".
[Molti Samaritani di quella città credettero in lui] per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". [E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".]

Gesù è stanco. Ha sete. E vuole un po’ di acqua da una donna della Samaria, una terra sempre un po’ ostile ai giudei (Gesù viene chiamato "giudeo" nonostante fosse galileo).
La cosa un po’ strana è che Gesù chiede da bere…e poi ne offre. Certamente si parla di un’acqua diversa: un’acqua che dà vita, che permette di dissetarsi in eterno.
Per noi "superficiali" del 2008 non è un problema l’acqua, almeno qui in Europa: basta aprire un rubinetto ed ecco acqua a volontà, fresca e da bere. Poi c’è tutta un’industria di imbottigliamento acqua che a 4 soldi ti fornisce uno stock da sei bottiglie da 1,5 litri.
Beh, in quel tempo non era certo così. Per l’acqua bisognava fare sforzi, faticare un bel po’!. Perciò alla donna interessa il discorso di Gesù: "tu mi puoi dare un’acqua che disseta sempre, senza dover più fare questa fatica di venire fin qui al pozzo!"
Alla fine il discorso sull’acqua diventa relativo e per la donna è più shockante il fatto che Gesù gli riveli la sua vita: sa che aveva 5 mariti. Insomma, un po’ spaventata la tipa lo proclama "profeta" e così gli fa la domanda che aveva più a cuore: dove adorare Dio?
E Gesù che dichiara che si adora Dio dappertutto.
Difatti lei aveva davanti non un semplice profeta, ma COLUI CHE DOVEVA VENIRE…, che infatti si dichiara.
Poverina, però, la donna è più entusiasta perché Gesù le aveva rivelato di sapere "i fatti suoi". E va a dirlo agli altri più per queste rivelazioni che per aver intuito che era il Messia. Ha i suoi dubbi: forse è lui il Messia?

Insomma, i samaritani chiamati dalla donna non hanno bisogno delle "profezie", ma già ascoltando la sua parola si convincono. E le sbattono in faccia che credono proprio per averlo ascoltato, più che per le rivelazioni fatte alla donna.
Perciò, chiediamoci anche noi: perché crediamo? Per rivelazioni? Per aver intuito? O per la sua Parola?

Certo, né io né tu lo abbiamo visto seduto ad un pozzo. A me non ha mai chiesto acqua da bere. Nemmeno appunto l’ho mai visto. Ma un giorno ho iniziato a fidarmi della sua Parola, quella che altri prima di me hanno creduto e tramandato fino a me, anche col sangue dei martiri.

E mi sono reso conto che la sua Parola è Acqua Viva che disseta, cioè dà senso a tante mie domande e dubbi.

Fidiamoci. Fidati di Gesù e della sua Parola. Non te ne pentirai.
Naza

COMMENTO AL VANGELO DELLA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

Dal Vangelo secondo Matteo (cap. 4,1-11)
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore

Io non conosco bene i deserti: qui, dalle nostre parti, sul Gargano, ci sono delle colline dove non ci sono alberi e penso che il deserto sia un po’ così, senza alberi. Senza un albero dove ripararti quando fa caldo; e se fa freddo e tira vento e piove non hai un rifugio.
Boh, me lo immagino così. E comunque immagino che cosa si provi a star da soli in un deserto. Tante volte non riesco a star da solo nemmeno in casa: appena arrivo accendo luci e televisione, così, tanto per non sentirmi solo. Eppure…non credo (e lo so, ma che ci posso fare!) che sia una soluzione.
Quando sono solo i pensieri vanno a 1000: ogni cosa fatta durante la giornata mi ritorna alla mente. Inizio a ripensare a chi ho incontrato, magari ho incontrato gente interessante….oppure i soliti "rompi".
Se alla solitudine si aggiunge il silenzio…diciamo che questo silenzio mi da pure fastidio…è più forte di un rumore. Altro che I-Pod sparato nelle orecchie! È molto peggio. Provare per credere!

E così, in un deserto si ritrova pure Lui, giovane, come me e te! Con l’unica differenza che Gesù ci è stato portato da un diavolo. Ed è tutto dire!
Un diavolo nel deserto ti tenta. Ti tenta quando sei solo, quando sei un po’ giù e non hai nessuno a cui parlare. Magari ti manca il cellulare…non puoi chiamare nessuno. Diciamo che già questa "angoscia" è tentazione.

La tentazione non è già un peccato: ma sicuramente è il primo passo che ti viene proposto. Tentazione è toccare quel tasto più debole di ognuno di noi.
Qual è il tuo tasto debole? Sarai tentato proprio là.
Facciamo qualche esempio (se mi riesce! ci provo!).
* se sei una persona golosa…chiaramente ti verranno tutte le voglie possibili, non riuscirai a fare a meno di andarti a comprare uno snack, anche se non hai davvero fame…(e magari pensavi che per la Quaresima ci avresti potuto rinunciare).
* se sei schiavo del sesso…tutto ti porterà a soddisfare quel piacere momentaneo, da solo o con altri. Diciamo che sarai insoddisfatto finchè non avrai ottenuto ciò che volevi…
* se sei una persona che facilmente cambia idea, sarai tentato da tante proposte fino a dimenticare le cose più importanti che davvero volevi e dovevi fare;
* se sei una persona che cerca Dio, che prega, sarai tentato proprio sul senso della preghiera, non avrai voglia di svegliarti la domenica mattina per andare a messa…e troverai tutte le scuse per giustificarti.

Beh, non so se ci sono riuscito. Comunque, il deserto è proprio un luogo di prova di sé stessi. Ogni persona può dire di trovarsi in un deserto, quando, da solo inizia a pensare al vero senso della vita.

Così fu per Gesù: il vero senso di sè stesso è stato quello di confrontarsi con la Parola di Dio, con la quale ha distrutto tentazione e tentatore.

Allora anche per noi ciò che conta è avere nel cuore una Parola guida, una Parola che ritorni a noi nei momenti più difficili, una Parola che ci fa capire qual è la direzione da prendere di fronte alla tentazione, anche quando questa è sottile, terribile, non ti accorgi che è proprio il danno più grande che stai per "farti" aderendo al peccato che la tentazione propone!

Non dirò di più. Ognuno ha dentro di sè i propri punti deboli: lì saremo attaccati dal tentatore. A noi trovare l’energia e la forza di quella Parola che, seminata in noi, non aspetta che il momento giusto per agire. Ecco perchè dobbiamo nutrirci di Parola di Dio.

E che aspettiamo? La carrozza?
Tocca farlo ora. Adesso.
Ciao a tutti e buon vangelogiovane.

Naza & C.
Vangelogiovane.it

Un grosso ciao a tutti gli amici di Luca!

Sono don Marco, giovane sacerdote della diocesi di Milano.

Le vie che mi hanno portato a conoscere Luca sono le vie della rete, una cosa splendida, una scoperta per me…

Ringrazio Luca che mi ha invitato a collaborare.

Condivido con voi l’omelia di ieri, se può fare del bene…

A presto!

Don.

“Fa’ che in noi crescano la luce della tua verità e la forza della tua grazia”: abbiamo pregato così nella prima orazione di questa celebrazione.

Abbiamo chiesto di essere nella luce della verità: ma cosa vuol dire essere nella luce della verità? Il vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta una situazione opposta: l’uomo che sta davanti a Gesù, posseduto da uno spirito immondo, segno del male, non è nella verità, vive in una situazione “di comodo” da cui non vuole uscire: “Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci!” Sei venuto a mettere in discussione i nostri equilibri, le nostre certezze, i nostri schemi… fragili equilibri, certezze vane, schemi egoisti!

Davanti a Gesù veniamo alla luce per quello che siamo, viene alla luce la nostra verità e la sua parola ci ridona la vita: “Taci! Esci da quell’uomo. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.” È la forza della grazia di Dio, che abbiamo invocato sempre nella prima orazione, grazia di Dio che si esprime nella parola di Gesù che conduce alla verità…
Ma quando siamo nella luce della verità? L’indemoniato viene riportato alla verità attraverso l’ascolto della parola: siamo nella verità quando ascoltiamo la Parola!

Ascoltare: è un verbo che ricorre più volte nelle letture di questa domenica:

ü      Nella prima lettura Dio parla così al popolo attraverso Mosè: “Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto.”
ü      E poi ancora: “Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto.”
ü      Nel salmo responsoriale abbiamo ripetuto più volte: “Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce.”
ü      E ancora il salmista ci ha invitato così: “Ascoltate oggi la sua voce”
ü      Nel vangelo la folla si mette in ascolto delle parole di Gesù e ne riconosce l’autorità.  
ü      L’indemoniato ascolta Gesù e reagisce urlando.
ü      Infine anche lo spirito immondo ascolta Gesù e se ne va dalla vita di quell’uomo.

Ascoltare, ascoltare perché la Parola di Dio è una parola che compie, realizza, attua ciò che dice. La parola di Dio è una parola che accade… “Taci! Esci da quell’uomo”: e lo spirito immondo se ne va… è bastata una sola parola, una sola, semplice, ed è accaduta! Accade la parola, accade la liberazione perché io mi pongo in ascolto della parola!
Ascoltare come atteggiamento concreto del mio vivere, del mio esistere: a partire dalla famiglia, tra coniugi, tra genitori e figli, sui luoghi di lavoro con i colleghi, nella società tra chi guida le sorti dei popoli e chi è nel bisogno: ascoltare per comprendersi, per mettersi in gioco e per camminare insieme nella vita!

L’ascolto ci fa essere nella luce della verità!
Ascoltare e vivere la Parola è essere nella luce della verità: ma cosa è questa verità? È la domanda che ci siamo posti all’inizio…
E sembra quasi che tutti, nella nostra società siano lì, pronti a dare una risposta a questa domanda; viviamo in una società e in un mondo che pretendono di colmare le nostre esistenze e i nostri giorni di tutto: la verità è il tuo successo, la verità sono i soldi che hai nel portafoglio, la verità è la tua carriera ad ogni costo… quante persone vivono inseguendo queste lucciole come se fossero la verità!

Il cristiano invece sa che la verità è altro, è una persona: Gesù ha detto, “Io sono la verità!” Lui è la verità del nostro esistere, è il compimento, la realizzazione piena della nostra vita.
Lui è ciò che solo può dare un significato allo scorrere dei giorni: noi riempiamo le nostre giornate di tante cose, di tanti incontri, di tante parole… ma se in tutto questo Lui non c’è le nostre giornate sono piene di vuoto, di nulla, e noi ci affatichiamo e continuiamo a riempirle di vuoto e di nulla!
Abbiamo bisogno di riscoprire dove sta la verità della nostra vita!
Ci conceda allora il Signore “la luce della sua verità e la forza della sua grazia” perché possiamo sempre riscoprire la grandezza del dono di Dio che la vita ci chiama a vivere!