A lezione di relazione con Marta e Maria

Marte e Maria 2013 (colored)

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
(dal Vangelo di Luca 10,38-42)

Maria e Marta conoscono bene Gesù, perché è l’amico di casa di entrambe e del loro fratello Lazzaro. Non è la prima volta che lo incontrano e che lo ascoltano. Forse è per questo che Marta dimostra una certa confidenza nel rivolgersi direttamente e un po’ “bruscamente” a Gesù (“non ti importa nulla che mia sorella mi ha lasciata sola…”).
Altre volte nel Vangelo si parla di questi tre fratelli e della loro relazione di amicizia e frequentazione con Gesù, che sembra esser venuto altre volte nella loro casa.
L’ospitalità per i popoli orientali è tutto, e questo ce lo ricorda anche la prima lettura di questa domenica quando ci racconta della visita dei tre angeli presso la tenda di Abramo e Sara alle Querce ci Mamre. Un ospite va accolto nella maniera più bella e senza risparmio, ed è questo quello che sembra fare da sola Marta, alla quale sotto sotto diamo un po’ di ragione.
Maria cosa fa? Apparentemente nulla. Si siede ai piedi di Gesù e lo ascolta.
Ed è questa la differenza che colpisce Gesù. In quella casa sembra che sia rimasta solo Maria a stupirsi e meravigliarsi ancora della sua parola. Per Maria, l’arrivo di Gesù è come la prima volta, e lei è pronta a lasciare tutto pur di ascoltarlo e di lasciarsi accogliere da lui.
Marta, come sottolinea giustamente Gesù (che sa leggere nel cuore delle persone…) è invece “distolta” dalle tante cose da fare che la portano ad affannarsi e agitarsi al punto di dimenticare chi è l’ospite. Gesù è venuto da amico,ma lei sembra trattarlo come un semplice padrone da servire, come fosse un cliente qualsiasi che entra in una locanda.
La parte migliore che Maria si prende è proprio la confidenza e l’amicizia per la quale tutto si ferma e diventa secondario. Il servizio verrà dopo, le cose concrete da fare rimangono, ma non sono mai prioritarie rispetto all’accoglienza della persona.
Questo racconto non può non interrogarmi sul mio stile di relazione con le persone, sia quelle amiche che conosco da tempo che gli estranei. Sono chiamato a mettermi sempre al servizio come Marta, ma senza dimenticare che prima di tutto viene l’atteggiamento di Maria, che difronte all’altro si mette in ascolto e disponibilità di cuore.
E questo vale anche quando penso al mio rapporto con Dio. Dio vuole prima di tutto la mia amicizia, la mia disponibilità all’ascolto della sua parola e dello suo Spirito che mi parla al cuore. E se tante volte rischiamo di vedere Dio solo come un padrone da servire a da tener lontano dal cuore, facciamo nostro il rimprovero ricevuto da Marta: “ti agiti e ti affanni per molte cose, ma di una cosa c’è bisogno…”. E questa è l’incontro profondo del cuore, il fermarsi e mettersi in ascolto. Questo vale con Dio e anche con chiunque incontriamo.

Giovanni don