Ricomincia

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Ricomincia se sei stanco e la strada ti sembra lunga, se ti accorgi che hai sbagliato strada, …non lasciarti portare dai giorni e dai tempi.
Ricomincia se la vita ti sembra troppo assurda, se sei eluso da troppe cose e da troppe persone, …non cercare di capirne il perché. Ricomincia se hai provato ad amare e ad essere utile, se hai conosciuto la povertà e i tuoi limiti, …non lasciare là un impegno a metà assolto.
Ricomincia se gli altri ti guardano con rimprovero, se sono delusi di te, irritati, …non ribellarti, non domandar loro nulla.
Ricomincia perché l’albero germoglia di nuovo dimenticando l’inverno, il ramo fiorisce senza domandare perché e l’uccello fa il suo nido senza pensare all’autunno, perché la vita è speranza e sempre.
Ricomincia!

(anonimo)

Diffondere la combattiva tenerezza di Dio

Picture16[1]Ti rendo lode, Padre… il Vangelo re­gistra uno di quegli slanci im­provvisi che accendevano di esul­tanza e di stupore gli incontri di Gesù: i piccoli lo capiscono, capiscono il segre­to del vivere. Sono i piccoli di cui è pie­no il Vangelo: poveri, malati, vedove, bambini, i preferiti da Dio. Rappresen­tano l’uomo senza qualità che Dio ac­coglie nelle sue qualità.
Perché hai rivelato queste cose ai picco­li…
Le cose rivelate non si possono re­cintare in una dottrina, non costituisco­no un sistema di pensiero. Gesù è venu­to per mostrare, per raccontare la rivo­luzione della tenerezza di Dio (papa Francesco), nucleo originario e fre­schezza perenne del suo Vangelo.

Questa rivoluzione della tenerezza, Dio al fianco dei piccoli, è la vera lingua u­niversale, l’unica lingua comune ad ogni persona, in ogni epoca, su tutta la terra. Un piccolo capisce subito l’essenziale: se gli vuoi bene o no. In fondo è questo il segreto semplice della vita. Non ce n’è un altro, più profondo. I piccoli, i pecca­tori, gli ultimi della fila, le periferie del mondo hanno capito che in questa ri­voluzione della tenerezza sta il segreto di Dio.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Gesù viene e porta il ristoro della vita, mostra che è possibile vivere meglio, per tutti. Il Van­gelo è il sogno di rendere più umana e più bella la vita: l’umanizzazione è il grande segno della spiritualità autenti­ca. Nominare Cristo, parlare di Vangelo, celebrare Messa deve equivalere a confortare la vita affaticata, altrimenti sono parole e gesti che non vengono da lui. Le prediche, gli incontri, le istituzio­ni, devono diventare racconti d’amore, altrimenti sono la tomba della doman­da dell’uomo e della risposta di Dio.

Imparate da me… Andare da Gesù è an­dare a scuola di vita. Gesù: quest’uomo senza poteri ma regale, libero come il vento, che nessuno ha mai potuto com­prare o asservire, fonte di libere vite.
Da me che sono mite e umile di cuore…

Imparate dal mio modo di essere, senza imposizione e senza arroganza. Impa­rate dal mio modo di amare, delicato e indomito. Il maestro è il cuore. Dio stes­so non è un concetto: è il cuore dolce e forte della vita.

Il mio giogo è dolce e il mio peso è legge­ro, dolce musica, buona notizia. Il gio­go, nel linguaggio della Bibbia, indica la Legge. Ora la legge di Gesù è l’amore: prendete su di voi l’amore; prendetevi cura, con tenerezza e serietà, di voi stes­si, degli altri e del creato, diffondete la combattiva tenerezza di Dio, iniziando dai piccoli, che sono le colonne segrete della storia, le colonne nascoste del mondo. Prendersi cura di loro, come fa Dio, è prendersi cura del mondo intero.

(E. Ronchi)

Ti ho chiamato per nome

Ti ho chiamato per nome fin dal principio. Tu sei mio e io sono tuo.
Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto. Ti ho modellato nelle
profondità della terra e ti ho formato nel grembo di tua madre. Ti ho
scolpito nei palmi delle mie mani e ti ho nascosto nell’ombra del mio
abbraccio. Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te con una
sollecitudine più profonda
che quella di una madre per il suo bambino. Tu sai che io sono tuo
come io so che tu sei mio. Tu mi appartieni. Io sono tuo padre, tua
madre, tuo fratello, tua sorella, il tuo amante e il tuo sposo… Ovunque
tu sia, io ci sarò. Niente mai ci separerà. Noi siamo uno.

(Henri J.M. Nouwen)

Io sono una pagina per la tua penna…

“…Io sono una pagina per la tua penna….

Tutto ricevo….

Sono una pagina bianca….

Io sono la custode del tuo bene….

lo crescerò e lo ridarò centuplicato….

Io sono la campagna,

la terra nera…

Tu per me sei il raggio

e l’umida spiaggia….

Tu sei il mio Dio e Signore…

e io

Sono terra nera

e carta bianca…”

 

Marina TSVETAJEVA

1923

 

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Il tempio dell’amicizia

Il tempio dell’amicizia non finisce mai di essere costruito. Esso crolla e  va in frantumi se ogni mattina non si lavora di nuovo. Ogni volta che il sole sorge bisogna amare l’amico di nuovo amore, osservarlo con nuova attenzione, perdonarlo con nuova comprensione; per stare al passo con lui bisogna trasformarsi, spalancare le finestre dell’anima
affinché il vento spazzi via la polvere delle abitudini.

(Anonimo)