Il sabato abbiamo avuto la giornata
più impegnativa, ma anche più ricca.
Dopo un buon risveglio e una ricca colazione,
ci siamo recati in cappellina per la
preghiera delle Lodi e poi abbiamo
ascoltato la predicazione sul Vangelo
della samaritana,un vangelo molto complesso
basato sul dialogo tra questa donna samaritana e Gesù,
che si conclude con il riconoscimento da parte
della donna che Gesù è il Messia. Un vangelo basato su
un dialogo che spesso sembra condotto su piani diversi,
come se la donna e Gesù non si capissero
ma che poi culmina con questo riconoscimento
e l’adesione al suo messaggio. Don Mario inoltre ha
attualizzato questo vangelo alla nostra situazione di
animatori salesiani sottolineando come bisogna
essere ai crocicchi della storia dei nostri giovani
e come siamo chiamati ad esserci nei nostri
limiti ( Gesù al pozzo era stanco… ). Ci ha sollecitato a
lasciare le nostre brocche basate sul linguaggio
non comprensibile  per andare incontro ai giovani
e ai loro bisogni più profondi, alla loro sete.
Dopo il momento di adorazione e il pranzo ci saremmo
voluti rilassare in cortile ma il tempo non l’ha permesso
e allora una bella suonata in allegria che è durata
fino alla terza meditazione, incentrata sul vangelo
di Emmaus, su quest’incontro che,in filigrana, ci ricorda
quello che noi viviamo ogni domenica con Gesù che
si fa compagno di viaggio, spiega la Parola, spezza il pane,
e ci chiama ad essere testimoni sulle strade del mondo.
Come educatori siamo chiamati a farci compagni di viaggio
dei giovani, con una presenza che condivide la fatica del
cammino e sa essere amica. In quest’ottica l’episodio di
Emmaus diventa una pedagogia della fede, che trova
nella celebrazione e nell’Eucarestia la fonte e la meta.
Dopo la riflessione sul vangelo di Emmaus
ci siamo ritrovati per celebrare l’Eucarestia e poi ci siamo recati a cena.
Dopo cena abbiamo voluto passare un momento di
fraternità e di gioia insieme con giochi, canti e scenette
prima di recarci nuovamente in cappellina per l’adorazione
con cui abbiamo ringraziato il Signore per i molti doni
che ci ha fatto durante questi esercizi.
La domenica ci ha visto nuovamente impegnati nella
riflessione grazie al Vangelo del Buon Samaritano
che per gli educatori presenta  alcuni elementi importanti
su cui riflettere: innanzitutto il fatto che siamo
chiamati a vedere il prossimo non solo con
gli occhi della vista , come hanno fatto il sacerdote
e il levita che sono passati oltre, ma con il cuore
come il samaritano che ne ebbe compassione..
e da quell’averne compassione
derivano le altre azioni. Inoltre il prossimo non
può essere deciso a priori o incasellato in una casistica
come pretendeva il dottore della legge.
Chiunque ha bisogno di noi e ci
interpella, è il nostro prossimo, da amare e da servire.
Da qui il collegamento con il trinomio
salesiano che è alla base del sistema preventivo:
ragione religione e amorevolezza.
Il centro di tutto però non è capire chi sono i nostri
destinatari, ma che noi  dobbiamo diventare amorevoli,
compassionevoli,essere coinvolti, vicini…
in una parola farci prossimi dei giovani.
Nella riflessione di gruppo abbiamo analizzato ancora
questi problemi cercando di chiarire più a fondo
il nostro essere educatori e farci prossimi dell’altro.
Nel pomeriggio abbiamo racchiuso tutto nell’Eucarestia
conclusiva che ha terminato
questa bellissima esperienza richiamandoci
all’impegno nel quotidiano.

foto di gruppo

foto a pranzo